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SEO

SEMrush: la guida completa al tool SEO/SEM più avanzato del web

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 4 Settembre 2023 - Aggiornato il 4 Settembre 2023

SEMrush è la più completa suite di strumenti di marketing online sulla quale fare affidamento se hai un sito web o un business online da far crescere. È uno strumento versatile, ricco di funzionalità nonché utilissimo per analizzare l’andamento delle tue campagne online, scoprire nuove opportunità di crescita e, ovviamente, tenere d’occhio i competitor.

Trattandosi di un tool vasto e complesso è normale sentirsi spaesati dinanzi all’interfaccia iniziale, alla quale si può accedere anche gratuitamente creando un nuovo profilo in pochi click. Proprio per questo, oggi, ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere per muovere i primi passi e iniziare a comprendere le potenzialità di Semrush.

Semrush: Iniziamo dalle origini

Semrush è stato creato da Oleg Shchegolev e Dmitry Melnikov. Il suo sviluppo è iniziato nel 2008 come un piccolo strumento per l’analisi delle parole chiave ma, nel corso degli anni, si è evoluto in una suite completa di strumenti di marketing online. Oggi, Semrush è diventato uno dei principali software di marketing online utilizzati a livello mondiale.

Nel nostro Paese compete con l’altra principale suite per fare SEO, cioè SEOZoom. Non posso dirti quale delle due sia la migliore perché sarebbe fuorviante compararle tra loro, dal momento che offrono vantaggi e funzionalità a tratti simili ma, per certi versi, molto differenti.

È anche per questo che i professionisti e le agenzie tendono ad utilizzarle entrambe, in modo tale da avere una panoramica estremamente approfondita sulla quale fondare le strategie di web marketing.

Come funziona Semrush?

Trattandosi di una suite molto complessa, il modo migliore per spiegartene il funzionamento è procedere per macro-aree di strumenti e poi prendere dimestichezza con ognuna di esse. In particolare in Semrush troverai tutto ciò che ti serve per fare:

  • SEO
  • Advertising Online
  • Content Marketing
  • Social Media
  • Analisi della concorrenza

Fare SEO con Semrush

La macro-area SEO di Semrush offre ben 28 strumenti per ottimizzare e posizionare un sito web. In particolare la “Ricerca keyword” ti permette di individuare le migliori parole chiave per indirizzare il traffico al tuo sito.

Con “SEO on-page“, invece, puoi ottenere nuove idee per migliorare la salute generale del tuo sito e ottimizzarne le prestazioni, mentre grazie alle “attività su Amazon” puoi ampliare le tue opportunità di guadagno con le campagne di affiliazione.

Inoltre nella sezione “Local SEO” trovi tutto quello che ti serve per migliorare il posizionamento del tuo siti web per le ricerche locali, mentre con il “Rank Tracking” puoi monitorare quotidianamente le variazioni delle tue keyword target.

Infine grazie allo strumento “Link Building” individui le migliori opportunità per rafforzare il profilo dei tuoi backlink e, tramite “Analisi SEO dei competitor” osservi l’andamento della concorrenza.

Strumento per fare advertising

Semrush mette a disposizione un kit molto utile per cercare le keyword che utilizzerai per le tue campagne PPC, pay-per-click. Con un totale di ben 6 strumenti specifici potrai ottimizzare le tue campagne online, monetizzare il tuo sito web, migliorare le pubblicazioni del tuo blog e trovare sempre nuovi spunti per le creatività dei tuoi annunci.

Semrush e content marketing

Anche l’area di lavoro dedicata al Content Marketing offre numerose funzionalità, nove in tutto per l’esattezza. In particolare ti permette di creare piani basati su dati concreti e, quindi, di ideare e distribuire i tuoi contenuti per attirare traffico e fidelizzare gli utenti.

Grazie alla funzione di “Ottimizzazione dei contenuti”, inoltre, ti consente di attirare traffico organico grazie alle raccomandazioni personalizzate.

Gestire i social con Semrush

Nell’area dedicata alla gestione dei tuoi canali social troverai tutto quello che ti occorre per aumentare la brand awareness attraverso la pubblicazione dei contenuti e l’analisi dei risultati ottenuti.

Competitive research con Semrush

Per finire c’è l’area dedicata alla “Competitive Research”, utilissima per monitorare in tempo reale l’andamento del tuo mercato di riferimento.

In particolare grazie allo strumento di “Analisi dei competitor” tieni sotto controllo tutte le azioni dei tuoi competitor mentre con le “Analisi di mercato” monitori la tua posizione in mercati già conosciuti e in quelli ancora da esplorare.

Infine grazie al tool di pianificazione di “Pubblicità a pagamento” scopri le keyword a pagamento più interessanti e trovi nuovi spunti prendendo ad esempio le creatività degli annunci PPC dei tuoi competitor.

Raccogliere e analizzare dati con Semrush

Le analisi dettagliate di Semrush sono rese disponibili in numerosi formati e, ovviamente, sono sempre scaricabili in formato report. L’aspetto più interessante delle funzionalità di data-analysis di Semrush è la distinzione tra quelle di “Dominio” e quelle di “Keyword”.

Nello specifico le Analisi di Dominio offrono un’ampia prospettiva sulla performance di un sito web specifico. Questa opzione ti consente di esaminare la visibilità, la classifica delle parole chiave, il traffico e molti altri parametri relativi a un dominio specifico.

Attraverso questa tipologia di analisi puoi identificare i punti di forza e di debolezza del tuo sito o dei tuoi concorrenti e, cosa ancora più importante, tracciare l’evoluzione storica dei dati per comprendere meglio i progressi nel tempo.

Le Analisi di Keyword, invece, si concentrano sull’identificazione delle parole chiave rilevanti per il tuo settore o nicchia. Questo approccio ti permette di scoprire quali parole chiave sono ricercate dagli utenti e quali posizioni occupi nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP) per queste keyword.

Se ti è necessario puoi anche esplorare le metriche di volume di ricerca e la concorrenza, cioè i macro-dati che influenzano la scelta delle parole chiave da utilizzare nelle tue strategie SEO e SEM.

Gestire i progetti con Semrush

Con Semrush hai il pieno controllo dei tuoi progetti e puoi monitorarne i progressi in tempo reale attraverso un sistema intuitivo, pensato per semplificare la visione panoramica dell’andamento del tuo lavoro.

Per avviare un nuovo progetto, infatti, basta inserire il dominio e assegnare un nome che lo identifichi facilmente. Grazie alla gamma di ben 12 strumenti la gestione semplificata dei progetti ti permette di tenere d’occhio tutte le sfaccettature di una strategia completa di digital marketing: SEO, PPC, Content Marketing e Social Media.

I Progetti offrono una panoramica completa delle tue attività e forniscono anche suggerimenti intelligenti su come ottimizzare il lavoro o correggere criticità. In questo modo permette di lavorare sia da soli che in team, caratteristica molto apprezzata da agenzie digital marketing, SEO freelance e appassionati alle prime armi.

Tutte le integrazioni di Semrush con i principali strumenti di Digital Marketing

Semrush è progettato anche per integrarsi con software e strumenti di terze parti. Cosa significa? Che si collega facilmente a tutti gli altri tool di analisi e monitoraggio che un bravo digital marketers deve saper utilizzare per scalare un business online.

Le Analisi Gap servono ad individuare opportunità di crescita attraverso due principali strumenti: il Gap di Keyword e il Gap di Backlink. Il primo mette in evidenza le parole chiave rilevanti per la tua nicchia in cui non sei ancora posizionato ed è un indicatore prezioso se cerchi nuove opportunità di crescita. Il Gap di Backlink, invece, identifica i domini che attualmente forniscono link ai tuoi concorrenti ma non a te.

Rispetto alle integrazioni con Google, invece, devi sapere che puoi collegare il tuo account di Semrush con tutta la suite: Google Analytics, Search Console, My Business e Gmail.

In particolare l’integrazione di Google Business Profile nei “Miei Report” consente la condivisione dei risultati di attività di local SEO tramite un PDF mentre l’estensione Chrome SEO Writing Assistant si collega a Google Docs, fornendo un feedback istantaneo sull’ottimizzazione SEO dei tuoi testi.

Infine da poco è arrivata anche l’integrazione con Google Data Studio, che consente di creare report visivi combinando fonti di dati diverse, inclusi i dati raccolti e archiviati con Semrush.

Report e template di Semrush

Consapevole dell’importanza della collaborazione all’interno dei team di lavoro, Semrush offre una serie di strumenti che semplificano la condivisione di progetti e la comunicazione tra membri.

Con la funzione “Condivisione di Progetti” puoi consentire ad altri utenti Semrush di accedere ai dati in contemporanea e di distribuire i permessi in modalità di sola lettura e con possibilità di modifica.

Infine attraverso la sezione “I Miei Report” puoi creare report personalizzati in formato PDF adattandoli alle tue strategie e ai dati a cui vuoi dare risalto. Difatti puoi selezionare i widget degli strumenti che ritieni più significativi e includere tutti i dati che consideri rilevanti per le tue analisi.

Ovviamente questa funzionalità include non solo i dati di Semrush, ma anche informazioni da Google Analytics e Search Console e ti permette di automatizzare l’invio via email a destinatari da te selezionati.

Prezzi e abbonamenti di Semrush

Semrush offre un piano di tariffe in abbonamento molto variegato, in modo tale da soddisfare tutte le esigenze, dal freelance che muove i primi passi online all’agenzia più strutturata.

Per prima cosa devi sapere che hai sempre diritto a creare un account gratuito, grazie al quale esplori la maggior parte delle funzionalità di Semrush anche se con delle limitazioni. Se desideri avere accesso a tutto il pannello di lavoro, analisi e gestione offerto da questa incredibile Suite ti consiglio di abbonarti scegliendo uno dei tre piani di cui ho riassunto le principali caratteristiche qui di seguito.

