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WordPress è il CMS (content management system) più utilizzato al mondo ed è apprezzato, fra le tante ragioni, anche per il suo funzionamento SEO friendly: la piattaforma dispone infatti di molteplici funzionalità e supporti che permettono di ottimizzare un sito web sotto tutti i punti di vista.
Ottimizzazione SEO per siti web WordPress: da dove cominciare?
Andiamo allora a fondo alla questione per esaminare, uno per uno, tutti gli elementi che ci permettono di ottimizzare un sito web con WordPress. Vediamo prima di tutto da dove iniziare. Per prima cosa, è bene ragionare su due aspetti: quello relativo alla struttura del sito e quello inerente la definizione della strategia SEO.
Dominio, hosting e installazione WordPress
Per cominciare, dobbiamo acquistare un dominio e uno spazio hosting, che serviranno per la messa online del sito. Quindi, è necessario installare correttamente WordPress. Fatto questo, avremo a disposizione tutto ciò che ci serve per la realizzazione e la pubblicazione del sito.
Scegliere il tema del sito
Una volta definita la strategia e la struttura, si passa a scegliere il tema più adatto per lo sviluppo del sito web. Potremmo definire il tema come la veste grafica del sito, che comprende la struttura, il layout delle pagine, i colori, i font, ecc. La scelta del tema riveste un ruolo chiave dal punto di vista SEO e deve essere fatta valutando diversi elementi, tra cui quello relativo alla strategia di posizionamento. Un tema può essere considerato SEO friendly se:
- Ha un layout semplice
- È responsive, ovvero è utilizzabile facilmente su ogni dispositivo
- Ha un codice pulito
- Ha pochi File CSS e Javascript
Tutti questi elementi concorrono a definire il livello di user experience del sito, garantendo all’utente una navigazione veloce e intuitiva, caratteristiche che si riflettono direttamente sul livello di ottimizzazione del sito (e di conseguenza, sul suo posizionamento).
Utilizzare un plugin per l’ottimizzazione SEO
Prima di tutto, per la gestione dei contenuti sul sito ti consiglio di scaricare un plugin di WordPress per l’ottimizzazione dei motori di ricerca. Si tratta di estensioni, molte delle quali gratuite o con una versione free ricca di funzionalità, che consentono di gestire e verificare il livello di ottimizzazione dei contenuti durante lo sviluppo. Questi strumenti forniscono anche consigli preziosi relativi a come e a dove intervenire per aumentare il grado di competitività del sito.
Il plugin più famoso è Yoast SEO (a cui dedicherò un capitolo a breve), ma ce ne sono tantissimi, tra cui: Limit Login Attempts Reloaded, Autoptimize, Contact Form 7; per gli e-commerce, servono anche altri plugin come, su tutti, Woocommerce.
Impostazioni di WordPress
Lo step successivo è fondamentale e riguarda la corretta configurazione delle impostazioni di WordPress. Analizziamoli uno per uno.
Impostazioni generali
Le impostazioni generali permettono di inserire tutte le informazioni di base sul sito: Nome, breve descrizione, indirizzo URL, email dell’amministratore e altri dati di base. È sempre bene compilare tutti i campi correttamente. Per impostare il fuso orario occorre andare su Impostazioni > Generale e scrollare dal menù a discesa fino a individuare il fuso orario corretto.
Settare correttamente i permalink
WordPress permette di personalizzare gli URL delle singole pagine, delle categorie e degli articoli. In gergo tecnico, gli URL del sito sono chiamati permalink e devono essere scritti in ottica SEO. Ciò significa, nel concreto, che è bene optare per URL semantici, che suggeriscano sia all’utente che ai crawler informazioni sulla pagina. Esemplificando.
Permalink ottimizzato SEO:
https://www.gabrielerispoli.it/consulenza-seo/
Permalink non ottimizzato SEO:
https://www.gabrielerispoli.it/?p=296/
Altri consigli sui permalink:
- Per automatizzare le operazioni, utilizzare l’opzione “post-name”
- Per siti di grandi dimensioni, inserire il percorso di navigazione nell’URL
- Preferire il trattino alto (-) all’underscore (_) tra una parola e l’altra
- Non utilizzare caratteri particolari (@#!?)
