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SEO

Sitemap XML: cos’è, come inviarla a Google e perché è utile per il tuo sito

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 28 Marzo 2023 - Aggiornato il 28 Marzo 2023

Attraverso la creazione della sitemap XML, il webmaster fornisce ai bot di Google (o degli altri motori di ricerca) una vera e propria mappa del sito. La funzione della sitemap XML è primariamente quella di agevolare una rapida e corretta scansione degli URL da parte del crawler. Inoltre, la presenza della sitemap permette di velocizzare l’indicizzazione del sito, favorendo dunque il suo posizionamento in SERP.

Cos’è e a cosa serve la sitemap XML

Come suggerisce il nome e come già anticipato, la sitemap è la mappa del sito web, ovvero un file in cui sono riportati in forma di elenco tutti gli URL che si desidera vengano indicizzati da Google. Nello specifico, la sitemap non si limita a riportare le pagine del sito, ma fornisce anche informazioni più specifiche su di esse, come ad esempio la frequenza con cui una pagina viene aggiornata, la data dell’ultimo aggiornamento o il livello di priorità della scansione che i Googlebot riconoscono a una pagina rispetto alle altre. La mappa del sito è utile anche per l’utente, in quanto fornisce una sorta di riproduzione schematica della struttura del sito, aiutando i visitatori a trovare con maggiore facilità i contenuti di proprio interesse.

Tipologie di sitemap

Esistono diverse tipologie di sitemap XML, a seconda dei tipi di elementi che essa raggruppa. Di seguito l’elenco delle diverse tipologie di sitemap esistenti, raggruppate in relazione alla loro attribuzione:

  • Sitemap XML
  • Sitemap per immagini
  • Sitemap per video
  • Sitemap per news
  • Sitemap per Mobile
  • Sitemap per pagine multilingua
  • Sitemap per Applicazioni Google
  • Sitemap Index

Ogni tipo di sitemap, infatti, possiede attributi differenti, per mezzo dei quali la scansione delle informazioni da parte dei robot risulta più semplice.

Le tipologie di sitemap più rilevanti sono quelle in cui sono associati gruppi di: elementi HTML, immagini, video, news, pagine mobile (che in questo tipo di configurazione presentano URL distinte da quelle della versione desktop).

Le altre tipologie di sitemap riguardano invece: versioni localizzate (per distinguere le pagine di siti multilingua), app per Android (per identificare gli URL delle applicazioni per Google) e Indice Sitemap (per segnalare più sitemap dello stesso sito contemporaneamente nel caso in cui il file risulti troppo pesante).

Sitemap XML 

La Sitemap XML è un documento che contiene l’elenco di tutte le pagine di un sito web. La sua funzione principale è quella di fornire una lista di URL ai crawler che scansionano il sito, in modo da facilitare l’operazione di indicizzazione. La Sitemap XML può essere una risorsa preziosa per migliorare l’indicizzazione e la visibilità del sito web poiché aiuta a classificare le informazioni del sito, come l’importanza relativa delle pagine, la frequenza con cui vengono aggiornate e altri dettagli.

XML indica un formato di sitemap creato appositamente da Google nel 2005 e il cui protocollo è stato poi adottato anche da altri motori di ricerca, rendendo così la ricezione della sitemap più agevole e intuitiva.

Sitemap per immagini 

La sitemap per immagini è una mappa che contiene informazioni sulla struttura delle immagini presenti nel sito web. La sitemap per immagini fornisce ai motori di ricerca un modo per scansionare e indicizzare i contenuti visuali del sito web e include informazioni come il nome del file, la posizione e la descrizione dell’immagine o altri dati come la data di ultimo aggiornamento. Queste informazioni possono aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio i contenuti visuali del sito web e a migliorare la ricerca per le immagini, favorendo anche il posizionamento delle risorse nell’apposita sezione della Discovery di Google.

Sitemap per video 

La Sitemap per video è un file XML che fornisce informazioni aggiuntive sui video presenti all’interno di un sito web, come ad esempio il loro URL, titolo e descrizione, parole chiave inerenti il contenuto. Le informazioni presenti nella Sitemap per video vengono recepite dai bot, rendendo più semplice la loro rilevazione e, di  conseguenza, la loro indicizzazione. Il file può anche essere utilizzato per informare i servizi di streaming video di contenuti da aggiungere alla loro offerta.

Sitemap per news 

Una sitemap per news è un documento che elenca tutte le pagine di un sito web che forniscono notizie. Una sitemap per news può anche contenere informazioni sull’ultima data di aggiornamento e la frequenza di aggiornamento delle pagine; in questo modo, il motore di ricerca capisce rapidamente che può essere opportuno scansionare più spesso quei contenuti, valutando anche la loro inclusione in Google News.

Sitemap per Mobile 

La Sitemap per mobile è una mappa di navigazione di un sito web o di un’app per dispositivi mobili che può essere creata in diversi formati, tra cui i più noti sono XML, HTML e JSON, e che consente ai robot del motore di ricerca di trovare più facilmente le informazioni che cercano: l’elenco dei contenuti disponibili raggruppati in modo chiaro e strutturato, la data di ultima modifica del contenuto, il numero di visualizzazioni e le relazioni con altri contenuti correlati.

Sitemap per pagine multilingua 

La Sitemap per multilingua è una mappa del sito web che fornisce la lista delle pagine del sito web in più lingue. Questo tipo di sitemap, ovviamente, è utile per i siti web che offrono contenuti in più lingue, in quanto aiuta i motori di ricerca a rilevare e a indicizzare le diverse versioni e a classificarle correttamente. La Sitemap per multilingua migliora le performance di scansione del motore di ricerca e la visibilità del sito web ed è utile anche agli utenti in quanto può guidarli nella ricerca delle risorse che cercano nella loro lingua.

Sitemap per Applicazioni Google 

La Sitemap per applicazioni Google è un file XML che permette di informare Google sulle pagine e sul contenuto di un sito web per applicazioni. Essa contiene informazioni sui file apk (il formato delle risorse per dispositivi mobili Android), le versioni dei sistemi operativi supportati, la localizzazione, i dettagli di prezzo e molto altro, agevolando l’operazione di indicizzazione delle app, in modo che siano più facilmente accessibili agli utenti.

Sitemap Index 

La Sitemap Index è un file XML che fornisce informazioni su uno o più file di Sitemap nello stesso dominio e viene utilizzata per fornire una panoramica della struttura dei contenuti del sito web. Il file Sitemap Index è utile per indicizzare più file di Sitemap in un unico documento.

Come creare una sitemap XML

Esistono diversi modi per creare una sitemap XML, a seconda che il sito sia stato realizzato tramite CMS o in HTML. 

Nel primo caso, il modo più rapido consiste nell’utilizzare dei plugin. Per siti realizzati in WordPress, il migliore è il plugin XML Sitemaps di Auctollo.

Con siti realizzati in HTML, ma anche per siti sviluppati tramite altri CMS, è possibile utilizzare dei software che consentono di creare la sitemap e di scaricarla direttamente in formato XML. Le alternative migliori per chi sceglie questa procedura sono:

  • XML-Sitemaps.com
  • Screaming Frog SEO spider

Se invece preferisci optare per la creazione manuale della sitemap, ti consiglio di consultare prima la guida dedicata di Google.

I contenuti da NON indicizzare 

Ecco le risorse che è consigliabile non includere nella sitemap:

  • Pagine che generano un redirect
  • Pagine con errore
  • Risorse con Meta-tag NoIndex nel file Robots.txt
  • Risorse con direttiva Disallow nel file Robots.txt

Ricorda inoltre che gli URL devono essere inseriti nella sitemap secondo la versione canonical prescelta: se, ad esempio, il sito è stato creato con il “www”, allora il sito va inserito in questo modo: https://www.sitoesempio.com/sitemap.xml. Viceversa, se il sito è stato creato senza il “www”, la versione corretta è questa: https://sitoesempio.com/sitemap.xml.

Creare una sitemap: i migliori plugin 

Per un sito realizzato tramite CMS, i migliori plugin per la generazione della sitemap sono i seguenti.

WORDPRESS

  • XML Sitemaps
  • Yoast SEO
  • All in One SEO
  • Simple Sitemap

JOOMLA

  • OsMap
  • JSitemap

PRESTASHOP

  • Google Sitemap

Creare una sitemap con Screaming Frog 

Per creare una sitemap con Screaming Frog occorre seguire la seguente procedura:

  • Inserire la URL del sito nella barra degli indirizzi del tool.
  • Conclusa la scansione del sito, selezionare il Menu Sitemaps e cliccare su “Create XML Sitemap”, ricordandosi di escludere le URL che non si vuole indicizzare.
  • Assegnare un nome alla sitemap e salvarla.

Come inviare la sitemap a Google

Una volta creata, la sitemap deve essere inviata a Google. Per farlo, basta accedere alla Search Console e completare la semplicissima procedura: clicca su “Sitemap” in alto a sinistra, quindi incolla l’URL della sitemap e invia.

Per verificare che la procedura sia stata eseguita correttamente, ti consiglio di usare uno strumento gratuito di Sitemap Checker, che puoi trovare online.

Se hai bisogno di aiuto per la creazione e il caricamento della tua sitemap o cerchi un’assistenza totale in ambito SEO, contattami e raccontami il tuo progetto.

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Link interni: cosa sono e come utilizzarli per la SEO del tuo sito

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 21 Marzo 2023 - Aggiornato il 21 Marzo 2023

Definire una struttura di link all’interno del proprio sito offre diversi vantaggi legati sia alla fruibilità dei contenuti, e del sito nel suo complesso, e sia all’ottimizzazione di indicatori analitici come la frequenza di rimbalzo e il tempo di permanenza. 

Procediamo con ordine e cerchiamo di sviluppare un discorso organico e lineare sui link interni, analizzando la questione in chiave SEO e della user experience: ecco tutto quello che occorre sapere sui link interni.

Cosa sono i link interni

I link interni sono dei collegamenti ipertestuali che rimandano a pagine dello stesso sito e possono essere stringhe di parole, immagini, video e altri tipi di supporto digitale.

La corretta gestione dei link interni riveste un’importanza spesso sottovalutata in quanto concorre in modo significativo all’ottimizzazione del sito e al miglioramento dell’esperienza di navigazione. Vediamo come.

A cosa servono i link interni

Lo scopo principale dei link interni è agevolare l’accesso alle risorse offerte dal sito web, mettendo in correlazione i contenuti in modo coerente con gli interessi dell’utente. L’ottimizzazione dei processi di user experience permette di offrire un servizio più performante al fruitore, il quale riesce a raggiungere facilmente le risorse di proprio interesse, ottimizzando al contempo i tempi della ricerca. 

L’utilizzo dei link all’interno di un sito possono avere diversi scopi, come ad esempio consigliare all’utente la lettura di un articolo, guidarlo verso un processo d’acquisto, suggerire un approfondimento, consentirgli di scaricare un modulo, ecc.

Link interni e frequenza di rimbalzo

La frequenza di rimbalzo calcola la percentuale di utenti che abbandonano un sito web dopo aver visitato una sola pagina durante la sessione di navigazione. Si tratta dunque di una metrica che i webmaster dovrebbero avere interesse ad abbassare: i link interni sono estremamente funzionali a questo obiettivo, in quanto offrono all’utente una via semplice ed efficace per accedere ad altre pagine del sito.

Link interni e durata delle sessioni

Sull’Analytics di Google, alla voce “Tempo medio sulla pagina”, si misura la durata media delle sessioni di navigazione dell’utente. Un’ottimizzazione SEO del sito dovrebbe porsi (anche) l’obiettivo di dilatare i tempi di esplorazione dell’utente, trovando soluzioni utili a mantenerlo all’interno del sito. I link interni, anche in questo caso, rappresentano una soluzione ideale, con ricadute positive sia in termini di UX che di miglioramento del trust del sito.

Link interni e user experience

Chiaramente, come abbondantemente chiarito, i link interni sono una risorsa chiave anche in ottica di miglioramento della user experience. L’accessibilità ai contenuti e la semplicità di navigazione, infatti, sono due parametri che negli ultimi anni hanno notevolmente aumentato la loro rilevanza SEO: Google è sempre più abile a riconoscere un sito web strutturato per le esigenze dell’utente e intuitivamente fruibile. 

L’inserimento dei link ipertestuali consente di porre in essere una struttura intelligente e modellata sulle reali esigenze del visitatore. Ciò favorisce una migliore predisposizione dell’utente anche ad effettuare azioni funzionali alla strategia del sito, come una transazione, l’iscrizione a una newsletter o la compilazione del form di contatti.

Come gestire responsabilmente i link interni del proprio sito

Cerchiamo ora di comprendere come definire una strategia di link building interno. I link interni devono essere utilizzati per la loro funzione naturale: collegare tra loro due risorse del sito. Una struttura virtuosa di link building interna è pensata per i bisogni dell’utente e trae vantaggio anche in ottica SEO in virtù delle sue caratteristiche di naturalezza e funzionalità.