Sul sito web ufficiale i prezzi sono espressi in valuta dollaro e variano a seconda che tu scelga un abbonamento mensile o annuale. Ovviamente sono cifre che possono variare nel tempo, anche in base al tasso di cambio vigente nel momento in cui deciderai se attivare o meno l’abbonamento.

Inoltre, come puoi leggere nelle tabelle sottostanti, puoi ottenere un piano personalizzato e aggiungere, se lo desideri, le funzionalità extra specifiche per le tue esigenze.

PianoAbbonamento MensileAbbonamento Annuale (Fino al 17% di Risparmio)
Pro$129.95$108.33/mese ($1299.96/anno)
Guru$249.95$208.33/mese ($2500.00/anno)
Business$499.95$416.66/mese (Personalizzato)

Quale piano di abbonamento scegliere?

Per individuare il piano più adatto non dovresti limitarti al prezzo. Il mio consiglio è quello di confrontare le funzionalità incluse e decidere di conseguenza. Ecco qui un riepilogo che confronta i tre piani e che potrebbe esserti di aiuto per individuare quello perfetto per le tue esigenze.

  • Pro: ideale per coloro che stanno iniziando nel mondo del marketing digitale e per piccoli team. Con 5 progetti, 500 keyword tracciabili e 10.000 risultati per report, offre una base solida per monitorare le prestazioni del tuo sito. È un’ottima opzione per fare SEO e ricerca delle keyword, analizzare i competitor, effettuare audit del sito e analisi dei backlink. Questo piano fornisce gli strumenti essenziali per ottimizzare la tua presenza online e competere in modo efficace.
  • Guru: pensato per agenzie e imprese di medie dimensioni che desiderano espandere la propria presenza online. Con 15 progetti, 1.500 keyword tracciabili e 30.000 risultati per report, offre un livello più avanzato di analisi e monitoraggio. Oltre alle funzionalità del piano Pro, il Guru include il Content Marketing Toolkit, che aiuta a sviluppare strategie di content marketing basate sui dati. I dati storici, il tracciamento multi-dispositivo e la posizione sono strumenti cruciali per ottimizzare le campagne su diverse piattaforme.
  • Business: la scelta giusta per grandi aziende e agenzie che hanno bisogno di una copertura estesa. Con 40 progetti, 5.000 keyword tracciabili e 50.000 risultati per report, offre un’ampia portata per il monitoraggio e l’analisi. Oltre alle funzionalità dei piani precedenti, il Business include il Share of Voice, che fornisce una panoramica completa del traffico verso il tuo dominio. Questo piano offre anche accesso alle API, analisi PLA (Product Listing Ads) e la possibilità di migrare da strumenti di terze parti. È la scelta ideale per aziende che necessitano di un’analisi dettagliata e di strumenti avanzati sia per finalità interne che per la soddisfazione della clientela. 

Perché scegliere Semrush per i tuoi progetti web?

Perché offre strumenti avanzati per l’analisi delle parole chiave, l’ottimizzazione on-page, il tracciamento dei ranking, la gestione dei backlink e molto altro… Ma anche perché la gestione dei progetti è intuitiva e ti permette di monitorare i progressi in tempo reale, beneficiando anche di suggerimenti personalizzati per raggiungere più velocemente i tuoi obiettivi.

Nel mio lavoro e nel rapporto che costruisco giorno dopo giorno con chi si affida ai miei servizi cerco sempre di condividere l’importanza di lavorare con metodo, gradualità e ambizione. Semrush opera nel rispetto di questi principi e, proprio per questo, è diventato uno strumento irrinunciabile non solo per me ma anche per la crescita dei siti web dei miei clienti.

Archiviato in:SEO

SEOZoom: la suite Made in Italy per fare SEO in modo professionale

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 4 Settembre 2023 - Aggiornato il 4 Settembre 2023

SEOZoom è un nome piuttosto popolare nel mondo della SEO. Chiunque studi per lavorare nel Digital Marketing, o lavori già in questo mercato, ne ha quantomeno sentito parlare, almeno una volta.

Si tratta di un software capace di analizzare, rendicontare e generare dati per fare SEO ed è talmente utile che, di fatto, non è possibile lavorare senza. Sul mercato ce ne sono di software di questo tipo ma oggi voglio concentrarmi sulla suite italiana più apprezzata che io conosca e, quindi, ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere su SEOZoom.

Una doverosa presentazione preliminare

L’entusiasmante viaggio di SEOZoom inizia con un’idea audace: rivoluzionare il panorama dell’ottimizzazione dei motori di ricerca. Sin dai primi anni di lancio della piattaforma, quindi, SEOZoom si è distinto per la sua capacità di sfidare le convenzioni e offrire soluzioni innovative che hanno ridefinito il concetto di SEO professionale.

Alla sua nascita ha affrontato il mercato con una prospettiva unica nel suo genere: offrire uno strumento che si differenziasse dalla massa e soddisfacesse le esigenze dei professionisti dell’ottimizzazione. Uno dei punti di svolta, per l’appunto, è stata l’espansione straordinaria del suo database di keyword. Partendo da un modesto inizio, il database si è evoluto in un ricchissimo serbatoio di oltre un miliardo di parole chiave, dimostrando un impegno costante per la qualità dei dati e una visione d’avanguardia.

Anche l’introduzione dell’Assistente Editoriale ha ulteriormente rafforzato la posizione di SEOZoom come pioniere nell’ambito dell’ottimizzazione dei contenuti. Questo strumento ha aperto nuovi orizzonti per la scrittura SEO, offrendo agli utenti tutto il necessario per creare contenuti di qualità ma sempre ottimizzati per i motori di ricerca.

Il fondatore, Ivano Di Biasi, ha saputo infondere la sua visione, stimolando la progettazione di uno strumento capace di offrire sempre nuove prospettive nel mondo della SEO.

Che cos’è SEOZoom?

SEOZoom è il primo e più completo tool italiano che consente di gestire tutti gli aspetti delle attività SEO in modo professionale. Grazie alla ricca scrivania di funzionalità, anche chi è alle prime armi potrà consultare, in pochi istanti, statistiche, dati e grafici fondamentali per migliorare il posizionamento di un sito web e monitorare la concorrenza.

A cosa serve SEOZoom?

SEOZoom serve a migliorare la visibilità e il posizionamento del tuo sito web su Google e altri motori di ricerca. Con il supporto di questa suite, avrai la possibilità di monitorare i dati di traffico, scegliere le parole chiave più adatte alla strategia di posizionamento e tenere d’occhio la concorrenza.

Non solo.

SEOZoom offre la possibilità di pianificare e gestire il piano editoriale, analizzare il posizionamento di ogni pagina del sito web e creare sempre nuove strategie tenendo conto del mercato, delle ricerche effettuate online dagli utenti e degli obiettivi che desideri raggiungere.

Le funzionalità principali di SEOZoom

SEOZoom è una piattaforma versatile e potente che offre una vasta gamma di funzioni per ottimizzare la presenza online di un sito web. Una delle caratteristiche più apprezzate è l’analisi delle keyword, che permette di monitorare l’andamento delle parole chiave su Google nel tempo.

Questo software presenta nove ambiti di intervento, cioè aree integrate che si prendono cura di tutti gli aspetti che riguardano la SEO:

  • Progetti SEO: l’area di “regia” dei siti web dove inserire tutti gli obiettivi da raggiungere e visionare, in tempo reale, come stanno andando le attività in corso.
  • Competizione: cioè il set di funzionalità con cui tieni sotto controllo le attività dei concorrenti per non perdere clienti e visitatori sul tuo sito web.
  • Strumenti editoriali: la sezione a supporto della creazione dei contenuti per i siti web in cui i professionisti trovano strumenti, suggerimenti ed ispirazioni.
  • SEO Spider: lo strumento di analisi SEO dei siti web che individua errori e blocchi e che ti aiuta a risolverli.
  • Keyword Research: il database più ricco del web per operare sul mercato web italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco.
  • Strumenti SEO: l’area delle liste, dei raggruppamenti e dei controlli con cui metti in ordine i dati raccolti e chiarisci le idee su come procedere per scalare la SERP.
  • SEO Report: qui trovi tutto ciò che serve per generare report, osservare andamenti di attività, individuare criticità e così via…
  • Classifiche Siti Web: la graduatoria dei primi 100 siti web di ogni settore ordinati in base al gradimento da parte dei motori di ricerca.
  • Osservatorio: è la sezione con cui controlli la situazione esterna al sito web, cioè i dati necessari per anticipare tendenze, ottimizzare il sito web e sbaragliare la concorrenza.  

Il tuo sito web analizzato secondo per secondo

Attraverso i suoi strumenti intuitivi permette di acquisire una panoramica completa dei dati di un sito web tra cui trovi il volume medio di ricerca mensile, la competitività del settore, il numero di risultati posizionati e persino la stagionalità delle keyword. In questo modo il software consente di adattare la propria strategia in modo dinamico, garantendo un posizionamento ottimale su motori di ricerca nel tempo.

Il rank tracker per misurare i risultati raggiunti

Il monitoraggio delle posizioni, implementato attraverso il rank tracker, rappresenta un elemento cruciale per valutare il successo della tua strategia SEO. Questa funzione ti consente di conoscere in ogni istante la posizione delle tue keyword su Google, permettendoti di valutare l’efficacia delle tue azioni e apportare modifiche mirate per migliorare ulteriormente la tua visibilità online.

La metrica fondamentale: la Zoom Authority

La Zoom Authority (ZA) è stata sviluppata da SEOZoom per rappresentare in modo chiaro il rapporto tra un sito e i motori di ricerca. Ma cosa rende così speciale la Zoom Authority e come possiamo interpretarla per valutare l’efficacia di un sito web?

In primo luogo è un indicatore prezioso della fiducia che Google ripone in un sito. In pratica funziona come un punteggio di autorevolezza, cioè una misura numerica che varia da 0 a 100 e che riflette quanto un sito sia considerato affidabile e degno di attenzione da parte dei motori di ricerca.