Gestire le impostazioni sui commenti
I commenti su WordPress rivestono un ruolo strategico: essi sono risorse importanti per interagire con il pubblico, mantenere il sito dinamico e acquisire nuove parole chiave, ma richiedono anche una gestione accurata, al fine di filtrarli per selezionare solo quelli opportuni. Sulla dashboard principale di WP è presente una sezione dedicata che consente un’amministrazione rapida e intuitiva del task.
Impostazioni di lettura
Le impostazioni di lettura sono fondamentali per permettere ai crawler di Google l’accesso e la scansione delle risorse presenti nel sito. Eseguendo il percorso Impostazioni > Lettura potrete stabilire quale pagina scegliere come homepage del sito, organizzare i feed e le pagine e, soprattutto, rendere il sito indicizzabile dai bot.
Inserire logo e favicon
Altre impostazioni da curare, specie se sei un brand, sono il logo e il favicon.
Per caricare il proprio logo sul sito bisogna andare su Aspetto > personalizza. Quindi selezionare Identità del sito > aggiungi logo.
Il favicon è l’icona che rappresenta il sito sulla barra di ricerca ed è un elemento che può essere utilizzato per consolidare la propria immagine online. Per caricare l’immagine del favicon andare su Aspetto > personalizza > Identità del sito > Icona del sito.
Sviluppo del sito e architettura
Configurate correttamente le impostazioni, iniziamo concretamente a realizzare il sito. Ovviamente, anche in questa fase occorre mantenere una visione SEO e gestire tutti gli elementi in modo ottimizzato. Vediamo quali sono.
Prima di tutto, bisogna definire il menu di navigazione, attività che in pratica corrisponde a quella di creazione della struttura del sito (menu principale, voci di menu, voci di sottomenu, categorie e sottocategorie). La scelta dell’architettura del sito è cruciale per rendere il sito navigabile all’utente e leggibile agli spider. Consiglio di creare la struttura del sito prima su carta, utilizzando un diagramma ad albero e assegnando a ogni pagina la giusta funzione (pagine, categoria o articolo) e solo dopo aver chiarito il progetto passare alla sua realizzazione pratica.
Impostazione delle tassonomie: Categorie e Tag
Le categorie svolgono un ruolo strutturale alla navigazione del sito: esse permettono di semplificare l’accesso alle risorse – sia al bot che agli utenti – e influenzano in modo decisivo la qualità della user experience offerta.
Consiglio di creare un’architettura delle categorie proporzionale alla mole di risorse proposta. Per siti semplici, ad esempio, è inutile creare un sistema articolato di sottocategorie, ma è più opportuno fare in modo che l’utente trovi ciò che cerca in pochi passaggi. Viceversa, siti con molte risorse dovrebbero essere organizzati in modo intuitivo e ordinato, attraverso una struttura di categorie verticale.
Ma come si gestiscono le categorie di WordPress? Per crearle è sufficiente seguire questo percorso: Articoli > Categorie > Aggiungi una nuova Categoria. Infine, scegliere se dovrà essere una categoria principale o una sottocategoria (nel secondo caso dovrete scegliere la categoria genitore sotto la quale collocarla). Le sottocategorie permettono di creare una struttura di navigazione chiara o, nel caso di blog, di riservare uno spazio più specifico ai vari sotto argomenti.
Anche i tag sono degli elementi che possono facilitare il percorso di navigazione e l’organizzazione dei contenuti. Ti consiglio di gestirli pensando alle reali esigenze dell’utente e non con un’ottica prettamente SEO: meglio quindi evitare tag troppo specifici e di lunga coda, selezionando argomenti semplici, vasti e trasversali. Ricorda sempre che i tag sono una sorta di etichette che raggruppano contenuti inerenti lo stesso argomento e, dunque, creare tag troppo specifici e con pochissime risorse all’interno sarebbe inutile sia per chi naviga il sito e sia sotto il profilo del posizionamento.