Agevolare la User Experience

In un sito web, le pagine devono essere interconnesse e offrire sempre all’utente un percorso facilmente accessibile: i link interni adempiono esattamente a questa missione. Ciò però non significa che essi debbano essere inseriti senza una coerenza logica. Il menu principale del sito ed eventuali link nel footer (sitewide) costituiscono già dei link che l’internauta può visualizzare e utilizzare facilmente. Il percorso proposto all’utente deve dunque tenere conto delle sue esigenze e delle modalità più semplici per soddisfarle.

Quanti link inserire in ogni pagina

Non esiste un giusto numero di link da inserire in ogni pagina. Anche in questo caso, il principio fondamentale è quello della naturalezza: il numero utile di link da inserire è dettato da diversi fattori tra cui la complessità del sito e la mole di contenuti offerti. I link inoltre possono essere di tipo informativo, navigazionale, commerciale e transazionale e adempiono a funzioni differenti.

Leggi anche Come ottenere backlink di qualità, pertinenti ed informativi

L’importanza del testo di ancoraggio nei link

I link interni non comunicano solo con l’utente, ma anche con Google. Attraverso l’inserimento di collegamenti che rimandano a una risorsa del sito, viene dato valore a quella risorsa, che ne guadagna in autorevolezza e, anche se non automaticamente, in posizionamento.

Google sa leggere e interpretare i segnali generati dallo schema interno dei link di un sito, riconoscendo la gerarchia di rilevanza delle singole pagine. Anche per questo motivo, è sempre consigliabile creare link con anchor text strategica, inserendo le parole chiave di proprio interesse all’interno del collegamento testuale.

Come gestire i link verso risorse esterne al sito

I link interni sono un fattore di qualità anche quando rimandano a risorse esterne. Un link può essere utilizzato per offrire all’utente un approfondimento (ad esempio linkando una ricerca scientifica all’interno di un articolo in cui viene citata) o per offrire al lettore un servizio specifico (quando ad esempio si collega l’utente a una pagina istituzionale o a un modulo da compilare). I link a fonti esterne migliorano il servizio di navigazione proposto al pubblico e, di conseguenza, sono apprezzati anche da Google.

Piccola accortezza: meglio inserire l’impostazione che permette di aprire il link in una nuova scheda del browser, in modo da evitare che l’utente abbandoni il sito di partenza (ma non solo).

Come trovare e correggere i link interni non funzionanti

Ponendo sempre la user experience al centro della questione, è facile intuire come la presenza di eventuali link rotti o che vanno in 404 offrono un disservizio al fruitore del sito e, di conseguenza, sono dannosi anche dal punto di vista dell’ottimizzazione SEO. Per tale ragione, è bene verificare costantemente che tutti i link presenti nel sito siano funzionanti.

Un broken link può essere generato da diverse cause, tra cui le più comuni sono un’errata trascrizione dell’URL, la cancellazione di una risorsa esterna verso cui puntava il link o la modifica della struttura dei permalink. Ciò che importa è che un link rotto deve essere riconosciuto e corretto e per farlo è consigliabile utilizzare un free checker dei link rotti o strumenti seo a pagamento.

Catene di redirect da link interni: cosa sono e come individuarle

Quando una pagina viene cancellata o modificata, è buona norma effettuare un redirect verso altre risorse del sito (pagine identiche o tematicamente affini), in modo da non perdere il traffico generato dalla pagina e da non generare errori 404. Quando però viene modificato a livello strutturale l’assetto dei permalink, gestire la catena di redirect diventa decisamente più complesso; per tale ragione, occorre utilizzare un approccio tecnico-analitico. Continue modifiche dei permalink accompagnate da una gestione approssimativa dei redirect possono causare una dilatazione dei tempi di risposta del server, provocando una perdita generale di velocità del sito. 

Supponiamo ad esempio che un link, in seguito a numerose modifiche, segua una struttura di redirect di questo tipo: Pagina 1 > Pagina 2 > Pagina 3 > Pagina 4: in questo percorso, irrazionale, è evidente che qualcosa non va e che il giusto percorso dovrebbe essere: Pagina 1 > Pagina 4. Occorre dunque individuare e risolvere le catene di redirect.

Link interni manipolati e penalizzazioni Google

È possibile essere penalizzati da Google per una gestione impropria della link building interna? Anche se la questione è molto poco dibattuta, la risposta è: Sì, è possibile andare incontro a penalizzazioni Google anche per colpa dei link interni.

Una delle tecniche di manipolazione più comuni consiste nella realizzazione di uno schema di link che mette la homepage in collegamento anche con le pagine più profonde del sito, quelle poste in basso nel diagramma ad albero dell’architettura. In questo modo, anche le pagine meno rilevanti del sito, grazie al collegamento con la home, acquisiscono maggiore autorevolezza.

Ciò è vero, però, solo per un lasso di tempo piuttosto ridotto, in quanto il bot di Google riconosce molto facilmente la forzatura dello schema – che chiaramente non è pensato per aiutare il percorso dell’utente – e riconosce la strategia come dannosa e disonesta. A quel punto, il rischio di andare incontro a una penalizzazione algoritmica si fa decisamente concreto.

Un’altra pratica dannosa è quella che si basa sull’ottimizzazione degli anchor text: una pagina viene linkata molteplici volte e sempre con la stessa ancora testuale, in modo da creare un’associazione tra la pagina e la parola chiave. Anche in quel caso, Google riconosce e punisce lo stratagemma molto rapidamente. L’over-ottimizzazione dei link interni è da ritenersi una pratica scorretta, sconveniente e inefficace.

Gli errori più comuni in fase di costruzione di link interni

Elenchiamo gli errori più comuni e da evitare quando si costruiscono link interni sul proprio sito:

  • Creare link a scopo manipolativo: realizzare schemi di link in modo non naturale e al solo scopo di migliorare il trust di una o più pagine è una pratica dannosa e che Google è ormai in grado di riconoscere facilmente. I link devono essere naturali, rilevanti, coerenti e inerenti.
  • Utilizzare l’attributo NoFollow: In questo modo, Google non può riconoscere e dare valore ai link del sito, vanificando di fatto l’intero lavoro.
  • Inserire troppi link in uscita: I link che rimandano a fonti esterne al sito sono un fattore positivo, ma inserirne troppi significa aumentare le possibilità che l’utente abbandoni il sito di partenza (cioè il tuo).
  • Collegare tra loro tutte le pagine del sito: il percorso definito per l’utente deve essere mirato e razionale.
  • Creare anchor text “deboli”: Ancoraggi di link del tipo “Clicca qui” o “Continua a leggere” non apportano valore alla strategia di link building interna e sono dunque sconsigliabili.

Nelle mie consulenze SEO analizzo approfonditamente gli aspetti inerenti il content editing e le strategie di link building interna dei siti. Puoi ottenere maggiori informazioni sui miei servizi compilando il form nella pagina contatti.

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Local SEO: cos’è, come farla e best practice

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 21 Marzo 2023 - Aggiornato il 21 Marzo 2023

La Local SEO o Local Search SEO è l’ottimizzazione di un’attività basata sulla capacità di rispondere in modo specifico a una query geolocalizzata (in un raggio d’azione ben definito sul territorio) nei risultati di ricerca locale di Google.

La Ricerca locale di Google segue un processo simile a quello della SEO nazionale, in quanto permette a un brand di accrescere la propria visibilità online in modo organico e, dunque, gratuito, attraverso le ricerche degli utenti. 

La local SEO, quindi, pone il proprio focus strategico sull’intercettazione di un pubblico che compie ricerche geolocalizzate; ne consegue che la ricerca locale si configura come una risorsa di marketing soprattutto per le attività che offrono servizi sul posto, come i negozi, le attività turistiche, quelle della ristorazione o del ramo alberghiero.

SEO locale e SEO nazionale

Ecco un esempio per chiarire la differenza fra SEO nazionale e Local SEO; prendiamo due tipi di siti web: un e-commerce di abbigliamento e il sito di una pizzeria. In entrambi i casi, le aziende vogliono investire nella SEO, ma strategie e obiettivi saranno del tutto differenti. 

Nel caso dell’e-commerce, verranno prese in considerazione keyword di tipo transazionale come ad esempio “Scarpe in offerta“, “Cappelli da uomo“, “Pantaloni a vita alta in saldo“. L’approccio SEO della pizzeria, invece, verterà sull’acquisizione di traffico tramite parole chiave locali quali “Pizzeria napoletana vicino il Duomo“, “pizza napoletana migliore di Milano“, “Dove mangiare pizza napoletana a Milano“.

Schermata di Google Maps per una ricerca locale
Schermata di esempio di una parola chiave geolocalizzata che attiva la presenza Google Maps in SERP

La presenza dell’indicazione geografica all’interno della parola chiave, inoltre, non è rilevante, poiché, per ricerche di questo tipo, Google è in grado di riconoscere il Search Intent dell’utente, restituendo risultati geolocalizzati in relazione alla sua posizione.

La differenza fra SEO nazionale e SEO Locale non sta solo nella tipologia di parole chiave scelte per la keyword strategy, ma anche negli strumenti e nelle attività, ed è di questo che si parlerà ora: come si fa SEO per attività locali.

I 3 fattori della Local SEO: Pertinenza, Distanza ed Evidenza

Google, nel definire le SERP locali, utilizza 3 criteri:

  • Pertinenza
  • Distanza
  • Evidenza

Questi fattori, gestiti attraverso l’algoritmo Google Pigeon, sono indicati dallo stesso Google nella propria pagina di supporto dedicata alla SEO locale.

Pertinenza

Non a caso il primo fattore: la Pertinenza considera la corrispondenza tra l’esigenza dell’utente espressa attraverso la ricerca e i prodotti/servizi proposti dalle attività in zona, individuando quelle che hanno maggiori possibilità di soddisfare il bisogno dell’utente. Per migliorare questo parametro è dunque consigliabile inserire nel proprio sito informazioni dettagliate sulla tipologia di prodotti e servizi offerti.

Distanza

La Distanza è chiaramente il fattore di vicinanza tra l’attività commerciale e la località indicata nella ricerca; in caso di assenza di questa informazione, Google calcola la distanza utilizzando i dati in proprio possesso relativi alla posizione dell’utente. Il motore di ricerca tende ovviamente a inserire tra le prime posizioni delle sue mappe i contatti delle attività più vicine al punto di interesse.

Evidenza

L’Evidenza si riferisce alla notorietà e autorevolezza di un Brand: Google premia le aziende che hanno un marchio riconoscibile e diffuso. Per fare un esempio, è probabile che ricercando una paninoteca in città, i primi risultati siano relativi a catene di fast food noti a livello planetario. Questo criterio riguarda pressoché ogni tipologia di ricerca locale, come i punti di interesse turistico, le catene alberghiere o i negozi di abbigliamento. Google considera anche i segnali del web per calcolare l’autorevolezza di un’attività, scansionando link, articoli, directory. Altro elemento cruciale è quello delle recensioni, che svolgono un ruolo decisivo nel definire la gerarchia dei risultati nelle mappe.

Leggi anche 10 Fattori SEO per il posizionamento su Google

Google Local e Google Business Profile

Bisogna fare chiarezza riguardo un altro aspetto della SEO Local, ovvero la differenza fra le ricerche inserite come risultati organici della SERP e quelle classificate all’interno delle mappe di Google. Per farlo, occorre parlare di Google Business Profile (ex. Google My Business).

Google Business Profile: che cos’è

Google Business Profile (My Business)
Google Business Profile (My Business)

Google Business Profile è un servizio gratuito offerto da Google ad attività commerciali e non per promuovere prodotti, servizi e iniziative. Si tratta, in pratica, di una scheda online che i marchi possono utilizzare per fornire informazioni a 360 gradi sulla propria struttura: contatti, orari di apertura, informazioni di ogni tipo sull’azienda e la sua offerta, elenco dei servizi, contenuti foto e video. La sezione permette anche di ricevere recensioni dagli utenti e di interagire con loro rispondendo al commento.

L’attivazione del servizio è molto semplice e non richiede particolari competenze informatiche: è sufficiente possedere o creare una Gmail, quindi seguire la procedura guidata che trovate a questo link.

Le ricerche organiche e le mappe di Google

Knowledge Graph Google
Knowledge Graph Google – Gabriele Rispoli

Quando un utente effettua su Google una ricerca con intento locale, solitamente il primo risultato che compare è una mappa in cui sono inseriti dei puntini rossi, che corrispondono alle attività vicine al punto di ricerca. Immediatamente dopo, troviamo un elenco di attività, individuate da Google tramite la relativa scheda Business Profile. Ciò significa che le aziende concorrono nelle SERP di Google Maps attraverso la propria scheda GBP e non tramite i siti web, che invece sono inseriti immediatamente dopo l’elenco di Maps, come risultati organici.