Questo valore è il risultato di un’analisi di diversi segnali, tra cui il numero di parole chiave posizionate, il volume di ricerca delle parole chiave, la loro distribuzione, la competitività delle keyword e molto altro. È bene notare che la ZA è particolarmente innovativa perché non si basa sulla valutazione dei backlink, che spesso possono essere manipolati, ma si concentra su elementi che dipendono direttamente dall’apprezzamento di Google.

Trust, stabilità e opportunità: i valori per il calcolo della ZA

Per comprendere meglio il processo di calcolo della ZA, è utile considerare tre fattori principali: il trust (fiducia), la stabilità del posizionamento e l’opportunità di crescita.

Il trust di un dominio misura la fiducia che Google ha nel sito, un punteggio che va da 0 a 100. Una ZA elevata in questo aspetto indica che il sito gode di una forte fiducia da parte dei motori di ricerca.

La stabilità del posizionamento, invece, riflette la solidità del sito nel mantenere le sue posizioni organiche nel tempo. Un sito con una buona stabilità è in grado di mantenere il suo traffico anche se alcune keyword dovessero perdere posizioni.

Infine l’opportunità di crescita del sito rappresenta il suo potenziale di miglioramento nel tempo, basato su parole chiave non ancora in prima pagina ma con possibilità di scalare le classifiche.

La ZA, in definitiva, rappresenta una vera e propria autorità nel mondo SEO, similmente a quanto accade per la Domain Authority di MOZ di cui ho parlato in un altro mio articolo. Certificare l’autorevolezza di un sito web tramite i software più evoluti sul mercato è il miglior modo per intessere buone relazioni con potenziali partner e attirare l’attenzione dei motori di ricerca e degli utenti.

Chi dovrebbe usare SEOZoom?

Indipendentemente dalla dimensione o dalla natura del tuo sito web, SEOZoom emerge come un indispensabile compagno per l’ottimizzazione della tua presenza online. È una risorsa strategica che si adatta sia alle esigenze più semplici che a quelle più complesse.

Quindi non importa che tu sia un’azienda strutturata, una Web Agency appena nata o un professionista SEO, neanche se stai muovendo i tuoi primi passi nel settore: SEOZoom offre soluzioni mirate per ogni profilo, sia dal punto di vista delle funzionalità che dei piani di abbonamento.

Il vero punto di forza di questa piattaforma è il supporto costante su cui possono contare gli utilizzatori, un valore aggiunto che permette di sfruttare al meglio le potenzialità del software.

Progetti corporate

Le grandi aziende possono sfruttare appieno i suoi strumenti, esaminare le tattiche dei competitor, individuare le parole chiave più efficaci nell’arena competitiva e individuare nuove prospettive di crescita.

Web Agency e consulenti SEO

Le Web Agency e i professionisti SEO, invece, possono contare su una suite completa per il monitoraggio e la gestione delle posizioni dei clienti, la valutazione delle campagne di link building e l’analisi dettagliata del progresso. La piattaforma agevola anche la creazione di report personalizzati per fornire dati chiari e utili ai clienti.

Amatoriali e aspiranti SEO Expert

Infine coloro che gestiscono blog personali o piccoli progetti editoriali troveranno in SEOZoom uno strumento preziosissimo con il quale individuare keyword rilevanti, migliorare la qualità dei contenuti e pianificare il successo della content strategy.

Piani di abbonamento, funzionalità e prezzi

La flessibilità di SEOZoom emerge anche dai piani di abbonamento, progettati per accompagnare la crescita di qualunque sito web, che sia esso piccolo ed appena nato o complesso ed autorevole in rete.

Le basi: il piano Lite

Il piano “Lite” è un punto di partenza ideale per coloro che desiderano avvicinarsi al mondo delle strategie SEO in modo professionale. A un prezzo di 59 euro al mese (IVA esclusa) o 567 euro all’anno (IVA esclusa), offre un’analisi strategica delle parole chiave e una panoramica fondamentale per il potenziamento del proprio sito.

Mondo SEO: il piano Professional

Per freelance, agenzie emergenti o piccole imprese con reparti SEO in crescita, il piano “Professional” offre una suite completa di funzionalità e strumenti a 79 euro al mese o 759 euro all’anno (IVA esclusa). Con 10 progetti a disposizione, è ideale per il controllo del proprio sito e il monitoraggio dei competitor.

Il meglio per le aziende: il piano Business

Il piano “Business” si rivolge alle Web Agency, ai professionisti SEO e alle imprese di medie dimensioni con reparti SEO interni. A 169 euro al mese o 1623 euro all’anno (IVA esclusa), offre accesso a strumenti di livello avanzato, consentendo la gestione di ben 60 progetti e ottimizzando il traffico organico.

Tutta la potenza di SEOZoom: il piano Corporate

Per le grandi realtà, il piano “Corporate” offre un’esperienza premium a 569 euro al mese o 5463 euro all’anno (IVA esclusa). Con tutti gli strumenti e le funzioni massimizzate, è ideale per aziende, agenzie e società di comunicazione di grandi dimensioni, offrendo la gestione di un portafoglio di clienti praticamente illimitato.

Conclusioni

Le potenzialità di SEOZoom sono illimitate e, forse, questa mia guida non renderà giustizia alla “grandezza” di questo software. Certo, sul mercato ce ne sono tanti altri a cui SEOZoom si è affiancato come competitor negli anni, come Ahrefs o SEMrush per citare i più importanti… Ma ciò non toglie che, ad oggi, rappresenti uno dei migliori software sui quali fare affidamento per fare SEO con precisione, lungimiranza e creatività, per lo meno in Italia.

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Domain Authority di Moz: cos’è, come migliorarla e cosa è importante sapere

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 4 Settembre 2023 - Aggiornato il 4 Settembre 2023

Moz è la suite professionale per fare SEO più conosciuta e apprezzata dal settore. Uno degli strumenti chiave di Moz è la Domain Authority (DA), un indicatore che ha guadagnato sempre maggiore popolarità nel mondo SEO per stimare l’autorevolezza di un dominio, a seguito del veto di accesso alla toolbar del pagerank di Google. In questo articolo ti spiegherò in modo chiaro tutto quello che c’è da sapere sull’argomento e, per cominciare, ti illustro brevemente cos’è Moz.

Cos’è Moz e a cosa serve?

Moz è una società popolarissima in ambito SEO. Fondata da Rand Fishkin e Gillian Muessig nel 2004, ha riscosso un enorme successo internazionale tra gli addetti di settore. La ragione è semplice: offre una vasta gamma di strumenti e risorse utili per migliorare le strategie di marketing digitale e l’ottimizzazione dei siti web.

Moz si è guadagnato una forte reputazione per la qualità delle sue informazioni e l’accuratezza dei suoi dati, diventando così una delle fonti più affidabili per chi opera in ambito SEO.

Cos’è la Domain Authority di Moz?

La Domain Authority di Moz è una metrica sviluppata dall’azienda per quantificare l’autorevolezza di un dominio. Il punteggio DA viene assegnato su una scala da 0 a 100 e indica la probabilità di un dominio di posizionarsi in modo più competitivo sui risultati dei motori di ricerca. 

La valutazione tiene conto di vari fattori, come la quantità e la qualità dei link in entrata, la rilevanza dei contenuti e altri segnali correlati all’autorità del dominio. Questa metrica, assieme ad altre, non concorre “direttamente” al posizionamento del sito web ma ne accresce la sua popolarità in rete. 

Perché la DA di Moz è così importante?

Quando un dominio acquisisce grande valore non beneficia solamente di un miglior posizionamento ma anche di maggiori introiti economici, motivo per cui diventa più appetibile sul mercato. Di conseguenza dimostrare di avere una Domain Authority molto elevata è un’ottima leva per ri-contrattare a nostro favore una trattativa commerciale. 

La Domain Authority di Moz offre una stima approssimativa dell’autorità di un dominio rispetto ai suoi concorrenti. Benché non sia un fattore direttamente utilizzato dagli algoritmi dei motori di ricerca, un punteggio DA elevato suggerisce che un dominio ha più probabilità di posizionarsi bene sui motori di ricerca e di attirare traffico organico.

Il valore aggiunto di Mox è che offre una misura comparativa, consentendo così agli esperti SEO di fare valutazioni anche rispetto al mercato di riferimento. Avere un valore DA Mox elevato, quindi, significa guadagnarsi stima anche offline da siti web concorrenti, esperti di settore e partner.

Come si calcola la Domain Authority?

Il calcolo preciso della Domain Authority di Moz è una formula complessa e riservata, poiché Moz non divulga i dettagli dell’algoritmo. In ogni caso possiamo sempre farci un’idea su come funziona perché, grosso modo, ricalca lo stesso standard qualitativo che ogni piattaforma di SEO management e ogni motore di ricerca perseguono: migliorare l’esperienza di navigazione.

La Domain Authority di Moz tiene conto di molti fattori, come il numero di link in entrata, la qualità dei backlink, la diversità dei domini di provenienza, la rilevanza del contenuto e tutta una serie di altri valori correlati. Moz è in grado di aggregare queste informazioni e assegnare un punteggio numerico, che va da 0 a 100, al dominio analizzato.

Page Authority e Domain Authority di Moz: le differenze

Page Authority (PA) e Domain Authority (DA) sono due metriche correlate ma distinte. Sono state sviluppate proprio per distinguere l’autorità di una singola pagina (PA) dall’intero dominio perché, come sappiamo, la qualità di un sito web viene determinata sia attraverso ogni url che lo compone che nel suo complesso.

La PA di Moz valuta l’autorità di una specifica pagina all’interno di un sito web e si basa sugli stessi principi di DA. Questa metrica è influenzata principalmente dalla quantità e dalla qualità dei link in entrata diretti verso quella specifica pagina, oltre ai vari fattori SEO di cui ho parlato in questo articolo.