Gli URL del sito e le pagine
Un sito è strutturato in due diversi tipi di contenuti:
- Le pagine statiche
- Gli articoli di blog
Un sito con una struttura efficace e SEO oriented è formato da entrambi i tipi di contenuti, che rispondono a obiettivi di posizionamento differenti: le pagine sono più utili per strategie di posizionamento a lungo termine su parole chiave di tipo transazionale; gli articoli offrono ottime possibilità di intercettare il pubblico attraverso keyword informazionali, specifiche e di lunga coda. Il mio suggerimento è di creare una struttura del sito ricca, che presenti sia pagine che articoli.
Individuare le parole chiave
Ogni pagina del sito che andremo a sviluppare dovrebbe essere ottimizzata per almeno una parola chiave principale e alcune keyword correlate. Il punto di partenza deve dunque essere quello della keyword research, ovvero l’individuazione delle parole chiave più performanti per il proprio business; a seguire, sarà più facile lavorare alla progettazione dell’architettura del sito, ovvero la sua struttura di navigazione (menù principale, categorie, sottocategorie, ecc.). Tengo però a precisare che l’attività di keyword research non deve necessariamente precedere quella di ideazione dell’architettura: le due fasi, in effetti, possono influenzarsi a vicenda ed è consigliabile, per questa ragione, effettuare lo studio e l’analisi delle parole chiave fin dal primo approccio al nuovo progetto.
Configurare il plugin di cache
Ora è il momento di configurare il plugin di cache, che serve ad accelerare il caricamento delle pagine in quanto istruisce il server in modo che quest’ultimo memorizzi o duplichi le informazioni del sito direttamente sul disco o sulla RAM: in questo modo, il caricamento delle pagine risulta più rapido, con vantaggi diretti anche in termini di performance SEO.
Ottimizzazione dei contenuti
Esaurito il discorso sugli aspetti tecnici e di struttura, passiamo ora ad analizzare quelli relativi all’ottimizzazione dei contenuti.
Yoast SEO
Ho già accennato all’importazione dei plugin di ottimizzazione, il più famoso dei quali è Yoast SEO. Questa estensione, gratuita nelle sue funzioni principali, è un eccellente supporto per valutare il livello di ottimizzazione del sito web e delle singole pagine. Io consiglio di seguire tutti i suggerimenti forniti dal plugin, sebbene non sia necessario forzare troppo la mano per fare in modo che il semaforo diventi verde.
In ogni caso, tutte le indicazioni proposte da Yoast SEO sono da ritenere valide e, fin dove possibile, è opportuno seguirle, tutelando però al tempo stesso la qualità e l’utilità del contenuto.
Meta-tag Title e Description
Per ogni pagina, compilato il campo relativo alla parola chiave, il plugin fornirà i dati e le informazioni utili a misurare il livello di ottimizzazione della pagina. I successivi campi da compilare sono quelli dei Meta-tag Title e Description, rispettivamente, il titolo e la descrizione della pagina, che il motore di ricerca mostra nelle proprie SERP. È sempre una buona norma inserire la parola chiave in entrambi i campi, ricordando però di fornire anche informazioni utili all’utente in merito al tipo di contenuto proposto.
Contenuto e Headings
Il contenuto proposto all’utente deve essere ben scritto, originale e ricco di informazioni e risorse (video, immagini, audio, ecc.). Nella stesura del testo, si consiglia di non concentrarsi in modo troppo ossessivo sulla keyword density, quanto piuttosto di realizzare testi efficaci e completi, evitando categoricamente di copiarli da altri siti.
È inoltre importante rendere la struttura editoriale di facile fruizione, realizzando paragrafi brevi e intervallati da sottotitoli ottimizzati e informativi: H1, H2,, H3, ecc. devono essere collocati in modo funzionale alla gerarchizzazione e alla corretta lettura delle singole parti di testo.