Come ottimizzare una scheda Google Business Profile

Ma come si fa a ottimizzare una scheda Google Business Profile per aumentare la sua visibilità?

Schermata di Gestione Profilo Google Business Profile
Schermata di gestione del profilo Google Business di “Gabriele Rispoli Consulente SEO”

All’interno della scheda Google Business Profile (accessibile da https://business.google.com/locations oppure digitando “la mia impresa” su Google), come già spiegato, è possibile pubblicare una vasta gamma di informazioni e contenuti. L’aggiornamento costante della pagina è in effetti un valore aggiunto, che può favorire la sua crescita negli elenchi di Google Maps: si consiglia prima di tutto di riportare sempre le informazioni corrette, modificando ad esempio gli orari di apertura e chiusura in conformità alle variazioni stagionali e di segnalare eventuali aperture nei giorni festivi. Pubblicare foto, link, post e altri contenuti è un altro ottimo modo di attirare l’attenzione sia dei bot di Google che dei potenziali clienti.

Le recensioni rappresentano una risorsa imprescindibile, è quindi ottima abitudine incoraggiare i propri clienti a rilasciare un commento dopo aver usufruito di un servizio o acquistato un prodotto, gestendo in modo puntuale eventuali critiche o giudizi negativi.

Local SEO e ottimizzazione del sito

La Local SEO, però, non vive di sole mappe e anche i risultati organici rivestono una funzione chiave nell’acquisire traffico geolocalizzato. In questo caso, lo strumento di riferimento è il sito web: è bene favorire il lavoro degli spider, inserendo informazioni di natura geografica all’interno delle pagine del sito, specificando quando possibile la località di riferimento all’interno dei meta-tag Title e Description e, in modo naturale, anche nel footer e negli URL. La pagina Contatti dovrebbe sempre presentare una mappa al suo interno che indica l’esatto posizionamento dell’azienda.

Leggi anche SEO: ottimizzazione per i motori di ricerca

Local SEO e responsive design: l’accessibilità da mobile

Come facilmente intuibile, in ambito “Local” assumono una rilevanza crescente le ricerche effettuate da mobile, poiché la gente, spesso, ricerca luoghi e attività d’interesse con l’intento di raggiungerle in quello stesso momento e, dunque, tramite dispositivi in mobilità. Ecco perché la ricerca locale di Google non può prescindere dalla dotazione di un sito con design responsive, ovvero un’architettura web che sia facilmente fruibile tramite smartphone o tablet.

Il riferimento non è solo alla possibilità di visualizzare facilmente i contenuti del sito, ma anche di interagire direttamente tramite lo schermo. Per rendere il proprio sito ottimizzato dal punto di vista dell’accessibilità mobile, esso deve permettere agli utenti di attivare la telefonata o il percorso di Google Maps direttamente da sito, con un solo tocco, senza la necessità di dover copiare e incollare il numero di telefono o l’indirizzo di destinazione.

In pratica, tutto ciò che rende un sito web accessibile, informativo e geolocalizzato favorisce il suo miglioramento nelle SERP locali di Google.

Vuoi ricevere una consulenza o un preventivo per la tua Local SEO? Contattami a questa pagina, sarò lieto di fornirti tutto il supporto che cerchi.

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Keyword Research: cos’è, perché è importante e come fare la ricerca delle parole chiave

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 14 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

La Keyword Research (o la ricerca delle parole chiave) è una delle attività SEO utili per supportare una buona Strategia SEO al fine di creare contenuti di valore, cioè realmente utili per l’utente, affinché generino traffico sul sito web.

Le parole chiave sono le frasi (o query di ricerca) che gli utenti digitano sui motori di ricerca per trovare informazioni su un determinato argomento di loro interesse. 

Se si è a conoscenza delle parole chiave utilizzate dai potenziali lettori, è possibile creare contenuti che rispondano a determinate esigenze che intercettano l’utente e lo portano a cliccare e leggere il contenuto pubblicato sul sito.

È essenziale, prima di creare e pubblicare contenuti sul tuo sito web, fare un’analisi delle parole chiave per comprendere cosa cercano gli utenti su Google e quali siano i loro interessi.

Perché è importante fare la Keyword Research

La Keyword Research è di fondamentale importanza ai fini SEO e se inserita in una buona strategia, permette di far aumentare la visibilità del tuo sito sui motori di ricerca.

Effettuare una buona Keyword Research è utile per individuare le parole chiave più pertinenti al tuo business online. Queste, possono essere utilizzate in modo strategico non solo all’interno dei tuoi contenuti come money page, articoli di blog, categorie e-commerce e schede prodotto ma è utile inserirle anche nei Title delle pagine, nei Tag H e nelle Meta Description. 

Implementare queste azioni è fondamentale per migliorare il posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca, intercettando potenziali utenti in target e aumentando il numero di visite qualificate.

Come si fa la ricerca delle parole chiave

La ricerca delle parole chiave è un’attività che richiede studio, attenzione ed esperienza in materia di Marketing online. 

Per fare una buona Keyword Research è possibile avvalersi di strumenti noti anche come tool online che supportano nell’attività di ottimizzazione per i motori di ricerca (dall’inglese Search Engine Optimization).

Il tool sul mercato maggiormente utilizzato dai professionisti SEO è SEMrush. Si tratta di uno dei più potenti strumenti di analisi SEO ed è impiegato anche per svolgere la Keyword Analysis.

Ricerca Keywords su Semrush
Esempio di Ricerca Parole Chiave su SEMrush (Ingrandisci)

Questo SEO Tool quando utilizzato in modo corretto può restituire dati utili su una determinata Keyword come:

  • i volumi di ricerca mensili;
  • la stagionalità;
  • le Keyword principali, secondarie e correlate;
  • la difficoltà nel posizionamento.

Per poter fare una ricerca ottimale delle parole chiave da utilizzare per raggiungere risultati efficaci è utile tenere sempre a mente alcuni concetti pratici.

Te li elenco di seguito.

Poniti un obiettivo da raggiungere

Prima di iniziare qualsiasi attività legata alla SEO e alla ricerca delle parole chiave più rappresentative per il tuo mercato di riferimento, visualizza il tuo obiettivo e la tua mission, identificando bene cosa vuoi comunicare e chi sono le persone da raggiungere.

Solo dopo potrai procedere alla definizione di una Keyword Strategy.

Crea un elenco delle parole chiave

Una volta che avrai chiarito l’obiettivo, potrai procedere con la ricerca e la creazione di un elenco di parole chiave.

Poniti queste semplici domande:

“Cosa cerca il mio target?”

“Quali parole chiave potrebbe utilizzare per cercare online un prodotto o un servizio?”

“Quale problema potrei risolvere con ciò che sto proponendo loro?”

“Come e in cosa mi differenzio dagli altri miei concorrenti?”

Dopo aver risposto a queste domande potrai lavorare all’elenco di parole chiave per le quali potrai essere trovato.

Fai l’analisi della concorrenza

Dopo aver scelto le keyword per le quali vuoi posizionarti, è importante fare un’analisi della concorrenza per la tua nicchia di riferimento.

Se la concorrenza per una determinata keyword è alta (lo puoi capire dall’osservazione della SERP) e dunque la parola chiave è molto competitiva, posizionarsi con l’obiettivo di generare alto traffico verso una pagina del tuo sito può essere difficile.

In questi casi è utile concentrarsi su parole chiave meno competitive (con meno volumi di ricerca) che potrebbero portare meno traffico al tuo sito, ma assicurarti un posizionamento del sito web più agevole.

Osserva gli intenti di ricerca

Una buona Keyword Strategy deve essere in grado di rispondere alle domande che gli utenti digitano sui motori di ricerca e fornire soluzioni per soddisfare o risolvere le loro esigenze o problematiche.

Quando un utente utilizza un qualsiasi motore di ricerca, sta navigando in cerca di qualcosa dunque, l’intento di ricerca è ogni volta differente.

L’intento di ricerca si può suddividere in:

  • intento informativo;
  • intento navigazionale;
  • intento transazionale;
  • intento commerciale.

Per capire qual è l’intento di ricerca di determinate parole chiave, è importante analizzare le pagine di altri siti web che si posizionano meglio per quella determinata query.

Cosa rappresenta il volume di ricerca di una keyword

Il volume di ricerca rappresenta il numero di volte che una determinata parola chiave, frase o query viene digitata e dunque cercata su un qualsiasi motore di ricerca da un utente, in un determinato periodo di tempo.

I volumi di ricerca sono uno dei fattori chiave che i SEO Specialist prendono in considerazione quando si tratta di scegliere le parole chiave per l’ottimizzazione di un sito web.

Una parola chiave con un alto volume di ricerca, indica che viene cercata da molti utenti, al contrario, un basso volume di ricerca, significa che pochi utenti digitano quella parola chiave sui motori di ricerca. 

Maggiore è il volume di ricerca, maggiore sarà l’opportunità di ricevere traffico sul sito web se il contenuto viene visto come autorevole per posizionarsi in prima pagina, sulla base della concorrenza della parola chiave, la pertinenza del testo con il sito in questione e la stagionalità.

Panoramica Keyword Semrush
Panoramica Keyword Semrush

Cos’è la Keyword Difficulty

La keyword difficulty è un indicatore utilizzato per rappresentare e valutare la competitività di posizionamento di una determinata parola chiave.

L’indicatore che viene mostrato dai tool SEO si riferisce alla facilità o alla difficoltà che una pagina di un sito ha di posizionarsi tra i primi risultati di ricerca organica.

Questa analisi aiuta lo Specialista SEO a selezionare le parole chiave giuste durante la strategia volta all’ottimizzazione di un sito internet al fine di migliorare la visibilità sui motori di ricerca.

La difficoltà di una parola chiave dipende da diversi fattori, tra cui la sua popolarità, la concorrenza esistente, l’autorevolezza del sito web e la qualità dei contenuti del sito stesso.

Come utilizzare le parole chiave

Utilizzare le parole chiave sulla base di quanto detto fino a qui, può sembrare semplice ma, la realtà è che richiede tanto lavoro nonché conoscenza della materia.

È per questo che durante la ricerca delle parole chiave, potresti incontrare difficoltà o avere dubbi o domande. 

Di seguito potrai trovare alcuni consigli utili su come utilizzare al meglio le parole chiave.

  1. Usa una parola chiave (compresi i sinonimi) per una singola pagina: in passato gli esperti di SEO creavano più pagine per ogni singola parola chiave o sinonimo della parola chiave affinché venissero posizionate.

Oggi tutto ciò non è più necessario in quanto i motori di ricerca sono in grado di comprendere le variazioni delle parole chiave e mostrano agli utenti, la migliore risposta alla loro domanda in base all’intento di ricerca.

  1. Utilizza una parola chiave solo una volta: al fine di evitare la cannibalizzazione, è necessario ottimizzare ogni singola pagina per una singola parola chiave.

    Per migliorare il posizionamento del sito web, inserisci anche parole chiave secondarie e correlate per aiutare i motori di ricerca a comprendere meglio l’argomento.
  2. Analizza le parole chiave al plurale o al singolare: prima di utilizzare una determinata parola chiave, analizza i risultati della SERP in quanto, i motori di ricerca sono in grado di distinguere una parola chiave al plurale o al singolare, sulla base dell’intento di ricerca degli utenti.
  3. Scrivi e ottimizza un articolo per una specifica Keyword: dopo aver analizzato una specifica keyword in termine di volumi di ricerca e intento, scrivi e ottimizza un articolo monitorando e migliorando il suo posizionamento in SERP dopo la sua pubblicazione.

    Prova anche ad attrarre dei backlink di qualità.
  4. Dai priorità alle parole chiave utili al tuo progetto: crea contenuti interessanti sulla base delle parole chiave utili per l’utente.

    Lavorando sulle parole chiave che più rappresentano il tuo progetto, aumenteranno anche i fattori di ranking, cioè gli elementi che i motori di ricerca utilizzano per esaminare la pertinenza e l’autorevolezza di un sito web, per determinare il suo posizionamento nei risultati di ricerca per determinate keyword.

    Pianifica di conseguenza anche la creazione di contenuti (PED) che può essere mensile, semestrale o annuale, in base alle tue esigenze.

Che differenza c’è tra parola chiave principale, secondaria o correlata

Le parole chiave, sono uno dei tanti elementi fondamentali che aiutano a migliorare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca. 

Esistono diverse tipologie di parole chiave, tra queste: 

  • le parole chiave principali;
  • le parole chiave secondarie;
  • le parole chiave correlate.

Conoscere le differenze tra queste diverse tipologie di keyword, è fondamentale per strutturare una strategia SEO.

Parola chiave principale

La parola chiave principale è la parola (o la keyword) che rappresenta e descrive in modo attinente il contenuto di una pagina web. È la parola su cui si desidera posizionare una determinata pagina sui motori di ricerca.