Al contrario, la Domain Authority misura l’autorità di tutto il dominio e, quindi, tiene conto di tutti i link in entrata, sia diretti verso la homepage che verso le pagine interne del sito. Si tratta del valore che, assieme ad altri simili come la Zoom Authority e le metriche di Majestic, contribuiscono a “certificare” il valore di un sito web in rete.

Le principali Metriche SEO a cui attenersi… oltre la DA 

Oltre alla Domain Authority di Moz ci sono altre metriche di cui tener conto per valutare lo stato di salute di un sito web. 

La Zoom Authority, per esempio, è una metrica innovativa introdotta da SEOZoom, e serve a valutare la reputazione e l’autorevolezza di un sito web. Si esprime su una scala logaritmica da 0 a 100, e grazie alla sua affidabilità, la Zoom Authority è diventata uno strumento prezioso nelle campagne di link building e nell’analisi della concorrenza.

Il Trust Flow, invece, è una metrica sviluppata da Majestic che nasce con le medesime finalità. Essa analizza la qualità dei backlink che puntano al sito e attribuisce un valore numerico compreso tra 0 e 100. È utile per identificare i siti web con link di alta qualità e migliorare il profilo di backlink. Infine c’è Citation Flow, una metrica attribuisce un valore numerico da 0 a 100 per misurare la quantità di link che puntano al sito. 

Come migliorare questi valori?

Migliorare i valori di Page Authority e Domain Authority è fondamentale per ottimizzare la presenza online e per migliorare il posizionamento del proprio sito web sui motori di ricerca. 

Le attività necessarie per ottenere miglioramenti sono le stesse che avvieremmo per salire nella pagina dei risultati dei motori di ricerca. Pertanto si distinguono in interventi “fuori” dal sito, ottimizzazioni sul sito e accorgimenti tecnici fondamentali.

Miglioramenti off-page

Una delle strategie chiave per migliorare la Domain Authority e la Page Authority è concentrarsi sulla costruzione di un profilo di backlink di alta qualità. Questo significa ottenere link in entrata da siti autorevoli e rilevanti nel proprio settore.

Per farlo occorre iniziare dal pubblicare contenuti di valore, cioè articoli o informazioni originali, utili, interessanti e verificate. Quando un sito web offre valore agli utenti verrà ricompensato con un numero crescente di visite, condivisioni e interazioni, cioè attività spontanee che contribuiscono a far salire la reputazione e l’autorità in rete.

In aggiunta, per supportare le attività di content marketing e ottenere risultati più decisi e duraturi, si potrà abbinare una strategia di link building e link earning mirata. Questo significa anche prendersi cura delle relazioni con la cerchia di riferimento, intessendo rapporti e partnership positivi e prendendosi cura delle community da alimentare sui social.

Miglioramenti on-page

Come dicevamo poc’anzi è fondamentale arricchire un sito web con contenuti originali, ben scritti e verificati per stimolare visite spontanee e crescere in autorevolezza in modo organico.

Per ottenere miglioramenti più marcati non bisogna dimenticare le ottimizzazioni pagina per pagina, cioè quelle migliorie che, nel loro complesso contribuiscono a migliorare l’analisi dei bot dei motori di ricerca e, quindi, ad ottenere risultati in termini di posizionamento.

Tutte queste ottimizzazioni sono note come “On Site” o “On Page” e comprendono l’aggiunta di meta tag e descrizioni, la formattazione html dei contenuti testuali, la sitemap, la cura della struttura dei contenuti e così via…

Aspetti SEO tecnici

Oltre alle metriche di autorità e reputazione, ci sono diversi aspetti tecnici fondamentali di cui prendersi cura per migliorare l’autorità del dominio e, tra questi, ci sono tutti gli accorgimenti che riguardano la struttura, il codice e la sicurezza della trasmissione di dati.

Iniziamo con l’importanza di utilizzare una sitemap XML aggiornata e ben strutturata. Una mappa del sito ben organizzata permette ai motori di ricerca di scoprire e indicizzare tutte le pagine rilevanti, evitando che contenuti importanti vengano trascurati durante l’indicizzazione.

Altro aspetto da non sottovalutare è la sicurezza del sito. Tramite l’installazione di un certificato SSL (HTTPS) si può garantire una connessione sicura, altro criterio di cui sia Google che le metriche di cui abbiamo parlato tengono conto per il posizionamento. 

Ora che conosci tutto su Moz…

Ora che hai compreso l’importanza della Domain Authority di Moz e come migliorare sia il Page Authority che il Domain Authority, sei pronto a ottimizzare la tua presenza online. Per controllare il tuo punto di partenza puoi collegarti su https://moz.com/domain-analysis, incollare l’URL del tuo sito web e verificare il livello di Domain Authority di Moz.

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Fare SEO con Shopify: strategie, tecniche e informazioni utili

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 4 Settembre 2023 - Aggiornato il 4 Settembre 2023

Shopify è la piattaforma di content management più conosciuta per chi desidera mettere online un eCommerce. Dopotutto è progettata proprio per vendere sul web, offrire pagamenti sicuri e tracciare l’esperienza d’acquisto dei clienti: in altre parole è tra le migliori che si possano prendere in considerazione da chi vuole avviare un’attività commerciale in rete. Oggi te ne parlo in modo approfondito in questa guida, nella quale ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere per ottimizzare un eCommerce su Shopify. 

Fare SEO per eCommerce: una premessa importante

Nonostante le sue indubbie qualità, devo chiarire che non è la piattaforma che useremo a fare il successo di un eCommerce. Per ottenere visite e diventare autorevole sui motori di ricerca, ci vuole un piano d’azione che contempli attività SEO, advertising, relazioni, Customer Journey curata e così via.

La scelta del CMS per creare l’eCommerce, di norma, non dovrebbe influenzare la SEO, anche se le possibilità che si verifichi una penalizzazione esistono eccome. Scegliendo Shopify lavoreremo con un CMS facile da settare, leggero quanto basta e scalabile per varie tipologie di eCommerce. Come utilizzarlo per migliorare il posizionamento di un sito web? Lo spiego nei paragrafi che seguono. 

Cos’è Shopify e perché potrebbe essere la piattaforma ideale per un eCommerce?

Lanciata nel lontano 2006, Shopify si è rapidamente affermata come una soluzione affidabile e intuitiva per chiunque desideri avviare un business di vendita online. La piattaforma offre agli imprenditori tantissimi strumenti e funzionalità con i quali costruire e personalizzare facilmente il nostro shop virtuale. Il tutto senza particolari competenze di sviluppo e programmazione, soprattutto grazie all’interfaccia user-friendly.

Uno dei punti di forza di Shopify è la sua incredibile versatilità. La piattaforma supporta sia piccoli negozi che grandi imprese, consentendo loro di gestire inventari, processare ordini, gestire pagamenti e fornire assistenza clienti in modo efficiente. Gli utenti possono contare su un ambiente protetto e performante per il loro negozio online, con la possibilità di scalare e ampliare la propria attività in base alle esigenze di crescita.

Con Shopify possiamo arricchire un negozio con funzionalità personalizzate per migliorare l’esperienza di acquisto dei clienti, offrire promozioni, creare anteprime di lancio e così via. Dalla gestione interna dell’inventario e spedizione, alle soluzioni per il marketing e l’analisi dei dati, Shopify offre un ecosistema ricco di opzioni per creare uno shop online di successo in modo semplificato.

Fare SEO con Shopify? Questione di strategia

Come ho spesso spiegato nel mio blog la ricerca delle parole chiave è il punto di partenza fondamentale per una strategia SEO di successo, a prescindere da ciò com’è il sito web, da come è stato realizzato e dalle migliorie da apportare.

La ricerca di parole chiave è un’attività di analisi che ci dà un’idea di cosa cercano le persone, del mercato di riferimento, di chi sono i competitor e così via… Solo dopo aver capito dove ci troviamo e dove vogliamo arrivare, passeremo all’azione con interventi interni ed esterni al sito web da ottimizzare. Qui di seguito un riepilogo sulle attività fondamentali per iniziare a fare SEO con Shopify:

  • Identificare le keyword più rilevanti: utilizzarle in modo strategico nei tag title, nelle metadescription, negli heading tag e nei contenuti ti aiuterà a posizionarti nelle SERP in modo efficace.
  • Analizzare i competitor: conoscere come si muove il mercato online attraverso l’analisi dei tuoi competitor ti darà una solida base per creare una strategia SEO personalizzata per il tuo negozio Shopify.
  • Creare i tracciamenti: collegare strumenti di tracciamento e analisi come Google Analytics e Google Search Console ti permetterà di monitorare le performance del tuo negozio e ottenere dati preziosi sul comportamento dei visitatori.

Attività tecniche per i motori di ricerca

Ogni sito web deve rispettare una serie di criteri di qualità tali da rispettare i diritti degli utenti e le norme vigenti nel Paese di riferimento. Questi standard cambiano di continuo, di pari passo con l’arrivo di nuove norme che riguardano il commercio elettronico e il funzionamento dei motori di ricerca. 

Adeguare un sito web complesso come un eCommerce a questi standard è fondamentale per garantire la sicurezza dei dati ed un’esperienza di navigazione piacevole. Qui di seguito ne riporto alcune che ritengo fondamentali per mettere veramente un sito “in regola”. 

Certificato SSL su Shopify

Per rendere la connessione sicura al tuo negozio Shopify bisogna dotarsi dei certificati TLS (Transport Layer Security), noti anche come certificati SSL (Secure Sockets Layer). Il loro scopo è quello di criptare le comunicazioni tra il negozio e gli accessi dall’esterno, garantendo una navigazione sicura e aggiornata al recente (ma non troppo) protocollo HTTPS.

Sono forniti gratuitamente per tutti i domini aggiunti a Shopify e vengono emessi automaticamente per i domini .myshopify.com o quando acquisti o trasferisci un dominio personalizzato. Inoltre collegando un dominio di terze parti, il certificato verrà emesso in un massimo di 48 ore.