I link interni
Per mettere i contenuti in collegamento fra loro e creare una rete orizzontale di navigazione, è bene sfruttare nel modo corretto i link interni, che rappresentano un’ottima opportunità per creare una catena di contenuti correlati, utile sia per migliorare l’esperienza di navigazione e sia per l’ottimizzazione SEO del sito.
Immagini e video
Immagini e video sono risorse sempre apprezzate sia dai motori di ricerca che dai visitatori: è sempre consigliabile utilizzarli per ampliare le risorse messe a disposizione del visitatore.
Le immagini devono inoltre essere ottimizzate, in modo da facilitare la loro scansione. A tal scopo, consiglio di compilare sempre i relativi tag:
- Titolo
- Descrizione
- Alternative text
- Didascalia
Dati strutturati
I dati strutturati sono dei formati standard che consentono di inserire informazioni sulle pagine e fornire dettagli sui contenuti proposti. Essi utilizzano solitamente le linee guida di markup di Schema.org. Google spiega in questa guida come gestire correttamente i dati strutturati.
Azioni da fare prima della messa online
Prima di mettere il sito online, c’è una cosa fondamentale che devi ricordare di completate correttamente: la creazione del file robots.txt.
Creare e ottimizzare il file robots.txt
Il file robots.txt consiste in un protocollo che contiene tutte le informazioni che occorrono al motore di ricerca per indicizzare correttamente il sito. Durante la compilazione del file, dovete escludere dalla scansione le pagine che non volete siano indicizzate dal motore di ricerca. Ad esempio, è possibile stabilire di non indicizzare i tag, le categorie, le pagine relative alla privacy policy. È buona norma inserire nel file anche l’URL della sitemap. Importantissimo: assicuratevi di aver de-selezionato la spunta “Scoraggia i motori di ricerca dall’effettuare l’indicizzazione di questo sito” per permettere ai crawler di scansionare e indicizzare il sito web.
Azioni da fare dopo la messa online
Infine parliamo delle azioni che devono essere effettuate subito dopo la messa online del sito. Qui parlerò dei siti di nuova realizzazione, mentre ti consiglio questa guida per capire come gestire la migrazione SEO di siti già online.
Segnalare la sitemap
La sitemap XML è un file che permette a Google di segnalare l’esistenza del proprio sito e di comunicare ai bot la sua esatta architettura di navigazione. La trasmissione del file permette di accelerare la procedura di indicizzazione del sito e di escludere – tramite la funzione Noindex – le pagine che si desidera non vengano indicizzate.
Integrare il sito al Google Tag Manager
Una volta completata la messa online, il sito deve essere integrato a Google Analytics o meglio ancora a Google Tag Manager, ovvero il sistema integrato di Google che permette di gestire e configurare velocemente tutti i codici di monitoraggio che interessano il sito. In questo modo, avrai la possibilità di gestire in modo efficace e intuitivo le statistiche sul sito relative a traffico, abitudini degli utenti e conversioni.
Integrare il sito a Google Search Console
Il sito deve essere integrato anche a Google Search Console: in questo modo, potrai tenere sotto controllo tutti i fattori tecnici che possono influenzare il suo posizionamento.
Compilare la scheda Google My Business
Specie se sei un’azienda, un libero professionista o un’associazione, ricordati poi di creare gratuitamente la tua scheda Google My Business, per posizionare sulle mappe di Google la tua attività e dotarti di un validissimo strumento di posizionamento, utile soprattutto, ma non solo per la Local SEO.
Considerazioni finali
Questa è una guida generale per l’ottimizzazione SEO dei siti in WordPress. Per un’ottimizzazione ben fatta, come avrai notato, è necessario possedere competenze e abilità che abbracciano molteplici ambiti e che per un inesperto possono sembrare complicate.
Se riscontri delle difficoltà e ritieni di non essere in possesso delle competenze necessarie, la soluzione più logica può essere quella di rivolgersi a uno sviluppatore web con esperienza in ambito SEO.
Se vuoi ricevere informazioni specifiche e raccontarmi il tuo progetto, compila il form sottostante e spiegami di cosa hai bisogno.
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