Se si possiede un e-commerce che vende scarpe, la parola chiave principale potrebbe essere “scarpe online”. 

La scelta delle parole chiave principali di un sito web, dovrebbe essere fatta in base all’argomento trattato e alla sua competitività sul web.

Parola chiave secondaria

La parola chiave secondaria è la parola che dà supporto alla parola chiave principale. È una correlata della parola chiave principale e il suo scopo è quello di fornire maggiori informazioni sui contenuti della pagina. 

Per la parola chiave principale “scarpe online”, le parole chiave secondarie potrebbero essere “scarpe da ginnastica”, “scarpe eleganti”, “scarpe da uomo” o “scarpe da donna”.

Utilizzare le parole chiave secondarie all’interno di una pagina web, aiutano a fornire maggiori informazioni sia agli utenti che navigano sul sito, sia ai crawler dei motori di ricerca che la scansionano per indicizzarlo e posizionarlo.

Parola chiave correlata 

La parola chiave correlata è la parola fortemente collegata alla parola chiave principale, ma non supporta obbligatoriamente il suo contenuto.

Per la parola chiave principale “scarpe online”, una delle parole chiave correlate potrebbe essere “accessori moda online”.

L’utilizzo delle correlate fornisce maggiori informazioni su quale sia l’argomento del sito web o cosa propone un e-commerce, e ne migliora la visibilità del sito sui motori di ricerca.

Cosa tenere a mente quando si fa la Keyword Strategy

A questo punto, dovresti essere in grado di definire la Keyword Strategy per il tuo progetto online dunque, prima di avvalerti di qualsiasi strumento utile per la ricerca delle keyword, rispondi sempre alle domande che ti ho riportato in questo articolo.

Quando si fa la Keyword Research, è utile tenere sempre a mente che si stanno utilizzando strumenti a supporto della SEO e in quanto tali, non ci si deve affidare ciecamente ai risultati che riportano ma contestualizzare ed analizzare ogni dato.

Come si dice in ambito SEO “Il migliore Tool rimane sempre il nostro cervello”.

Prima di procedere con la ricerca delle parole chiave, la creazione di un PED o la scrittura di testi in ottica SEO, è importante analizzare sempre con i tuoi occhi la SERP che Google o gli altri motori di ricerca ti restituiscono e valutare search intent e volumi di ricerca.
Se desideri migliorare il posizionamento del tuo sito e desideri essere affiancato da un SEO, contattami per svolgere una Keyword Research utile per il tuo progetto online.

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Come ottenere backlink di qualità, pertinenti ed informativi

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Se sei proprietario di un sito web o gestisci un’attività online, di sicuro avrai sentito parlare della link building, una strategia di marketing digitale che consiste nell’ottenere link da altri siti web verso il proprio, al fine di creare un network di collegamenti utili e pertinenti, tale da ottenere un miglior posizionamento organico.

Generalmente, maggiore è il numero di backlink e maggiore è l’autorevolezza che il motore di ricerca attribuisce a un sito web: ecco perché la link building è un’attività fondamentale per migliorare sia la reputazione del tuo brand che la posizione del tuo sito sui risultati di ricerca.

Ma non basta aumentare il numero di link in ingresso per definire una strategia solida ed efficace: la qualità dei backlink, infatti, è un aspetto altrettanto importante di cui tener conto se vogliamo ottenere risultati duraturi e tangibili. I motori di ricerca, infatti, valutano molti fattori di posizionamento e, tra questi, ovviamente, c’è anche la qualità del sito che fornisce il link.

Se il sito è autorevole e pertinente al tuo settore, il backlink sarà considerato di maggior valore rispetto a uno proveniente da un sito poco affidabile o non rilevante. Inoltre è importante che i link siano inseriti in modo naturale e coerente con il contenuto della pagina di destinazione, senza adottare scorciatoie maldestre e ingannevoli perché possono causare pesanti penalizzazioni.

Come si ottengono link e menzioni da altri siti web?

Il modo migliore per ottenere link e menzioni da altri siti web è quello che gli stessi motori di ricerca prediligono, ovvero attraverso interazioni spontanee attivate attraverso l’autorevolezza del tuo sito web e la qualità dei tuoi contenuti. Questo significa che la link building richiede, necessariamente, la creazione e la diffusione di risorse interessanti e utili per il tuo pubblico, così da aumentare in modo significativo le probabilità di essere citato e linkato in modo naturale da altri siti web.

Questo tipo di link building, basato sulla creazione di contenuti di valore per gli utenti, è considerato etico e “pulito” ed è anche definito Link Earning.

Non sempre, però, una strategia di acquisizione di link può essere gestita attraverso la Link Earning. Per ottenere risultati in modo rapido e costante, diventa fondamentale la consulenza di un professionista SEO in grado di configurare un approccio di link acquisition naturale, privo di rischi e performante, partendo da un’accurata scelta delle parole chiave e selezionando siti web coerenti e qualitativi da cui farsi menzionare strategicamente.

Ricorda che la link building non consiste in una banale compravendita di link, ma nell’adozione di tecniche utili a migliorare la reputazione di un sito web.

Si tratta di un processo che richiede tempo e impegno, ma che può portare grandi benefici per il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca.

Quali backlink è possibile ottenere da altri siti web?

Come ho spiegato prima, la link building è una strategia di marketing che ha l’obiettivo di aumentare la quantità e la qualità dei backlink che puntano verso un sito web, al fine di migliorarne la posizione nei risultati di ricerca.

Mi riferisco ad una tecnica che si basa sul funzionamento degli algoritmi dei motori di ricerca, i quali stabiliscono una serie di criteri utili a valutare la qualità e l’autorevolezza di un sito web.

Tra questi criteri, per l’appunto, figurano i backlink, cioè i link di qualità che puntano verso il sito web da ottimizzare.

Esistono diverse tipologie di link, alcune delle quali sono considerate più efficaci e corrette rispetto ad altre. Mi riferisco, per esempio, ai link editoriali, ovvero quelli ottenuti in modo naturale grazie all’ordinaria attività di creazione di contenuti. Questi link sono particolarmente apprezzati dai motori di ricerca in quanto rappresentano una testimonianza di autorevolezza e rilevanza del sito web in questione.

Ci sono tanti modi per ottenere risultati con questo tipo di strategia e, per quanto mi riguarda, quelli che prediligo sono fondati su metodi trasparenti, sia per il lettore finale che per i bot dei motori di ricerca.

Offrire qualità e completezza informativa alle persone, a mio modo di vedere, resta la strada più sicura da perseguire anche se, talvolta, può richiedere tempi più lunghi.

Quali sono i benefici di una strategia di link building ben fatta?

In parte avrai già capito che i vantaggi di questo tipo di strategia sono molteplici perché grazie alla link building un sito web può aumentare la visibilità e l’autorevolezza sul proprio mercato di riferimento online.

Di conseguenza, una link building bene implementata comporta un considerevole aumento del traffico organico sul sito che, per la legge dei grandi numeri, si traduce in maggiori possibilità di guadagno.

Un’altra grande opportunità offerta dalla link building, specialmente nell’ambito di una strategia a lungo termine, è quella di sviluppare relazioni durature con altre realtà del tuo settore di riferimento: la link building, infatti, non deve essere vista come una semplice attività di acquisizione di link, ma come un’opportunità per entrare in contatto con altri attori del tuo mercato e, ovviamente, sviluppare relazioni vantaggiose e propizie.

A beneficiare della link building, infine, sono anche gli stessi utenti perché, grazie ad una rete di link ben costruita, sono messi in condizione di espandere gli orizzonti di navigazione e vivere un’esperienza ricca, informativa e capace di rispondere alle loro esigenze.

Quali sono le conseguenze di strategie di link building manipolative?

I motori di ricerca hanno delle politiche ben precise, pensate per tutelare l’esperienza di navigazione degli utenti e, quindi, offrire risultati di ricerca pertinenti e di elevato valore informativo.

Per questo, quando un sito web cerca di aggirare tali norme, le penalizzazioni possono essere piuttosto severe, soprattutto nel caso in cui si adottino scorciatoie di link building espressamente vietate.

Una delle principali penalizzazioni previste dai motori di ricerca è la diminuzione della visibilità del sito web nei risultati di ricerca che, in casi estremi, può anche essere completamente rimosso dai risultati di ricerca.

Le strategie manipolative, inoltre, possono portare anche alla rimozione dei link stessi, che a sua volta causa una perdita di traffico – in quanto viene perso un referral, ovvero una sorgente di traffico – e un abbassamento del trust de sito che veniva linkato.

Il mio consiglio è quello di non cedere alla tentazione di ricorrere a dannose scorciatoie perché i tempi ed i costi richiesti per superare una penalizzazione, il più delle volte, sono ben maggiori rispetto a quelli che richiede una strategia pulita e lineare.

A chi affidare il tuo sito web per fare link building?

Se sei alla ricerca di un professionista che possa aiutarti a implementare una strategia di link building efficace per il tuo sito web ti suggerisco vivamente di rivolgerti ad un esperto ben inserito nel mercato. L’importanza di avere a disposizione una figura competente e affidabile è fondamentale per evitare penalizzazioni da parte dei motori di ricerca e per ottenere risultati concreti nel tempo.

Per fare link building in modo sicuro ed efficace è necessario individuare un consulente SEO esperto e capace di instaurare buone relazioni con altri siti web, in grado di riconoscere quelli di maggior valore e di orientarsi verso strategie di crescita a lungo termine. Questo perché, come abbiamo visto, i benefici di una buona strategia di link building sono tangibili solo nel medio e lungo periodo.

In conclusione, quindi, affidarsi ad un consulente SEO capace di lavorare con metodologie etiche e di pensare al futuro può rappresentare la scelta migliore per la crescita del tuo sito web e, ovviamente, anche del tuo fatturato.

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SEO: ottimizzazione per i motori di ricerca

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Oggi, più che in passato, classificarsi nelle prime posizioni di Google è diventato decisamente complicato poiché la competitività online ha raggiunto livelli sconosciuti fino ad ora; la ragione è molto semplice: il posizionamento rende moltissimo in termini di visibilità e, indirettamente (ma non troppo), di fatturato.

Cerchiamo dunque di comprendere a fondo che cos’è la SEO e come ragiona Google, così da capire come si definisce una strategia di posizionamento performante.

Cos’è la SEO

SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization (ottimizzazione per i motori di ricerca) e comprende le attività, le strategie e gli strumenti che permettono l’ottimizzazione di un sito web al fine di posizionarsi in alto nelle ricerche di Google e degli altri motori di ricerca. Vi siete mai chiesti in base a quali fattori i motori di ricerca selezionano i siti web da inserire in prima pagina? La risposta a questa domanda è complessa, come complesso è il mondo della SEO.

I fattori che concorrono a definire la qualità di un sito e la sua coerenza con gli intenti di ricerca degli utenti sono molteplici e ognuno di essi è meritevole di un’attenzione specifica: esattamente ciò che faremo in questo articolo.

Come funziona Google

Cerchiamo prima di tutto di sgomberare il campo da equivoci tipici di chi si approccia per la prima volta alle logiche della SEO. Spesso infatti si tende a fare confusione tra i concetti di “posizionamento” e di “indicizzazione”. Google – così come gli altri motori di ricerca – procede secondo una logica perfettamente lineare, ma che deve essere ben compresa, e che si articola in 3 step consequenziali, ovvero la scansione, l’indicizzazione e il posizionamento di un sito web:

Scansione (crawling)

In questa fase (detta anche fase primitiva) Google analizza tutte le pagine presenti online e per ognuna di esse scansiona il codice (html, markup, jss, css, etc) e i contenuti. Questo processo viene definito crawling.

Indicizzazione (indexing)

Nella seconda fase, le informazioni ottenute dal motore di ricerca vengono raccolte e organizzate. Quando Google indicizza una pagina vuol dire che prende atto della sua esistenza e che, da quel momento in poi, può essere posizionata, ovvero competere con gli altri risultati.

Posizionamento (ranking)

Ovvero l’ordine utilizzato da Google per classificare le pagine nelle SERP (Search Engine Results Page), ovvero la pagina dei risultati del motore di ricerca. Per riassumere, una pagina web è indicizzata nel momento in cui è inserita nella lista dei siti noti a Google, mentre è posizionata quando appare tra i primi risultati della SERP.

L’obiettivo della SEO non è quello di indicizzare un sito web (attività effettuata in autonomia da Google), bensì di posizionarlo attraverso strategie e interventi mirati.

Query: le ricerche degli utenti

Chiaramente, un sito web si pone l’obiettivo di competere su SERP inerenti il proprio settore di attività, ovvero ha lo scopo di apparire tra le prime posizioni per determinate parole chiave – o keywords – cioè la stringa di parole che gli utenti inseriscono quando effettuano una ricerca. Il testo digitato dall’utente nella barra di ricerca di Google si chiama query di ricerca.