Creare la sitemap.xml

Il file robots.txt serve a guidare il bot durante la scansione del sito. In genere questo file dovrebbe sempre contenere il percorso della Sitemap XML, ossia la prima lista di URL che i motori di ricerca trovano quando iniziano a scansionare il sito. 

Tutti i negozi Shopify generano il file sitemap.xml in automatico, cioè un documento che contiene i link a tutti i prodotti, le immagini principali dei prodotti, le pagine, le collezioni e gli articoli del blog.

Per trovare il file dovrai recarti nella directory radice dei domini del tuo sito, ad esempio miosito.com/sitemap.xml. Queste informazioni vengono aggiornate automaticamente ogni volta che aggiungi nuovi contenuti al tuo negozio online Shopify. Nel caso in cui tu possieda piani Basic o superiori con domini internazionali, avrai anche le mappe del sito per ogni dominio aggiuntivo utilizzato.

Ottimizzazioni in-site

Gli eCommerce costruiti con Shopify hanno la SEO integrata e possono utilizzare alcune funzionalità per facilitare l’ottimizzazione dei contenuti. In parte la piattaforma svolge, in autonomia, alcune attività essenziali ma che conviene sempre monitorare con un occhio “umano”. I tag canonici, per esempio vengono generati automaticamente per evitare contenuti duplicati nei risultati di ricerca.

I temi di Shopify, invece, offrono delle automazioni per compilare i meta tag in modo semplificato e, se necessario, generare delle anteprime di riempimento. Puoi facilmente modificare i tag title, le meta description e gli URL per articoli di blog, pagine web, prodotti e collezioni e ottimizzare il sito web pagina per pagina.

Infine anche le immagini possono essere facilmente ottimizzate con l’aiuto degli strumenti messi a disposizione per fare ottimizzazioni in site sugli shop. Queste accortezze non garantiscono un buon posizionamento in breve tempo ma sono le fondamenta per costruire un sito web ottimizzato. 

Content strategy

La qualità di un intervento SEO si misura anche da quanto sono efficaci i contenuti, sia da un punto di vista informativo che tecnico. Le informazioni presenti sull’e Commerce, infatti, devono essere chiare, originali ed interessanti e i motori di ricerca devono poter navigare sul sito con facilità per rilevarne la qualità. Vediamo le principali attività a cui dedicarci per migliorare i contenuti e posizionarli sui motori di ricerca. 

Struttura del sito e link interni 

Per ottimizzare un eCommerce creato su Shopify dobbiamo iniziare dalle basi, cioè dalla struttura del sito web. Questa deve essere chiara sia agli utenti che ai motori di ricerca per favorire una navigazione fluida e piacevole. La struttura deve favorire il passaggio da una pagina all’altra del sito web stimolando il bisogno informativo dell’utente, il che significa che coinvolge parole chiave, contenuti e link, sia esterni che interni.

 Come ho spiegato nel mio articolo dedicato alla Link Juice, ogni sito web viene valutato anche in base al suo profilo di backlink, cioè collegamenti che rimandano gli utenti sulle nostre pagine. Una gestione attenta di link interni, in uscita ed in entrata è fondamentale per ottenere risultati sui motori di ricerca. 

Se avrai un blog, dovrai prendertene cura

Creare e gestire un blog è un’ottima strategia per generare brand awareness e attrarre nuovi potenziali clienti. Si tratta di un’attività fondamentale per l’inbound marketing, cioè l’approccio che mira ad attrarre utenti offrendo loro valore e, quindi, informazioni utili o soluzioni ai loro bisogni. 

Per gestire un blog e trasformarlo in un prodotto redditizio assicurati di condurre un’analisi preliminare per trovare sempre topic pertinenti al tuo settore e per pianificare le pubblicazioni con costanza. Scrivi contenuti di qualità e ben ottimizzati e sii costante nel condividere informazioni con i tuoi lettori. Anche se all’inizio ti sembrerà di scrivere nel vuoto, con il tempo le visite non tarderanno ad arrivare, soprattutto se ti concentrerai sulla qualità. 

In quanto tempo si ottengono risultati?

Non so rispondere a questa domanda, così, su due piedi. Le tempistiche dipendono da quanto è saturo il mercato in cui andiamo ad operare, da come è gestito il negozio sul fronte logistico, da quanto è popolare lo shop in rete e così via.. I tempi potrebbero allungarsi in caso di penalizzazioni o siti web non ottimizzati che, nonostante le criticità da correggere, hanno già intrapreso in passato attività di Digital Marketing. 

Ricorda che la SEO non è un’attività “pronta all’uso” ma il modo migliore per assicurare una crescita stabile e sicura nel tempo al tuo sito web.

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SEO Manager: chi è, cosa fa e come può rendere più redditizio il tuo sito web

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 1 Settembre 2023 - Aggiornato il 1 Settembre 2023

Il SEO Manager è una figura professionale sempre più ricercata poiché possiede competenze specialistiche esclusive, utili per gestire con successo la presenza online di un’azienda. La sua area di competenza riguarda i motori di ricerca ed è un professionista designato ad aumentare la visibilità di un sito web online.

Molto spesso il suo ruolo viene confuso con quello del SEO Specialist e del Consulente SEO, professioni senza dubbio affini ma con declinazioni lievemente differenti. In questa guida ti spiegherò chi è il SEO Manager, di cosa si occupa e, infine, ti aiuterò a capire se può esserti utile per migliorare il posizionamento e la visibilità del tuo sito web. Sono certo che, una volta arrivato in fondo a questo articolo, avrai le idee molto più chiare. Iniziamo. 

Chi è il SEO Manager?

Il SEO Manager è un esperto di marketing digitale e di motori di ricerca. In Italia questo professionista opera principalmente su Google ma le sue competenze dovrebbero riguardare anche altri motori di ricerca come Bing, Yahoo e così via. 

Devo ammettere che la maggior parte dei clienti con cui mi trovo a lavorare tende a prendere in considerazione solo Google anche se, a dire il vero, esistono tantissimi altri motori di ricerca su cui lavorare. 

Per questo un bravo SEO Manager conosce le dinamiche di funzionamento di tutti i motori di ricerca che sono sicuramente meno popolari ma, non per questo, da escludere totalmente da una strategia di crescita. 

La sua principale responsabilità è quella di migliorare la visibilità di un sito web sui risultati di ricerca organica, attirando traffico qualificato e aumentando il posizionamento del sito nelle SERP (Search Engine Results Pages).

Trattandosi di una figura manageriale lo troviamo spesso impiegato in grandi realtà aziendali, dove sono presenti team di lavoro dedicati ad ogni reparto operativo e strategico. In particolare laddove vi sia una squadra di professionisti deputata a prendersi cura delle attività di Web Marketing, il SEO Manager è la figura professionale che gestisce il reparto SEO e tutto ciò che è correlato.  

Il SEO Manager, quindi, lavora a stretto contatto con il team di marketing per sviluppare e implementare strategie SEO efficaci. Questo significa che è competente sia nella gestione di un team di lavoro che nelle principali attività che riguardano ottimizzazione e posizionamento dei siti web sui motori di ricerca. Il SEO Manager, in pratica, è una figura poliedrica che possiede un bagaglio di competenze tecniche e manageriali 

Di cosa si occupa il SEO Manager?

Le attività del SEO Manager sono varie e comprendono tutte le attività contemplate dal vasto mondo della SEO. Qui di seguito ti illustro alcune delle sue principali responsabilità anche se, talvolta, le sue competenze, potrebbero andare anche oltre le ottimizzazioni ed il posizionamento del sito web. In qualità di manager, infatti, questo professionista dovrà essere ferrato anche su altri ambiti del Web Marketing come il search advertising ed i principi che regolamentano il comportamento degli utenti online.  

  • Analisi delle parole chiave: si tratta di una delle attività più importanti per avviare un intervento SEO mirato ed efficace. Questa fase è essenziale per creare contenuti ottimizzati e per soddisfare le esigenze degli utenti rispondendo prontamente alle loro query di ricerca.
  • Ottimizzazioni On-Page: si assicura che tutte le pagine del sito siano ottimizzate correttamente, il che include l’ottimizzazione dei titoli delle pagine, delle meta descrizioni, dei tag di intestazione e dei contenuti testuali per renderle più rilevanti per le parole chiave target.
  • Link Building/earning: sviluppa strategie di Link Building ed Earning per ottenere collegamenti di qualità da siti autorevoli e pertinenti. Questi backlink migliorano l’autorità del sito agli occhi dei motori di ricerca e contribuiscono al miglioramento del posizionamento organico.
  • Monitoraggio e analisi dei dati: utilizza strumenti di analisi come Google Analytics e Google Search Console per monitorare il traffico del sito, analizzare le performance delle parole chiave e identificare opportunità di miglioramento. I dati raccolti vengono utilizzati per prendere decisioni strategiche e apportare miglioramenti alla strategia SEO.
  • Gestione dei contenuti: collabora con il team di content marketing per sviluppare contenuti di qualità e ottimizzati SEO. Questi possono essere articoli, guide, video e altri materiali che attraggono il pubblico e migliorano l’autorevolezza del sito.
  • Risoluzione delle penalizzazioni: nel caso in cui il sito sia stato penalizzato dai motori di ricerca a causa di pratiche non conformi alle linee guida, il SEO Manager lavora per individuare e risolvere il problema, ripristinando il buon posizionamento del sito.

Le competenze più importanti per un SEO Manager

Tra le competenze di un SEO Manager spiccano le abilità comunicative, essenziali per fare strada e acquisire autorevolezza ed esperienza sul campo. In qualità di manager, l’esperto SEO dovrà essere in grado di comunicare in modo chiaro con clienti, team interni e sviluppatori. Capire le esigenze dei clienti, spiegare le strategie SEO in modo comprensibile e coordinarsi con i vari membri del team, per l’appunto, richiede di padroneggiare le tecniche di comunicazione efficace, e non solo.

Difatti il SEO Manager deve anche essere in grado di gestire progetti, scadenze e tempi in modo meticoloso. La SEO, dopotutto, coinvolge una vasta gamma di attività, dalla ricerca delle parole chiave alla creazione di contenuti, dal link building all’ottimizzazione tecnica del sito: così tanto lavoro da fare che sarebbe impossibile non pianificare in anticipo, stabilendo scadenze e coordinando con efficienza la squadra di lavoro.

Infine, essendo la SEO è un settore in rapida evoluzione, sarà fondamentale per un SEO Manager di successo essere disposto a studiare costantemente, cioè essere sempre alla ricerca delle ultime tendenze e best practice del settore, partecipare a webinar, conferenze e corsi di formazione specifici e molto altro ancora…

SEO Manager, Consulente SEO e SEO Specialist sono la stessa cosa?

Sebbene i termini SEO Manager, Consulente SEO e SEO Specialist possano sembrare simili tra loro, rappresentano ruoli ben distinti e che è importante conoscere per scegliere il professionista più adatto al proprio sito web. 

In particolare il SEO Specialist è un professionista a tutto tondo, che può incarnare le responsabilità del manager e del consulente. Conosce a fondo le strategie di ottimizzazione dei siti web sui motori di ricerca e possiede una vasto sapere di best practice, tattiche, strategie e casi studio di successo. 

Si concentra principalmente sull’attuazione delle strategie SEO, con particolare attenzione alle attività tecniche e operative. In pratica il SEO Specialist può lavorare sia come parte di un team che come esperto presso un’agenzia. Viene considerato al pari di un Consulente SEO ma, a differenza di quest’ultimo, trova impiego in contesti per lo più aziendali. 

Il Consulente SEO è un esperto dotato di una considerevole esperienza nel settore, grazie alla quale supporta aziende e liberi professionisti nella scalata dei motori di ricerca. Solitamente opera come libero professionista e offre consulenza personalizzata alle aziende, aiutandole a sviluppare strategie SEO più efficaci per migliorare la loro presenza online. Lavora a stretto contatto con i clienti per comprendere le loro esigenze e obiettivi e offre soluzioni su misura, similmente a come lavora un sarto. Egli cuce progetti in base al cliente che ha dinanzi e lo fa seguendolo, consigliandolo e supportandolo dalle fasi di analisi SEO iniziale al raggiungimento degli obiettivi prefissati. 

Come si diventa SEO Manager?

Per diventare un SEO Manager di successo occorre possedere tante abilità non solo in campo SEO ma anche relazionali e gestionali. Sicuramente il percorso ideale inizia con una buona base di formazione a cui sommare anni di esperienza e di casi studio con i quali dimostrare le capacità acquisite e messe in pratica. 

Per iniziare a studiare SEO è necessario formarsi sul web marketing in generale e poi specializzarsi sul posizionamento sui motori di ricerca. Per farlo è possibile seguire corsi online gratuiti o a pagamento, oppure iscriversi presso scuole e accademie di formazione ad hoc. 

Una laurea in marketing, informatica o discipline correlate può essere un buon punto di partenza, ma gran parte delle competenze si sviluppano attraverso l’esperienza sul campo. Lavorare come esperto SEO, infatti, significa portare un sito web a raggiungere sempre nuovi obiettivi di crescita per cui, per farsi conoscere sul mercato, è necessario maturare una lunga esperienza direttamente sul campo. 

Per diventare un SEO Manager è importante anche sviluppare abilità manageriali, necessarie per guidare e coordinare un team di lavoro e per rapportarsi anche con clienti e coordinatori. Questo significa possedere buone capacità di leadership, gestione delle risorse, comunicazione efficace e di problem solving, per citarne qualcuna.

Quanto guadagna un SEO Manager?

Quanto al guadagno di un SEO Manager, la retribuzione può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui gli anni di esperienza, l’azienda o il settore di lavoro, la posizione geografica in cui si opera e, infine, la rilevanza maturata nella cerchia di conoscenze e collaborazioni. La retribuzione di un SEO Manager oscilla dai 1200,00€ mensili agli oltre 3.500,00€: tutto dipende da capacità, autorevolezza e competenze. 

A questi guadagni possono sommarsi quelli derivanti dall’autorevolezza del profilo professionale che, in quanto tale, può essere chiamato a intervenire presso università, dibattiti, convegni o eventi tematici. Una carriera da SEO Manager, in un certo senso, non è strettamente correlata al lavoro di ottimizzazione ma abbraccia molte aree della comunicazione e del marketing e, quindi, comprende anche le pubbliche relazioni. 

Ci possono volere molti anni per costruire una carriera da SEO Manager ma, dopo tanto impegno, le fatiche saranno certamente ripagate da grandi soddisfazioni, sia umane che professionali.

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Black hat SEO: cos’è, principali tecniche e conseguenze per il posizionamento di un sito web

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 31 Luglio 2023 - Aggiornato il 27 Luglio 2023

Black hat SEO, letteralmente, significa “Cappello Nero SEO”. Tradotta in questa maniera la frase sembra non avere molto senso ma, ovviamente, c’è una spiegazione più profonda di cui mi occuperò nelle righe che seguiranno. 

In pratica il concetto di “Black Hat SEO” trae origine da una concezione popolare di ispirazione cinematografica. Tutti sappiamo che i personaggi malvagi indossano cappelli neri (black hat) o che, in qualche modo, hanno un collegamento simbolico con l’oscurità ed il colore nero.

Ebbene quando il colore nero è associato alla SEO, significa che ci troviamo dinanzi ad attività oscure, negative e, quindi, contrarie agli standard e alle regole imposte dai motori di ricerca. 

A cosa mirano queste attività “oscure”? A semplificare il percorso di crescita di un sito web, a barare e si, anche a creare problemi alla concorrenza. Le attività che rientrano nell’oscuro mondo della Black Hat SEO, quindi, sono scorciatoie malevole che sconsiglio vivamente di considerare. Il perché? Lo spiegherò a breve.  

Una premessa importante: perché manipolare i motori di ricerca non ha più senso oggi?

Negli ultimi anni, i motori di ricerca, in particolare Google, hanno fatto notevoli progressi nell’identificazione e nella penalizzazione delle tattiche di Black Hat SEO.

Grazie all’introduzione di algoritmi sempre più sofisticati, infatti, la rilevazione di contenuti di scarsa qualità, duplicati o spam è diventata più efficiente.

Di conseguenza, gli sforzi per manipolare i motori di ricerca hanno meno probabilità di avere successo, e gli autori di queste strategie rischiano pesanti penalizzazioni.

Fare SEO nera aveva un senso agli albori dei motori di ricerca, quando bastava riempire una pagina di parole chiave nascoste agli occhi dei lettori per ottenere un miglior posizionamento. Oggi barare e manipolare gli algoritmi è davvero molto difficile e, i pochi che ci riescono, finiscono per essere scoperti in brevissimo tempo. 

So bene che a tutti piacerebbe vedere il proprio sito web posizionato in alto, magari in prima posizione, in tempi brevissimi e con il minimo sforzo. Purtroppo la realtà è ben diversa e, se proprio hai “fretta” di vedere i tuoi contenuti posizionati sopra la concorrenza, tra i primi risultati di ricerca proposti da Google, forse dovresti considerare di integrare la SEO con altre attività, tipo le campagne “Search” con Google Ads. 

Fare SEO, infatti, è come piantare un seme, attendere con pazienza che inizi a germinare, tenerlo d’occhio finché non spuntano dalla terra i primi germogli e prendersi cura della piantina appena nata finché non sarà alta, verde e robusta. La SEO è un viaggio, non un’attività che inizia e finisce in un preciso lasso di tempo. È qualcosa che richiede competenza, pazienza e lungimiranza e, quindi, è l’esatto opposto di ciò a cui mira chi fa Black Hat SEO. 

La definizione di Black Hat SEO

La Black Hat SEO è l’insieme di pratiche e tecniche proibite volte a ottenere un vantaggio non etico nei motori di ricerca. Queste strategie sono in contrasto con le linee guida dei motori di ricerca e possono comportare sanzioni, come la perdita di posizionamento nelle pagine dei risultati di ricerca (SERP) o addirittura l’esclusione dal motore di ricerca.

Black Hat SEO e Negative SEO: le differenze

Mentre la Black Hat SEO riguarda principalmente l’uso di strategie proibite per migliorare il posizionamento, la Negative SEO è un’azione intenzionale per danneggiare il posizionamento di un concorrente o di un sito web.

La Negative SEO può includere l’invio di link spam o la diffusione di contenuti duplicati per screditare un sito agli occhi dei motori di ricerca. 

Le principali tecniche di Black Hat SEO

Esistono tantissime tecniche per fare Black Hat SEO. Qui di seguito ti spiego quali sono le principali ma ti avviso sin da subito che non ti sto invitando a metterle in pratica per almeno tre ragioni: 

  1. Il rischio è maggiore del rendimento 
  2. Bisogna essere estremamente competenti anche per fare black hat SEO. 
  3. Per riparare i danni di una penalizzazione SEO ci vorrà un enorme esborso di denaro e tempo. 

Keyword Stuffing

Keyword Stuffing consiste nel riempire il contenuto di una pagina con un numero eccessivo di parole chiave o frasi chiave, senza considerare la leggibilità del testo o la coerenza del contesto. 

L’obiettivo è aumentare artificiosamente la rilevanza del sito web per determinate parole chiave, sperando di ottenere un posizionamento più alto sui motori di ricerca. Questa pratica è ormai facilmente individuabile dagli algoritmi dei motori di ricerca, che prediligono i contenuti naturali, ben scritti e pertinenti rispetto alle parole chiave.

Contenuti nascosti, copiati o duplicati

Tramite la creazione di pagine con contenuti nascosti o testo invisibile agli utenti si può pensare di “ingannare” i motori di ricerca. Per farlo è possibile ricorrere all’uso di testo dello stesso colore dello sfondo, font molto piccoli o l’uso di tag di formattazione per nascondere determinati contenuti. 