Le query, però, non sono tutte uguali, ma differiscono in relazione all’intento dell’utente che ha interrogato il motore di ricerca. In base a questa logica, possiamo suddividere le query di ricerca in 3 tipologie: informazioniali, navigazionali e transazionali.

Le query informazionali

  • Come formattare un PC
  • Ricetta della carbonara
  • Musei di Londra

In questi tre esempi sono riportate delle tipiche query informazionali, ovvero delle interrogazioni al motore di ricerca che l’utente esegue, appunto, per ottenere delle informazioni.

Le query navigazionali

  • Facebook
  • Google Maps
  • Wikipedia

Qui invece sono riportati tre esempi di query navigazionali. In questo caso, l’utente effettua la ricerca con un intento ben preciso e un obiettivo specifico, come accedere a Facebook o consultare le mappe di Google.

Le query transazionali

  • Smartphone in offerta
  • Ristorante di pesce Roma
  • Corso SEO

Questi ultimi tre esempi si riferiscono invece a query di tipo transazionale ovvero, come chiarisce la parola stessa, ricerche effettuate con lo scopo di avviare e concludere una transazione, un acquisto. Come facilmente intuibile, questo tipo di parole chiave è particolarmente ambito dalle aziende che operano online con l’obiettivo di aumentare le vendite attraverso i canali del web.

L’importanza dei contenuti

Chiarito come opera Google e cosa si intenda per parole chiave e query di ricerca, procediamo oltre e domandiamoci ora in che modo le parole chiave debbano essere utilizzate per favorire il posizionamento delle pagine sul motore di ricerca.

Qui ci inoltriamo in una questione in realtà molto articolata: abbiamo già anticipato che i fattori che influenzano il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca sono in realtà moltissimi; tra di essi, uno dei più importanti è quello dei contenuti testuali. Non a caso, un vecchio adagio della SEO mai fuori moda è quello che recita “Content is the king”, il contenuto è il re.

In effetti, la selezione delle parole chiave e la loro corretta distribuzione all’interno delle pagine del sito rivestono un ruolo prioritario per la strategia SEO; possiamo ritenere le attività di individuazione delle keywords e di ottimizzazione dei testi, in un certo senso, le fondamenta su cui costruire l’intera strategia SEO.

Le parole chiave

Prima però cerchiamo di disfarci di luoghi comuni ormai desueti e che, nella SEO di oggi, perdono la loro importanza. Uno di essi è quello secondo cui l’utilizzo ricorsivo della keyword all’interno di un testo faciliti un rapido posizionamento della pagina che ospita il contenuto.

Ormai Google dà molta più importanza ad altri aspetti. Ciò significa che il contenuto non è più il re? Assolutamente no, anzi! Cambiano però i parametri utilizzati da Google per assegnare valore alle pagine; se un tempo il numero di ricorrenze di una parola chiave rappresentava una valida risorsa per scalare le SERP, oggi assume un’importanza ben maggiore la qualità dei contenuti, la loro tematicità, la specificità, la completezza.

Facciamo un esempio pratico: se fino a qualche anno fa, per posizionarsi per la parola chiave “come cambiare una gomma” era utile contestualizzare la frase chiave all’interno del testo, oggi Google è molto più abile a riconoscere tali stratagemmi e a non considerarli.

Allo stesso tempo, però, Big G. è perfettamente capace di riconoscere i contenuti che realmente forniscono informazioni utili all’utente su come cambiare una gomma, integrando le informazioni anche con immagini, video e ogni tipo di supporto utile al fruitore del contenuto. Resta però valida la necessità di ottimizzare al meglio i meta-tag title e description, rispettivamente, il titolo e il sottotitolo di una pagina che appare nella SERP di Google.

SEO On Site e SEO Off Site: le differenze

Fino ad ora abbiamo parlato di tutti quegli interventi che è possibile implementare direttamente sul sito web, ovvero di tutte le attività di SEO On-Site. Google, però, non considera esclusivamente ciò che un sito web propone all’interno delle sue pagine, ma anche come la rete considera quel sito web.

Il motore di ricerca più utilizzato al mondo, infatti, interpreta i segnali sociali forniti da altre piattaforme del web, come i link, le citazioni e le menzioni, per farsi un’idea sull’autorevolezza dei siti web in esame e, di conseguenza, per collocarli nelle posizioni che meritano.

Un sito che riceve una quantità rilevante di link dall’esterno, infatti, è considerato autorevole da Google, poiché ogni link è una dimostrazione di fiducia che viene concessa da altri operatori del web. Ma è tutto così semplice e lineare? Ovviamente no! Conquistare link in maniera spontanea non è affatto facile.

Per questo motivo, in ambito SEO si utilizzano strategie di SEO Off-Site funzionali ad acquisire link e menzioni. Un link può essere acquistato, costruito attraverso la realizzazione di contenuti di qualità e attività di Digital PR, con l’obiettivo di accrescere l’autorevolezza e la credibilità di un sito e, di conseguenza, migliorare il posizionamento del sito. L’attività di acquisizione di link è chiamata link building.

Errori e tecniche SEO da evitare

Abbiamo dunque visto come Google ‘valuta’ un sito web e quali sono i fattori SEO fondamentali che il motore di ricerca prende in considerazione. Siamo però ben lontani dal ritenere conclusa la trattazione. In realtà, ciò che in teoria può apparire lineare, all’atto pratico non lo è affatto.

Ci sono ad esempio diverse tecniche di posizionamento dannose ed errori strategici che possono compromettere significativamente il posizionamento di un sito. Qui elenchiamo quelli più rilevanti.

Forzature nella content strategy

Lo abbiamo già accennato: far ricorrere in modo eccessivo una parola chiave all’interno di un testo è una pratica oggi ritenuta ormai tossica.

Google sa riconoscere le forzature SEO ed è in grado di scansionare semanticamente un testo. Di conseguenza, il motore di ricerca è pronto a penalizzare i siti web che presentano un copy innaturale e contraddistinto da forzature SEO. Altre pratiche negative di content editing sono quelle relative alla pubblicazione di contenuti duplicati, inutili, troppo brevi o di bassa qualità.

Link building tossica (es. PBN e Link Spam)

Abbiamo già spiegato che i link sono una risorsa per la SEO… Ma non sempre. La quantità di link che un sito riceve non è infatti un parametro valevole in sé e i link non hanno tutti lo stesso valore.

Un sito web caratterizzato da una link profile di bassa qualità, infatti, non solo non trae alcun beneficio dall’attività di link building, ma si espone all’altissimo rischio di andare incontro a penalizzazioni da parte di Google: il sito può essere arretrato in SERP o, nei casi più gravi, può essere fatto sparire del tutto dagli elenchi di ricerca.

Quali sono i link che abbassano la qualità della link profile? Ad esempio i link ricevuti da siti di spamming oppure quelli acquisiti tramite strategie di link building aggressive (come lo scambio di link o l’acquisto di link a pacchetti da rivenditori poco affidabili).

Errori di carattere tecnico

C’è poi un vastissimo elenco di errori tecnici che, sebbene poco o per nulla visibili agli occhi dell’utente, sono invece facilmente individuabili da Google.

Oggigiorno, ad esempio, ha assunto una rilevanza notevolissima la corretta gestione della privacy e, dunque, l’adeguamento del sito alle regolamentazioni imposte dal GDPR.

Attenzione poi alla corretta implementazione del protocollo HTTPS, l’unico che oggi garantisce all’utente una navigazione sicura in quanto è in grado di criptare la connessione dell’utente, proteggendo i suoi dati.

Altri elementi cruciali dal punto di vista tecnico sono la definizione di una struttura di sito intuitiva e che favorisce la user experience e l’ottimizzazione delle URL delle singole pagine.

Come monitorare i risultati: strumenti indispensabili e non solo

Un progetto SEO non giunge mai a conclusione. Implementata la strategia, il sito web inizierà a muoversi in SERP e, se gli interventi del consulente SEO sono andati a buon fine, inizierà a scalare posizioni e ad aumentare le visite.

I risultati raggiunti, però, devono essere interessati da una costante attività di monitoraggio. Per monitorare in maniera efficace l’andamento del progetto, esistono numerosi strumenti SEO funzionali allo scopo.

Sicuramente, due tool imprescindibili, nonché gratuiti, sono:

  • Google Analytics
  • Google Search Console

I servizi inclusi nella suite di Google che permettono, rispettivamente, di analizzare l’andamento del sito sotto il profilo del traffico e degli obiettivi e di controllare lo stato dell’indicizzazione e ottimizzazione del sito web. Non solo: esistono sul mercato numerosissimi software che permettono di gestire un progetto SEO a 360 gradi o attività specifiche.

Tra i software SEO più noti e utili del mercato possiamo citare:

  • SEMRush
  • Moz
  • SEOZoom
  • Ahrefs
  • Screaming Frog
  • Majestic SEO
  • Mangools
  • SEO Tester Online

Considerazioni finali

L’universo SEO è decisamente ampio e sfaccettato e questo articolo è da intendere come una guida introduttiva.

Gestire un progetto SEO richiede conoscenze trasversali e specifiche, capacità analitiche ed esperienza; per un principiante può risultare molto complicato, se non del tutto impossibile, gestire in autonomia un progetto di posizionamento online e il rischio è di sprecare tempo e risorse in attività che, a giochi fatti, possono rivelarsi del tutto inutili se non persino dannose per il sito web.

Il consiglio, dunque, è quello di rivolgersi a professionisti del settore, effettuare una SEO Audit utile a definire la situazione di partenza, gli obiettivi e le criticità della piattaforma, quindi procedere con le attività di ottimizzazione.

Occorre infine considerare che una strategia SEO, prima di generare risultati, necessita di tempo e che è impossibile definire se e in che misura si rivelerà vincente. Una cosa è certa: per ottenere risultati con la SEO occorre crederci realmente, investire bene e avere pazienza.

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10 Fattori SEO per il posizionamento su Google

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Come è ormai noto, Google utilizza oltre 200 fattori per decretare la classifica organica delle pagine nei risultati di ricerca (SERP).

In questa guida voglio elencarti in maniera semplice e concreta quelli che sono ritenuti i fattori di posizionamento SEO più importanti per Google nel 2023.

Fattori legati al dominio

Ho deciso di partire da qui, in quanto il dominio è l’elemento essenziale da cui partire per creare un progetto, e quindi un sito web.

Tra i principali fattori presi in considerazione dal motore di ricerca Google, troviamo:

Anzianità del dominio

In passato, quando si “giocava” molto sul PageRank di un sito, i domini aventi le metriche molto alte venivano presi in netta considerazione da Google (spesso manipolando l’algoritmo), in quanto ritenuti più importanti rispetto ad un dominio vergine o di poca data.
Attualmente il PageRank esiste ancora, ma il valore con cui oggi Google influisce e attribuisce il suo peso ad una pagina web o intero dominio è decisamente cambiato.

In questo video, Matt Cutts (ex capo del team antispam di Google) spiega come Google usi l’età del dominio come fattore di posizionamento, ma non in maniera rilevante.

Dominio EMD (Exact Match Domain)

I domini a chiave esatta, una delle principali tattiche (datate) di posizionamento usate da SEO, webmaster e titolari di dominio da ormai molti anni. Oggi questi domini possono ancora creare un vantaggio competitivo? Raramente.

Durata di registrazione del dominio

Secondo quanto riporta Search Engine Journal in questo post, pare che Google apprezzi maggiormente i domini che vengono registrati con una durata più ampia rispetto a quelli con rinnovo annuale, in quanto può attribuire la durata di un dominio alla legittimazione del progetto e del proprietario.

Estensione TLD

L’estensione di un dominio può favorire il posizionamento, ma può limitare la capacità del sito di posizionarsi in maniera ampia, globale. Può essere utile ad esempio registrare un dominio con TLD “.it” qualora volessimo rivolgere la nostra attenzione ad un pubblico prettamente italiano.

Parola chiave nel sottodominio

Confronto Keyword dominio vs sottodominio
Keyword dominio vs sottodominio

Secondo quanto riporta un gruppo di esperti di Moz, la parola chiave contenuta all’interno del sottodominio può favorire il posizionamento.

Fattori On Page

I fattori on-page sono tutti quei fattori che influenzano in maniera profonda il posizionamento di una singola pagina web.

Tra quelli ritenuti fondamentali vi sono:

Tag Title

Keyword nel Tag Title
Keyword nel Tag Title

Il tag title è l’elemento primario che definisce il contenuto di una pagina web. Sicuramente ha meno peso degli anni passati, ma resta comunque un elemento indispensabile per rafforzare l’ottimizzazione e il conseguente posizionamento della pagina stessa. Assicurati di aver inserito la keyword per la quale vorresti posizionare la tua pagina all’inizio del title, in maniera naturale. Questo elemento è visibile ed influente a livello di SERP. È importante inoltre che il tag title di una pagina sia univoco, in quanto la duplicazione dello stesso o la sua ripetizione all’interno della stessa pagina potrebbe pregiudicare il posizionamento del sito web.