Anche copiare contenuti direttamente da altri siti web o duplicare gli stessi su più pagine del proprio sito rientrano tra le tecniche manipolative. Sono strategie destinate a ingannare i motori di ricerca ma che, anche in questo caso, vengono scoperte e penalizzate in un batter d’occhio. 

Spinning

Lo Spinning consiste nel generare testi simili, rielaborati in modo tale che non sembrino copiati ma che, di fatto, lo sono. Questa tecnica mira a ingannare il motore di ricerca proponendo dei contenuti come se fossero originali ma, anche in questo caso, debbo avvisarti che basta un rapido controllo su un software anti-plagio per scovare il plagio. 

Rich Snippet Spam

I Rich Snippet sono quei frammenti di informazioni aggiuntive che possono essere visualizzati accanto ai risultati di ricerca, offrendo agli utenti un contesto più ricco sulla pagina web. Talvolta c’è chi ritiene che tali informazioni possano essere manipolate per attirare più click ma chi si muove tramite questa pratica dimentica che, ancora prima dei motori di ricerca, ci sono da considerare le persone. Quando l’anteprima di un contenuto ci spinge a cliccare ma poi ci rendiamo conto di non trovare ciò che stavamo cercando, chiudiamo rapidamente la pagina e ci rivolgiamo altrove…

Cloaking

Il Cloaking consiste nel presentare dei contenuti ai motori di ricerca in modo diverso da quelli visualizzati agli utenti. Google considera il Cloaking come una violazione grave delle sue linee guida e i siti web che utilizzano questa pratica possono essere sanzionati o rimossi dai risultati di ricerca, anche in modo permanente. 

Pagine doorway

Le Pagine Doorway sono pagine web create con l’unico scopo di posizionarsi per determinate parole chiave o frasi chiave, ma che non forniscono sostanziali informazioni o valore ai visitatori. Queste pagine spesso includono molti link di ancoraggio che servono a reindirizzare i visitatori verso altre pagine del sito. 

Acquisto, scambio e rivendita link

Acquistare, scambiare o rivendere link è un’altra tecnica di Black Hat SEO. Forse ti sorprenderà sapere che tra le linee guida dei motori di ricerca è riportato espressamente che ottenere link tramite transazioni commerciali non è visto di buon occhio.

Allora perché così tante persone investono in Link Building? Perché ci sono dei modi per farlo in modo “sporco” e dei modi per farlo per bene. Io sono schierato tra i professionisti che prediligono una link building pulita e trasparente, sia agli occhi degli utenti che ai bot dei motori di ricerca. 

Link nascosti e nel footer

Si può fare Black Hat SEO anche tramite l’uso di link nascosti all’interno del testo di una pagina o nella parte inferiore (footer) del sito. Questi link, non visibili agli utenti, vengono rilevati dai motori di ricerca e possono essere utilizzati per cercare di manipolare il profilo dei link del sito web. Anche questa tecnica poteva avere efficacia in passato mentre oggi non ha più molto senso, soprattutto perché attira rapidamente le penalizzazioni. 

Commenti spam

Il Commento spam consiste nell’inserimento di commenti indesiderati contenenti link a siti web all’interno di blog, forum o altre piattaforme di discussione online. Questi commenti non forniscono alcun valore ai lettori e cercano solo di ottenere link in uscita verso il sito web del commentatore. Gli algoritmi dei motori di ricerca sono consapevoli di questa pratica e i link ottenuti da commenti spam non hanno alcuna efficacia sul posizionamento. 

Private Blog Network (PBN)

Le Private Blog Network (PNB) sono reti di siti web creati appositamente per fornire link a un unico sito principale. Questa pratica è proibita dai motori di ricerca, soprattutto perché generalmente i siti all’interno di una PBN non forniscono alcun valore reale agli utenti. Al contrario sono gestiti esclusivamente i risultati di posizionamento e, quindi, non piacciono affatto ai motori di ricerca. 

Cosa succede quando Google rileva attività malevole o di Black Hat SEO?

Quando Google rileva attività malevole o di Black Hat SEO su un sito web, le conseguenze possono essere anche molto gravi. 

Il responsabile può essere soggetto a penalizzazioni molto pesanti, che comportano una significativa perdita di posizioni nelle pagine dei risultati di ricerca. In questi casi il traffico organico del sito diminuisce in modo drastico perdendo visibilità e interesse da parte degli utenti. 

In alcuni casi estremi Google può anche decidere di eliminare completamente il sito dal suo indice di ricerca. Questo è noto come “banning” o “de-indexing”, e significa che il sito non sarà più visibile quando l’utente effettuerà una ricerca online. La cosa ancora più grave è che per tornare visibile e “farsi perdonare” da Google, ci vogliono lunghe e costose attività di “riparazione”. 

Fare SEO e farla bene è un processo che richiede tempo

I risultati della SEO non sono immediati, salvo rari casi eccezionali. È importante capire che sul web esistono milioni e milioni di siti web simili e, quindi, competere in un mercato non è così facile come potrebbe sembrare. 

Si tratta di un processo graduale che richiede pazienza e costanza ma che, soprattutto sul lungo periodo, può portare enormi soddisfazioni e gratificazioni. Inoltre sia Google che tutti gli altri motori di ricerca esaminano di continuo i siti web per determinare la loro rilevanza e qualità, e quindi il posizionamento può variare nel tempo a seconda delle attività dei concorrenti e dei cambiamenti negli algoritmi di ricerca.

Una strategia SEO ben pianificata, quindi, non promette di raggiungere la prima posizione su Google in 24 ore ma scandisce piccoli obiettivi quotidiani da raggiunger e, soprattutto, tiene conto del contesto, della concorrenza e dell’andamento del mercato di riferimento. 

Peraltro i motori di ricerca evolvono rapidamente e di continuo, il che significa che, di tanto in tanto, occorre ritoccare la strategia, adeguare il sito web a sempre nuovi standard di qualità e, infine, contribuire ad offrire alle persone un’esperienza di navigazione sicura, pulita e realmente utile rispetto a ciò che stavano cercando.

Questo è il solo, vero, unico modo per piacere a Google e posizionarsi sempre più in alto rispetto alla concorrenza.

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Link earning SEO: costruire autorità e traffico organico di qualità

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 27 Luglio 2023 - Aggiornato il 27 Luglio 2023

Link Earning, letteralmente, significa “guadagnare link”. Nella SEO, come ho spesso spiegato nel mio blog, uno degli aspetti fondamentali per migliorare il posizionamento di un sito web sui motori di ricerca è proprio l’acquisizione di link, cioè le menzioni di altri siti web che, per varie ragioni, linkano ai lettori i nostri contenuti come fonti autorevoli, interessanti o utili per approfondire ciò che stanno leggendo. 

Per farlo ci sono tanti modi. Il più “complesso” e a lungo termine è quello che prevede l’investimento nella creazione di contenuti di ottima qualità, tali da generare interesse e popolarità presso gli utenti e, quindi, anche presso i motori di ricerca e i siti web simili o affini. 

Il modo più rapido, invece, riguarda la compravendita di link, cioè transazioni commerciali per le quali i siti web acquisiscono backlink attraverso una trattativa che avviene tra chi offre e chi compra. Secondo Google questa seconda opzione è vivamente sconsigliata, oltre che passibile di penalizzazioni ma, se esegui una rapida ricerca online, ti renderai conto che la compravendita di link è una prassi più che consolidata.  

La link earning, al contrario, è l’acquisizione di link in modo spontaneo, cioè per puro merito. Quando un contenuto è utile, ben scritto ed originale gli utenti lo leggeranno con attenzione, lo condivideranno e si sentiranno più propensi a fidarsi. Ecco, questa, in breve, è la definizione più autentica di Link Earning.

Una doverosa premessa sulla Link Earning

Il mondo della SEO è vasto e in continua evoluzione. I motori di ricerca, Google in primis, lavorano incessantemente per offrire la migliore esperienza di navigazione possibile, mentre i siti web immettono in rete milioni di contenuti ogni giorno. Dinanzi ad una tale dinamicità è abbastanza normale che, di tanto in tanto, i criteri e le regole che riguardano il posizionamento dei siti web siano passibili di piccoli e grandi cambiamenti e, tra questi, a mio modo di vedere, c’è la Link Earning. 

Sul web e in numerose guide che parlano di questo principio si tende spesso a metterlo a paragone con la Link Building, un’attività in tutto e per tutto simile alla Link Earning ma che, come vedremo in questo approfondimento, si fonda su principi un tantino differenti. Iniziamo proprio dalla terminologia per capire meglio di cosa ti sto per parlare: link earning, ovvero “guadagnare link”. 

Con il termine Link Earning, dunque, si fa riferimento ad un principio “etico” di acquisizione di link in ingresso da altri siti web, cioè al guadagno spontaneo di citazioni e menzioni che sanciscano la qualità dei nostri contenuti. “Volgarmente” potrei affermare che fare Link Earning significa avviare una campagna di Link Building ma con l’aggiunta di un atteggiamento etico. In realtà la questione è un po’ più complessa e, proprio per questo, vorrei affrontare l’argomento con un approccio meno superficiale e, soprattutto, meno didascalico. Quindi cosa significa fare Link Earning?

Come Funziona la Link Earning

La Link Earning si basa su un principio fondamentale: la creazione di contenuti che offrano un valore autentico e prezioso per il pubblico. Questi contenuti, come articoli del blog, webinar, ebook, video formativi e infografiche, devono essere superiori in qualità e utilità rispetto a quelli offerti dalla concorrenza. L’obiettivo è suscitare interesse, ammirazione e gratitudine nel pubblico, spingendolo spontaneamente a condividere e linkare il nostro sito web.

A differenza della Link Building, che spesso e volentieri si caratterizza come un mero scambio o acquisto di link, la Link Earning si basa su menzioni spontanee, naturali, ovvero organiche. Google e altri motori di ricerca apprezzano i link guadagnati attraverso questa strategia, riconoscendoli come segno di autorevolezza e rilevanza del sito web. 