Marcatore titolo H1

Il tag H1 è il titolo che compare generalmente all’inizio della pagina su cui siamo atterrati. È molto importante che in esso sia presente la keyword interessata, ma va leggermente variata rispetto al title.

Marcatore titolo H2

Il marcatore titolo H2 può essere utilizzato più di una volta all’interno della stessa pagina e serve ad esprimere un concetto più ampio del tag H1. Si consiglia di utilizzarlo per inserire le parole chiave correlate a quella principale. Si possono usare inoltre anche i tag H3 per approfondimenti degli H2.

Meta Description

La meta description è un fattore di ranking indiretto, in quanto condiziona il posizionamento attraverso il click-through rate (CTR) generato dagli utenti nei risultati di ricerca.

Fattori On Site

I principali fattori di ranking che Google valuta a livello di sito sono:

Dispositivi Mobili

il Mobile-Friendly, ovvero la compatibilità di un sito con i dispositivi mobili, è diventato per Google un fattore di ranking a partire dal 2015, con un update denominato Mobilegeddon.

Protocollo HTTPS

Uso di Https
Uso di Https

Come annunciato da Google nel 2014, il protocollo HTTPS viene considerato un parametro valutativo di qualità di un sito web. Il peso attribuito a questo elemento ancora non si sa, quel che è certo però è che i tassi di adozione del protocollo SSL sono decisamente aumentati negli ultimi anni ed è indispensabile per i siti web che gestiscono dati sensibili degli utenti o per i siti ecommerce, in quanto hanno a che fare con transazioni finanziarie.

Velocità del sito

Schermata di Google PageSpeed Insights per la versione Desktop
Report performance Google PageSpeed Insights Desktop del sito gabrielerispoli.it

Google ha pubblicamente affermato che la velocità di caricamento di un sito web è un fattore di ranking. Un tempo di caricamento rapido è determinante soprattutto per gli utenti, in quanto aumenterebbe potenzialmente le conversioni e migliorerebbe l’esperienza utente nel sito.

Link Interni

Un altro aspetto importante e condizionante il posizionamento di un sito, è quello legato alla linking interna (internal linking).

La linking interna è utile in quanto aiuta Google e gli utenti a determinare la rilevanza di una pagina web.

In maniera specifica, la linking interna può favorire la scansione e l’indicizzazione delle risorse del nostro sito, migliora la fruibilità dei contenuti e la navigazione utente, distribuisce Link Juice, migliora il posizionamento della pagina linkata.

Parole Chiave

Le parole chiave sono l’elemento portante per definire l’argomento di una pagina e classificarla al meglio sui motori di ricerca. Nel corso degli anni il loro ruolo, però, è decisamente cambiato. Ad oggi è importante concentrarsi sul concetto di search intent, ovvero intento di ricerca.

Come puoi migliorare questo aspetto?

  • Utilizza un linguaggio naturale e una pertinenza semantica dei contenuti, piuttosto che concentrarti sulla ripetizione eccessiva della stessa parola chiave.
  • Analizza sempre la SERP della tua query di interesse prima di scrivere un contenuto per la stessa. Ad esempio, se per una specifica query vengono mostrati in SERP solo siti ecommerce, è inutile creare un articolo informativo. Qui rientra in gioco il concetto di search intent.

Va ricordato inoltre che l’utilizzo del meta tag keywords nel codice della pagina, così come la ripetizione senza senso delle parola chiave, aumentano il rischio di subire una penalizzazione da parte dei motori di ricerca.

Contenuti di qualità

Per contenuto di qualità si intende appunto la scrittura di un testo esauriente per l’argomento trattato, ottimizzato in ottica SEO, scritto con un linguaggio facilmente comprensibile e rassicurante per gli utenti.

La lunghezza del contenuto è importante? Perché? I contenuti freddi (lunghi) vengono spesso considerati come dei riferimenti da Google, purché però soddisfino il criterio appena espresso, quello della qualità.

Secondo l’analisi effettuata da SearchMetrics in merito ai fattori di ranking, i contenuti che si posizionano meglio sono superiori alle 1500 parole.

Un altro fattore importante è sicuramente la freschezza dei contenuti (freshness update), come ci spiega Matt Cutts nel video.

Lo stesso Matt Cutts, però, ci spiega come questo elemento non venga preso in considerazione su tutte le keyword, ma in base al contenuto e alla pertinenza di una specifica query in ottica search intent.

Rilevanza e Autorevolezza

I siti che godono di una buona reputazione si posizionano con più facilità su Google.

In che modo Google determina la rilevanza e l’autorevolezza di un sito web?

Tra i fattori che determinano il Page Quality Rating, troviamo:

  • Qualità, coerenza, lunghezza e completezza dell’argomento trattato.
  • Architettura informativa logica e lineare.
  • Valutazioni, importanti ma non fondamentali in quanto non impattano necessariamente sul punteggio di qualità di un sito web.
  • Citazioni e menzioni da fonti esterne autorevoli
  • Parlare in maniera ampia e costante dei servizi trattati e degli argomenti di propri interesse e competenze, ad esempio su un blog tematico.

Link in Uscita

Anche i link in uscita giocano un ruolo chiave nella nostra strategia di costruzione di link. Ad esempio, linkare delle risorse di approfondimento di ovvia qualità può favorire il motore di ricerca a contestualizzare al meglio il nostro sito e a premiare maggiormente il nostro contenuto.

Come nei link in entrata e nei link interni, anche gli outbound links devono essere coerenti, inerenti e di reale utilità per l’utente. Pensiamo ai link in uscita come approfondimenti dell’argomento che trattiamo nella nostra pagina.

Link in Entrata

Percentuale statistiche dei Link in entrata per i siti in top 10
Percentuale statistiche dei Link in entrata per i siti in top 10

I link in entrata (backlinks) possono favorire in maniera determinante il posizionamento di un sito web e sono uno dei 3 principali fattori di ranking su cui si basano gli algoritmi di Google.

C’è da considerare, però, che negli ultimi anni Google sta mostrando sempre più attenzione nei confronti di queste pratiche, molto spesso ritenute datate e pericolose, come i link a pagamento, le strategie di link estremamente manipolative, i backlink da siti off-topic o di scarsa qualità e di dubbia autorevolezza.

È importante quindi che la costruzione di link su cui andremo a creare la nostra strategia abbia all’origine un focus verso i domini tematici, che affrontano il nostro stesso argomento, con qualità, autorevolezza e rilevanza.

Molto meglio ricevere 10 backlink da siti in topic e con forte trust, piuttosto che 100 di dubbio valore e provenienza.

Interazione dell’utente

Le interazioni da parte degli utenti possono sembrare ad oggi ancora un fattore spesso trascurato dai SEO specialist e dai titolari di siti web, in quanto ritenute indirette e quindi di poca importanza; in realtà non è affatto così. La priorità di Google è sempre stata la soddisfazione dell’utente, che oggi ancor più di ieri rappresenta un fattore imprescindibile per il posizionamento di un sito.

Migliorare l’esperienza utente (user experience) è uno dei primi passi da compiere quando ci accingiamo a progettare un sito web con l’obiettivo di produrre valore, non solo dal punto di vista economico, ma anche di posizionamento nel mercato che ci compete. Più sarà soddisfatto l’utente, maggiori probabilità avremo di posizionarci in alto negli indici di ricerca di Google.

Tra gli elementi chiave di UX possiamo citare i seguenti:

  • Frequenza di Rimbalzo (bounce rate): metrica che indica la percentuale di utenti che si limitano visitano solo la pagina di atterraggio per poi uscire dal sito.
  • Pogo Sticking: il parametro che indica l’abbandono da parte di un utente subito dopo aver cliccato sulla pagina del nostro sito.
  • Ricerca Diretta: un sito che fa visite dirette è molto apprezzato, in quanto riconosciuto come punto di riferimento per gli utenti.
  • Tempo di Permanenza (dwell time): il tempo di permanenza può favorire Google nel comprendere quanto il nostro sito piaccia agli utenti. Maggiore è il tempo di permanenza, migliore sarà la resa in termini di traffico e conversioni.

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15 Strumenti SEO per analizzare e monitorare i tuoi progetti

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Chi si occupa di SEO, sa benissimo che avere a disposizione degli strumenti SEO professionali in grado di facilitarne il lavoro quotidiano può essere vantaggioso, sia per ridurre la mole di lavoro sia soprattutto per la qualità dei risultati ottenibili, permettendo in grosso modo di conoscere più dati e saperli interpretare tra loro in maniera funzionale.

In questo articolo voglio parlarti dei migliori SEO Tools sia gratuiti che a pagamento, utilizzati da web agency, freelance e webmaster.

I principali strumenti SEO gratuiti

Google Search Console

Google Search Console (ex. webmaster tools) nasce per creare una sorta di interazione tra Google e i webmaster, mostrando loro tutte le informazioni utili al fine di semplificare la comprensione dei dati tecnici che possono pregiudicare la visibilità del proprio sito web. Senz’altro ci riferiamo alla comprensione dei dati di scansione, indicizzazione e ranking. Questo prezioso strumento gratuito messo a disposizione da Google, permette inoltre di inviare la sitemap XML, corregge gli errori di usabilità, dati strutturati e verifica le performance Core Web Vitals e lo stato del robots.txt, oltre che monitorare i backlink ricevuti dal nostro sito. Altra funzionalità molto importante è il collegamento a Google Analytics, fondamentale per il matching dei dati.

Google Analytics

Uno strumento di Google nato per tenere traccia delle visite che riceviamo, della provenienza del nostro audience e dei loro comportamenti durante la navigazione nel nostro sito. Non solo, se impostato in maniera professionale, ci permette di tracciare le conversioni e altri indici di performance (KPI), fondamentali ad esempio per i siti eCommerce. Inoltre, può essere integrato a diversi tool di Google, tra cui Google Ads e Google Data Studio, oppure a tool di terze parti, mediante API.

Google Trends

Non proprio un tool, ma una risorsa preziosissima per analizzare i trend e la stagionalità di una keyword – su base confronti o in valore assoluto – di una determinata nicchia di mercato. Google Trends viene usato poco da molti addetti ai lavori, ma se usato bene e preventivamente, può farci comprendere tante cose interessanti prima di investire magari in un progetto dalla breve durata.

Google Data Studio

Questo strumento gratuito di Google, nato pochi anni fa, è stato realizzato per semplificare l’analisi dei dati analitici e per creare report SEO personalizzabili e condivisibili in maniera facile e veloce. La particolarità di questo strumento è che permette di visualizzare i dati di una o più sorgenti di traffico all’interno di un’unica interfaccia grafica. Tra questi possiamo citare Google Analytics, Google Ads, Google Search Console, Youtube Analytics, Fogli Google, BigQuery, Cloud SQL, MySQL, Facebook, Mailchimp, SEMRush.

Google Keyword Planner

Lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google Ads (ex. Google AdWords). Permette di analizzare i volumi di ricerca di una parola chiave, le ricerche correlate e il CPC di una keyword. L’unica nota negativa: per poter usare il tool in questione tocca investire attivamente in campagne PPC.

I principali strumenti SEO a pagamento

Ubersuggest

Il tool di Neil Patel fino a poco tempo fa era completamente gratuito, anche se limitato. Ad oggi sono state aggiunte tante nuove features interessanti e il software prevede dei piani in abbonamento con prezzi a partire da 29 euro mensili.

Se consideriamo la qualità e la mole dei dati che fornisce questo tool, il prezzo è davvero molto basso e ampiamente giustificato.

Mangools

Mangools è una vera e propria suite di strumenti messi a disposizione dei professionisti per l’analisi e il monitoraggio dei siti web. I tools utilizzabili all’interno di questa suite sono:

  • KWFinder: tool molto utile per analizzare le parole chiave del tuo sito o dei tuoi competitor.
  • SERPChecker: tool per l’analisi delle SERP, utile per analizzare e monitorare i risultati di ricerca di una determinata ricerca effettuata.
  • SERPWatcher: interessantissimo strumento di monitoraggio del ranking delle parole chiave (sia desktop che mobile), con relativo report periodico delle stesse.
  • LinkMiner: tool molto potente e affidabile per l’analisi dei backlink.
  • SiteProfiler: in un’unica interfaccia possiamo analizzare DA, PA, TF e CF di un dominio, e non solo.

Il prezzo di Mangools parte da 49€+IVA per il piano mensile.

Nightwatch

Questo tool nasce come strumento di verifica e monitoraggio delle parole chiave su Google, Bing e Youtube. Col tempo però si è evoluto ed è diventato un tool versatile, in grado di offrire audit tecnici in tempo reale e di monitorare i backlinks di un sito, integrando le metriche DR, DA e TF in un’unica interfaccia. Inoltre, permette di collegare l’account di Google Search Console e Google Analytics per la verifica dei dati direttamente nella dashboard dello strumento.

Il prezzo di NightWatch parte da 39$ + IVA per il piano mensile.

Ahrefs

Ahrefs è un tool all in one davvero completo e professionale. Ma non solo. Ahrefs è tra i migliori tool per l’analisi dei backlink presenti sul mercato. Lo strumento si presenta con un’interfaccia davvero semplice e intuitiva ma, analizzare i dati di un sito, specie per l’off-site, è un compito davvero arduo per i non addetti ai lavori. Questo perché è davvero completo e ricco di funzionalità.

Ahrefs non è un tool per tutti, dev’essere utilizzato solo da professionisti SEO e Agenzie SEO. Il prezzo del tool parte da 99$ + IVA al mese.

SEMRush

SEMRush, il papà dei tool. Se sei un esperto di SEO o ti occupi di Web Marketing, non puoi fare a meno di un tool davvero unico e completo come SEMrush. Lo strumento all in one che qualsiasi addetto ai lavori dovrebbe portare con sé nella propria valigia di lavoro. Questo tool è molto flessibile e si integra facilmente con Analytics, Search Console, Data Studio e altri tool mediante API.

Il prezzo parte da 119,95$ +IVA al mese.

Majestic SEO

Un eccellente e verticale strumento per la verifica dei backlink, famoso per le sue metriche Trust Flow (TF) e Citation Flow (CF). Majestic è davvero una validissima alternativa ad Ahrefs se sei alla ricerca di un tool affidabile per l’analisi dei backlink e della concorrenza.

Il prezzo di Majestic parte da 46€ + IVA al mese.

Moz

Il tool fondato nel 2004 da Rand Fishkin e Gillian Muessig. Moz è anche lo strumento della famosa metrica DA (domain authority), utilizzata e considerata moltissimo dagli addetti ai lavori per analizzare l’autorità di un dominio. Uno strumento molto valido per l’analisi del profilo link di un dominio, ma a mio parere meno affidabile di Ahrefs e Majestic (quantomeno per il mercato italiano).

I prezzi di Moz partono da 99$ + IVA al mese.

SEOZoom

SEOZoom è un software SEO tutto italiano, ma, soprattutto, uno dei migliori strumenti SEO per il mercato italiano. Il tool offre innumerevoli funzionalità come l’analisi e la ricerca delle parole chiave, l’assistente editoriale, l’analisi della concorrenza, il monitoraggio delle parole chiave e l’andamento del traffico di un sito. Aggiungendo il nostro progetto a SEOZoom, avremo possibilità di collegare le proprietà di Analytics e Search Console e di effettuare l’audit del nostro sito. La metrica che mette senz’altro in risalto SEOZoom è la ZA (zoom authority), che però rispetto ad altre metriche sopra citate non si basa sulla qualità e la forza di un profilo link, bensì sulla qualità dei contenuti, delle parole chiave posizionate e del traffico stimato.

Il prezzo di SEOZoom parte da 49€ + IVA al mese.

Screaming Frog

Un seo spider tool freemium (gratis fino a risorse scansionate) dedicato all’analisi tecnica di un sito. Un vero e proprio emulatore del crawler di Google. Permette di scansionare a fondo il tuo sito web e di rilevare ogni tipologia di criticità legata ad esso. Grazie a Screaming Frog siamo in grado di individuare errori SEO anche gravi che pregiudicano il posizionamento sui motori di ricerca. Va detto però che questo tool è interamente tecnico, utilizzabile solo per i professionisti di settore.

Il prezzo è di 149$ + IVA all’anno.

Oncrawl

Un tool simile a Screaming Frog ma molto più intuitivo e, forse, più completo. Analizzare un sito con OnCrawl è dal punto di vista tecnico un vantaggio competitivo in quanto riusciamo a scovare errori di ogni genere legati alla struttura, al codice e al contenuto delle nostre pagine web.

OnCrawl parte da 49€ + IVA al mese.

Considerazioni finali

In questo articolo ho voluto spiegarti e mostrarti una panoramica generale dei principali tools che ho avuto modo di provare e per un tempo minimo necessario al rilascio di una valutazione (quanto più soggettiva).

Chi si occupa di SEO in modo professionale, in genere, utilizza almeno 3 software SEO a pagamento in modo continuativo.

I SEO tools che ho menzionato in questo articolo sono accessibili a tutti, ma l’analisi accurata di uno strumento il suo corretto utilizzo nascondono insidie per chi di mestiere fa altro nella vita.

La SEO è una disciplina sempre più affascinante e complessa, dinamica e abbastanza imprevedibile, pertanto l’utilizzo di un tool dev’essere preso in considerazione soltanto dagli esperti di settore, per i motivi sopra indicati.

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Prezzi SEO: quanto costa e perché fare SEO

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Premessa fondamentale: i prezzi SEO e le tariffe indicati di seguito non rappresentano un listino ufficiale, ma sono utili a farsi un’idea sui costi orientativi per la realizzazione di una campagna SEO efficace. I costi di ottimizzazione per una consulenza SEO potrebbero variare a seconda della natura del progetto. Per qualsiasi necessità consiglio vivamente di richiedere un preventivo SEO su misura.

Tabella riassuntiva dei prezzi SEO

SERVIZIO SEOA PARTIRE DA
Consulenza SEO oraria90 €
Consulenza SEO Local mensile400 €
Consulenza SEO E-commerce mensile600 €
SEO Internazionale Siti Multilingua mensile1000 €
SEO Audit800 €
Keyword Research400 €
Ottimizzazione SEO On Page600 €
Link Building e Digital PR mensile400 €
Migrazione SEO500 €
Depenalizzazione SEO600 €
Realizzazione Sito Web Ottimizzato SEO1200 €
Realizzazione Sito E-commerce Ottimizzato SEO3500 €

Costo Consulenza SEO Local e E-commerce

Erogo il servizio di consulenza SEO in 2 differenti modalità:

  • Consulenza SEO a ore: il cliente acquista uno o più pacchetti di ore di consulenza che verrà erogata tramite strumenti gratuiti come Google Meet o Skype. Il costo orario è di 90€.
  • Consulenza SEO mensile: si tratta di una consulenza SEO mensile. Il cliente acquista mensilmente il servizio di consulenza e attività SEO mirate e continuative, con relativa reportistica periodica. Il costo minimo di una consulenza mensile è di 400€ per progetti local e di 600€ per progetti e-commerce.

Principali aree trattate durante la consulenza

  • Analisi della concorrenza
  • Link Building e Link Audit
  • Analisi delle parole chiave e definizione della struttura
  • Content Marketing

Costo SEO internazionale siti multilingua

Erogo il servizio di consulenza SEO internazionale per i seguenti Paesi: Usa, Regno Unito, Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Norvegia, Danimarca, Cina e Russia.

La consulenza SEO di un progetto multilingua ha un costo minimo di 1000€ al mese.

Principali aree trattate durante la consulenza

  • Analisi della concorrenza
  • Link Building e Link Audit
  • Analisi delle parole chiave e definizione della struttura
  • Content Marketing
  • Verifica posizionamento multilingua
  • Verifica dei settaggi tecnici per il corretto funzionamento del multilingua (es. hreflang)

Costo SEO Audit

Generalmente, erogo il servizio di SEO Audit in 2 modalità:

  • SEO Audit one shot, il cui costo di partenza è di 800€ una tantum
  • SEO Audit mensile, il cui costo medio è di 600€ al mese per una durata minima di 3 mesi.

Principali aree trattate durante l’audit

  • Indexation & Crawl;
  • Architecture;
  • Duplicate Content;
  • Canonicalization;
  • Internal links;
  • Semantics / Structured Data and Social Media markups;
  • Images & Video SEO ;
  • SiteSpeed / Web Performance analysis;
  • Mobile Usability;
  • International SEO
  • News Search

Costo Analisi Parole Chiave

Il mio servizio di analisi delle parole chiave non si limita a fornire una lista di keyword su cui lavorare, bensì prevede la progettazione e segmentazione delle keywords, identificandole per search intent, search volume, CPC, keyword difficulty, stagionalità, correlazione delle parole chiave rispetto alla main keyword, misurazione della concorrenza in top 10 di Google (qualità e lunghezza media del contenuto, quantità e tipologia dei backlink che riceve la pagina posizionata per una specifica parola chiave).

Il costo di partenza per l’attività di keyword research è 400€ una tantum.

Costo Ottimizzazione SEO On Page

Il mio servizio di ottimizzazione SEO on page non si limita ad ottimizzare i contenuti testuali nelle pagine, ma si estende alla configurazione e ottimizzazione degli elementi tecnici delle pagine:

  • ottimizzazione del codice HTML, incluso il markup
  • ottimizzazione dei meta dati
  • ottimizzazione degli headings
  • ottimizzazione della struttura degli URL
  • ottimizzazione dei link interni
  • ottimizzazione delle performance (UX e core web vitals)
  • ottimizzazione dei contenuti (testi, immagini, video)
  • ottimizzazione della sitemap XML
  • ottimizzazione del file robots.txt

Il costo minimo di un’attività di ottimizzazione è di 600€ una tantum.

Costo Migrazione SEO

Erogo il servizio di migrazione SEO a 360 gradi: pre-migrazione, migrazione effettiva, analisi post-migrazione.

Il costo di partenza per un’attività di migrazione è di 500€ una tantum.

Costo Link Building

Erogo il servizio di link building in modo continuativo (mensilmente).

Principali aree trattate durante la link building

  • Analisi dei competitor
  • Link pruning e Audit
  • Outreach & PR

Il costo di partenza per le attività di link building è di 400€ al mese per una durata minima di 6 mesi.

Costo Depenalizzazione SEO

Erogo il servizio di depenalizzazione SEO, ovvero assistenza e recupero penalizzazioni manuali, algoritmiche e BAN da Google, in modo approfondito e veloce, così da garantire al tuo sito di poter recuperare il posizionamento acquisito in precedenza.

La depenalizzazione è uno dei servizi più difficili e richiesti, ma anche uno dei più impegnativi. Pertanto, il costo minimo non può essere inferiore ai 600€.

Costo Realizzazione Sito Web Ottimizzato SEO

Studio, progetto e sviluppo siti web professionali in WordPress e HTML, a seconda degli obiettivi e del budget che ha il cliente.

Negli anni, ho realizzato centinaia di siti web basati su CMS WordPress e altrettanti in HTML, per aziende e professionisti di qualunque ambito: avvocati, idraulici, consulenti, elettricisti, imbianchini, ristoratori, dentisti e tanto altro.

Le mie specializzazioni in SEO e WordPress mi impongono di realizzare siti web professionali, con garanzia di successo: si comincia dalle bozze wireframe e grafiche; dopodiché, una volta accettate dal cliente, si prosegue attraverso la progettazione del codice HTML5/CSS3 e relativo markup. Infine, si ottimizzano le pagine del sito sia lato che contenuti che lato performance, in modo da avere un risultato soddisfacente durante la navigazione e la fruibilità dei contenuti da parte degli utenti e di Google (soprattutto), sia lato che desktop che mobile e tablet.

Il prezzo di partenza per un sito web ottimizzato SEO è di 1200€ per un totale di 5 pagine (home, chi siamo/sono, servizi, portfolio, contatti). Per ogni pagina aggiuntiva il prezzo sale di 150€.

Costo Realizzazione Sito E-commerce SEO

In qualità di SEO Specialist e sviluppatore web, mi occupo anche di creazione siti e-commerce basati su Woocommerce.

Il costo minimo per la realizzazione di un sito e-commerce ottimizzato SEO su piattaforma Woocommerce di 3500€ per un massimo di 50 prodotti. Per ogni blocco aggiuntivo di 100 prodotti, il costo sale di 500 €.

NB: Erogo consulenze SEO su misura per siti e-commerce su CMS proprietari oppure Prestashop o Magento.

Perché la SEO costa così tanto?

Perché fare SEO non è semplicemente l’ottimizzazione di un titolo, contenuto o la pubblicazione di link. La SEO è un insieme di attività tecnico-strategiche che richiedono un investimento commisurato alla giusta quantità di tempo per produrre i risultati prefissati.

Quanto Costa Fare SEO

Perché hai i prezzi più bassi di un’agenzia SEO?

Perché rispetto alle agenzie non ho spese d’ufficio (affitto, bollette, dipendenti, etc.). In questo modo posso erogarti un servizio SEO di qualità uguale o superiore ad un prezzo più basso.

Perché questi sono solo costi SEO orientativi e non effettivi?

Ogni progetto presenta esigenze specifiche, che si traducono nell’impiego di una certa quantità di tempo e tipologia di risorse. Realizzare tariffari standard sarebbe impossibile, oltre che sconveniente per l’utente finale. Per questo realizzo preventivi per servizi SEO su misura di ogni cliente, pianificando una serie di interventi e strategie ad hoc e un quadro tariffario perfettamente aderente ai servizi erogati.

Quali sono i fattori che influiscono sul prezzo finale?

La tariffa dei miei servizi dipende strettamente dalla complessità del progetto e dalle tipologie di attività effettuate. Al di là delle consulenze orarie, il cui costo viene calcolato in base al tempo dedicato al cliente, gli interventi una tantum e a medio-lungo termine subiscono variazioni di prezzo in relazione a diversi fattori tra cui la competitività del settore in cui si opera, la mole di dati da gestire, la complessità del sito web su cui si lavora. Tutte queste variabili rendono impossibile standardizzare i costi.

Quanto costa indicizzare un sito web su Google?

Occorre chiarire un concetto molto importante, ma spesso poco compreso: l’indicizzazione non ha un alcun costo. Non parliamo infatti di un servizio che può essere erogato da un’azienda, bensì di un’operazione che Google esegue in modo automatico quando riconosce l’esistenza del tuo sito web e lo inserisce nel proprio indice. Ciò nonostante, perché Google possa indicizzare correttamente il tuo sito web, ad esempio includendo tutte le pagine e riconoscendo in modo corretto la sitemap del tuo sito, è necessario che le ottimizzazioni SEO siano configurate correttamente. Ciò che io ti offro non è la sola indicizzazione del tuo sito, bensì il suo posizionamento, ovvero una serie di servizi pensati per permettere al tuo sito di rendersi visibile tra le prime posizioni in SERP per le ricerche legate al tuo business.

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Preventivo SEO: cos’è e come quoto una campagna SEO

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 8 Marzo 2023 - Aggiornato il 14 Marzo 2023

Il preventivo SEO è un’offerta commerciale redatta dal consulente SEO in seguito ad una richiesta del cliente e alla successiva analisi SEO del sito e del mercato di riferimento. Il preventivo SEO, quindi, è il punto di partenza fondamentale per l’avvio di una strategia di posizionamento efficace e performante.

Realizzare un preventivo SEO chiaro, trasparente e comprensibile anche per i non addetti ai lavori può risultare complicato, se consideriamo la complessità di ogni progetto SEO e la difficoltà di dover spiegare in modo esaustivo tutti gli interventi necessari all’ottimizzazione SEO di un sito web.

Ecco perché è compito dello specialista cercare di rendere la propria proposta quanto più semplice e chiara possibile, cercando di intercettare in anticipo i dubbi e le richieste del richiedente: esattamente come cerco di fare io.

Come valutare un preventivo SEO

Ricordati di effettuare un’accurata disamina del preventivo SEO: solo così potrai valutare se l’agenzia o il professionista incaricato di seguire il progetto è affidabile e adatto a svolgere l’incarico.

In linea di massima, è opportuno:

  • Stare alla larga da chi offre soluzioni low cost così come da chi chiede cifre esorbitanti
  • Chiedere referenze o portfolio dei lavori svolti
  • Dare un’occhiata alle recensioni che circolano in rete circa l’operato di chi dovrebbe seguire i lavori di SEO
  • Non collaborare con chi prova a convincere il cliente a tutti i costi
  • Diffidare da chi promette risultati immediati
  • Diffidare da chi offre garanzie di posizionamento
  • È sconsigliabile affidarsi a freelance o agenzie che erogano servizi a 360 gradi. La SEO è una materia complessa ed in continua evoluzione, pertanto, la verticalità di un professionista in questo ambito è estremamente importante
  • Chiarire ogni dubbio, specie per ciò che concerne le voci meno chiare o molto tecniche. Lo stesso discorso vale in riferimento ai vari passaggi della consulenza SEO: se alcuni prezzi appaiono eccessivamente superiori alle aspettative, chiedere i doverosi chiarimenti è il minimo

Preventivo SEO, a cosa prestare attenzione?

La qualità di un preventivo SEO si valuta prestando attenzione a questi 6 punti:

  • Indagine di mercato
  • Strategia
  • Costi SEO di ogni singola attività da svolgere
  • Tempistiche
  • Budget del cliente
  • Complessità del sito e delle parole chiave da posizionare

Indagine di mercato

L’indagine di mercato rappresenta il primo step per la definizione di un preventivo SEO: in questa fase, lo specialista studia a fondo il settore del potenziale cliente, la concorrenza, le opportunità e le minacce da gestire in ambito posizionamento organico.

Strategia

Per poter stilare una proposta commerciale adeguata, il SEO specialist deve elaborare una strategia, ovvero deve definire gli interventi da implementare, gli strumenti che occorrono e i risultati attesi. Sulla base di queste valutazioni, sarà quindi possibile creare un preventivo SEO.

Costi SEO di ogni singola attività da svolgere

Il preventivo non deve presentare una tariffa unica e comprensiva di tutte le azioni previste, bensì deve specificare il costo di ogni singola attività in modo trasparente e facilmente leggibile. Se le singole voci non sono inserite nel prospect, richiedi delucidazioni in merito.

Tempistiche

Per ogni attività, devono essere specificate le tempistiche orientative stimate per la loro implementazione. Inoltre, nel preventivo va specificata la durata dell’accordo fra le parti in causa poiché un progetto SEO può prevedere accordi su base mensile o annuale, una tariffa oraria o un costo per singolo task (in basso approfondisco questo discorso).

Budget del cliente

Le proposte di attività presenti nel preventivo SEO devono riflettere le indicazioni fornite dal cliente in merito al budget a disposizione. Lo stanziamento del budget è infatti fondamentale allo specialist per ideare un piano d’azione coerente e allineato alle intenzioni di investimento del committente.

Complessità del sito e delle parole chiave da posizionare

Il costo delle attività è proporzionale alla complessità del sito e alla competitività delle parole chiave per cui ci si vuole posizionare. Ovviamente, più il sito è complesso e più le keyword sono competitive, più alto sarà il costo stabilito per lo sviluppo del progetto.

Come redigo un preventivo SEO?

Lo sviluppo di un preventivo SEO può richiedermi diverse ore di lavoro poiché non utilizzo moduli prestampati: i miei preventivi SEO sono frutto di uno studio specifico sulla base del quale, solo dopo aver effettuato un attento lavoro di valutazione e analisi, formulo un’offerta personalizzata.

Per realizzare un preventivo SEO in linea con le richieste, le aspettative e i bisogni del cliente, devo dunque articolare un lavoro di pre-analisi mirato a valutare la complessità del progetto. Ad esempio, in caso di Audit SEO, valuto lo stato di indicizzazione, il numero di pagine e l’architettura web del sito ed eseguo un’indagine del mercato e dei competitor per stimare il livello di competitività del settore.

Per richieste di SEO Off-Page, studio il posizionamento e il profilo backlink del sito e sviluppo una proposta strategica coerente con i tuoi obiettivi in termini di miglioramento dell’autorevolezza e della visibilità.

La realizzazione di un preventivo SEO per attività di ottimizzazione SEO, invece, mi impone di analizzare attentamente la struttura del sito, la configurazione dei parametri, la UX e i contenuti.

Gli elementi in gioco analizzati da me non sono sempre gli stessi: le attività e le voci di costo presenti nei miei preventivi SEO sono proposte al cliente perché ritenute utili o fondamentali al raggiungimento dei risultati prefissati.

Studio del settore

Il primo step per la definizione di un preventivo SEO è quello dello studio del settore, cruciale per analizzare lo scenario di partenza, le dinamiche del comparto, il livello dei competitor e, dunque, il grado di complessità del progetto.

Analisi del sito web

Procedo quindi con l’analisi del sito web del cliente, individuo le criticità e gli elementi che richiedono un intervento; così riesco a farmi un’idea precisa sulle necessità del progetto e sulle azioni da programmare.

Strategia per ottimizzare e posizionare il sito web

Infine, definisco un piano d’azione in modo da stabilire la quantità e la tipologia di interventi on-page e off-page necessari per un’adeguata ottimizzazione e per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Preventivo SEO professionale

Nei miei preventivi SEO metto in evidenza tutte le informazioni che servono al cliente per comprendere in modo dettagliato i termini dell’offerta, le modalità di erogazione del servizio, le tempistiche e i risultati attesi.

Di fatti, non parliamo di ‘semplici’ preventivi di spesa, bensì di vere e proprie analisi, comprensive di dati, evidenze statistiche, dettagli sui competitor e sul settore di competenza.

Tutti gli interventi preventivati sono corredati da una serie di delucidazioni che permettono al cliente di comprendere appieno le modalità di gestione del servizio e le ragioni che motivano la loro utilità ai fini del posizionamento.

Per ogni attività, specifico in modo chiaro il costo con e senza IVA e illustro in modo inequivocabile la durata del servizio (ad esempio una tantum, un mese, un anno).

Quanto tempo dovrò attendere prima di ricevere il preventivo SEO?

I miei preventivi SEO non sono dei prestampati uguali per tutti: quando ricevo una richiesta di preventivo, mi prendo del tempo per valutare attentamente il progetto, analizzando il sito, il settore e i competitor.

Riceverai un preventivo SEO dettagliato e su misura delle tue esigenze. Di solito mi servono almeno dai 3 ai 5 giorni per inviare una risposta professionale e realmente in linea con le tue richieste.

Tipologie di Preventivi SEO

In base al tipo di accordo e di servizio, propongo preventivi SEO in 3 diverse modalità:

Preventivo SEO a costo orario

Il preventivo SEO a costo orario è pensato per progetti di consulenza o per attività che richiedono una supervisione da parte dello specialista SEO. In questi casi, il cliente acquista un pacchetto di ore concordato e, in caso di bisogno, può estendere il servizio richiedendo ulteriori ore di assistenza.

Preventivo SEO su base mensile

Il preventivo SEO su base mensile è la soluzione più pratica per la gestione di attività che richiedono un impegno continuativo e un’assistenza costante non inquadrabile nella tariffazione oraria. Ad esempio, questa è la modalità più idonea per gestire i lavori di link building.

Preventivo SEO una tantum

Il preventivo SEO una tantum è ideale per chi necessita di gestire uno o pochi task. La soluzione una tantum permette di calcolare il costo delle singole attività, a prescindere dal tempo impiegato per portarle a conclusione. Parlo, in pratica, di una soluzione per obiettivo.

Cosa succede dopo aver accettato un preventivo SEO?

Se accetterai il mio preventivo SEO, non resterà altro da fare che mettersi al lavoro. Soprattutto nella fase iniziale, mi servirà la tua assistenza: avrò bisogno dell’accesso al sito, al tuo Google Analytics e al Google Search Console per analizzare attentamente lo scenario di partenza ed eseguire gli interventi on-page prestabiliti..

Ti manderò costanti aggiornamenti sullo stato dei lavori e sui risultati raggiunti. Potrai monitorare l’evoluzione del progetto, confrontando i dati di traffico e di posizionamento con quelli iniziali, che avrai ricevuto per tempo e prima dell’avvio del progetto.

Come scelgo il consulente giusto a cui chiedere un preventivo SEO?

Il primo consiglio che ti do, se non hai esperienza in ambito SEO, è di non fermarti al primo consulente che trovi, ma di estendere la ricerca a più professionisti, in modo da valutare i diversi approcci e le tariffe che ti saranno proposte.

Una risorsa molto utile per scegliere il consulente SEO adatto è rappresentata dal portfolio: i più esperti e competenti non avranno problemi a mostrarti i loro vecchi progetti e i risultati (clienti e testimonianze e casi studio) che hanno raggiunto.

Analizza in modo attento il comportamento del SEO specialist: se è troppo insistente o fornisce un preventivo con informazioni poco chiare, è meglio che tu ti ponga delle domande… O meglio ancora, che tu scelga un altro specialista a cui affidare il tuo progetto.

Quanto costa un preventivo SEO?

Nel mio caso, il preventivo SEO è gratuito. Molti professionisti richiedono il pagamento di una tariffa per la realizzazione del preventivo – e non c’è nulla di male, considerando la quantità e la specializzazione del lavoro richiesti per la sua stesura – ma questo non è il mio caso: io ho scelto di non chiedere alcun costo per la compilazione del preventivo.

Quali risultati otterrò con la SEO?

Premetto che nella SEO la garanzia assoluta di risultati non dovrebbe essere data da nessun professionista (serio). Detto ciò, io posso assicurarti una crescita sostanziale della qualità del tuo sito in termini di struttura, contenuti, navigabilità, velocità e accessibilità: tutti questi fattori porteranno a un progressivo miglioramento del tuo posizionamento organico e, di conseguenza, a una crescita delle visite e, in ultimo, del fatturato. Dovrai però avere pazienza e fiducia, perché nella SEO serve tempo per raggiungere risultati degni di nota: vedrai però che ne varrà la pena.

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