Questo, tuttavia, non significa che la Link Building abbia meno valore, anzi, è tutto il contrario: quando la strategia è creata ad hoc da un professionista, si può creare valore anche attraverso l’acquisto di link. Ciò che conta è offrire qualità agli utenti perché Google, e i motori di ricerca in generale, sanno riconoscere manipolazioni, trattative commerciali e attività che hanno tutto l’aspetto di vere e proprie scorciatoie. 

Perché acquisire link è così importante per un sito web?

L’acquisizione di link in ingresso (backlink) è una componente fondamentale della strategia di ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) di un sito web. I link provenienti da altri siti web sono essenziali per diversi motivi, e capire l’importanza di questa pratica può aiutarti a comprendere perché sia cruciale investire tempo ed energie nella costruzione di una solida rete di backlink. Qui di seguito le mie motivazioni. 

1. Autorità e Credibilità

I motori di ricerca, in particolare Google, considerano i backlink come voti di fiducia. Quando un sito web di autorevolezza e rilevanza nel settore linka al tuo contenuto, sta essenzialmente confermando che il tuo sito è affidabile e degno di essere raccomandato ai propri utenti. Di conseguenza, il tuo sito guadagna autorità e credibilità agli occhi di Google e di altri motori di ricerca, il che può tradursi in un migliore posizionamento.

2. Miglioramento del Posizionamento sui Motori di Ricerca

I backlink svolgono un ruolo chiave nel determinare la posizione di un sito web nei risultati di ricerca. Un sito con un numero maggiore di backlink di qualità tende a ottenere una migliore posizione rispetto ai siti con un numero inferiore o di backlink di bassa qualità. Pertanto, acquisire link da siti autorevoli e rilevanti nel tuo settore può aiutare il tuo sito a raggiungere le prime pagine dei risultati di ricerca, aumentando la sua visibilità e il traffico organico.

3. Incremento del Traffico Qualificato

I backlink non solo aiutano a migliorare il posizionamento, ma possono anche portare traffico diretto al tuo sito web. Quando gli utenti cliccano su un link che rimanda al tuo contenuto da un sito di riferimento, si creano opportunità per nuovi visitatori. Se il sito di provenienza è rilevante per il tuo pubblico di riferimento, c’è una maggiore probabilità che gli utenti siano interessati al tuo contenuto e si trasformino in potenziali clienti o lettori assidui.

4. Indicazione di Popolarità

I backlink possono essere considerati indicatori di popolarità per il tuo sito web. Più siti linkano ai tuoi contenuti, maggiore è la probabilità che il tuo sito sia apprezzato e ritenuto utile da una vasta gamma di utenti e professionisti del settore. Questo può contribuire a creare una percezione positiva del tuo brand e ad attirare ulteriori opportunità di collaborazione e partnership.

5. Crawl e Indicizzazione Più Efficienti

I motori di ricerca utilizzano i backlink per scoprire nuove pagine e indicizzarle. Quando un sito web linka al tuo contenuto, i crawler dei motori di ricerca seguono quel link e visitano il tuo sito. Questo processo di crawl e indicizzazione è essenziale per far conoscere il tuo sito web agli algoritmi dei motori di ricerca e farlo comparire nei risultati di ricerca pertinenti.

Differenza tra Link Earning e Link Building

La principale differenza tra Link Earning e Link Building risiede nell’approccio alla creazione dei backlink. Mentre la Link Building mira a ottenere link a prescindere dalla qualità dei contenuti, la Link Earning si concentra sulla creazione di risorse di alto valore. Se nella Link Building si possono utilizzare scambi, accordi e altre tattiche per ottenere link, la Link Earning si basa sull’attrarre link spontaneamente grazie alla qualità dei contenuti.

La Link Earning, quindi, richiede tempo e impegno nella produzione di materiali di qualità, ma offre vantaggi significativi in termini di posizionamento sui motori di ricerca e reputazione del brand. A mio modo di vedere presenta numerosi vantaggi anche se richiede una buona dose di pazienza perché, dopotutto, Roma non è stata costruita in un giorno. 

Vantaggi della Link Earning

Se hai letto con attenzione fin qui, avrai capito che creare contenuti di qualità e guadagnarsi un posto di “rispetto” in rete ha più valore che aggirare le regole, manipolare i motori di ricerca e ottenere risultati effimeri e di breve durata. I vantaggi di fare Link Earning, in realtà sono molti di più e qui di seguito ho riepilogato i principali. 

1. Posizionamento sui motori di ricerca: i link guadagnati attraverso la Link Earning hanno un impatto positivo sul posizionamento del sito web nei risultati di ricerca. Google premia i siti con link naturali, ritenendoli autorevoli e rilevanti per il pubblico.

2. Minore rischio di penalizzazioni: la Link Earning elimina il rischio di penalizzazioni da parte dei motori di ricerca. I link ottenuti naturalmente sono considerati genuini e non violano le linee guida di Google.

3. Aumento dell’autorità del brand: creando contenuti di alta qualità, il brand acquisisce una maggiore autorevolezza e reputazione nel proprio settore. Ciò contribuisce a costruire una base di clienti fedeli e appassionati.

4. Traffico qualificato: i link guadagnati da fonti pertinenti attirano traffico qualificato, cioè utenti interessati e propensi all’azione, aumentando le possibilità di conversione.

Link Earning: come si fa?

La Link Earning richiede un approccio strategico e creativo e si fonda sulla produzione di contenuti di alto valore. 

Sviluppare articoli del blog informativi e approfonditi, webinar coinvolgenti, ebook di valore, video istruttivi e infografiche accattivanti è tutto ciò che ti serve per iniziare a guadagnare autorevolezza in rete. Il tuo obiettivo, in pratica, è quello di offrire contenuti che risolvano problemi o rispondano alle domande del pubblico nel migliore dei modi possibili. Come si fa? Potresti… 

  • Fornire Guide “How-To”: le guide dettagliate che mostrano come risolvere problemi specifici o compiere determinate azioni sono molto apprezzate dagli utenti e hanno maggiori probabilità di ottenere condivisioni e link.
  • Realizzare Materiale Originale, unico nel suo genere: la creazione di contenuti unici e originali, come ricerche, sondaggi e quiz, può attirare l’attenzione di altre fonti online, portando a link spontanei.
  • Promuovere i contenuti nel modo giusto: utilizzare i canali di social media, l’email marketing e le collaborazioni con influencer per promuovere i contenuti e aumentare le possibilità di condivisioni e link.

Quanto tempo ci vuole per ottenere più visite ed un miglior posizionamento?

Il tempo necessario per ottenere più visite e un miglior posizionamento tramite la Link Earning varia in base a diversi fattori. La creazione di contenuti di alta qualità e la loro promozione attraverso canali adeguati possono portare a risultati positivi nel medio-lungo termine. Tuttavia è importante essere pazienti, poiché la Link Earning è un processo che richiede tempo ma che ripaga con grandi soddisfazioni soprattutto sul lungo periodo. 

Link Earning e Link Building possono lavorare insieme

La Link Earning e la Link Building possono lavorare in sinergia per migliorare la visibilità e l’autorità del sito web. Mentre la Link Earning si concentra sulla creazione di contenuti di qualità per attirare link naturali, la Link Building può essere utilizzata per ottenere backlink da fonti autorevoli e pertinenti. Un approccio bilanciato che combina entrambe le strategie può portare a risultati più rapidi e duraturi.

La differenza la fa l’approccio, o meglio, la strategia che c’è a monte. Se ti affiderai ad un consulente SEO qualificato, i risultati non tarderanno ad arrivare. Al contrario se hai poca pazienza e le idee poco chiare sugli obiettivi che vuoi raggiungere, forse, puoi ottenere un buon posizionamento nel breve periodo ma questo sarà destinato a durare davvero molto poco. La Link Earning è una strategia SEO etica e duratura per costruire autorità e visibilità online.

Concentrandosi sulla creazione di contenuti di alta qualità, questa tattica offre vantaggi significativi, come un migliore posizionamento sui motori di ricerca, un minor rischio di penalizzazioni e un aumento dell’affidabilità del brand. In conclusione, quindi, fare Link Earning richiede tempo e dedizione, ma i risultati ottenuti contribuiranno a far emergere il sito web come una risorsa autorevole e a generare traffico organico di qualità.

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Anchor Text SEO: cos’è, a cosa serve e migliori strategie di ottimizzazione

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 27 Luglio 2023 - Aggiornato il 27 Luglio 2023

Le anchor text, o testi di ancoraggio, sono parole o frasi cliccabili posizionate all’interno di un contenuto. Esse svolgono un ruolo cruciale nel fornire informazioni ai motori di ricerca e agli utenti riguardo i contenuti e la navigazione. Sono considerati il principio su cui si fonda il web, una sconfinata rete globale fatta di collegamenti che rimbalzano da un sito all’altro e che collegano tra loro pagine e pagine di contenuti attraverso i link. 

Le anchor text, dunque, non sono altro che quelle parole cliccabili, generalmente in grassetto e sottolineate, grazie alle quali gli utenti navigano da una pagina all’altra in rete. Sceglierle con cura è fondamentale perché, come vedremo, i motori di ricerca le analizzano per stabilire coerenza, qualità e merito di siti web e contenuti. 

Cos’è un anchor text? La definizione

L’anchor text, o testo di ancoraggio, è la porzione di testo cliccabile. Di solito, appare in colore diverso o sottolineato rispetto al resto del testo della pagina. Formalmente viene creata in questo modo: 

<a href="https://www.esempio.it">parola cliccabile</a>

In questo esempio, “parola cliccabile” è il testo di ancoraggio che funge da collegamento verso il sito “www.esempio.it”. 

La porzione di testo dentro la quale andremo ad inserire in un link, in genere, dovrebbe lasciar intendere a chi vi si trova davanti, cliccando, il tipo di pagina o contenuto verso quale l’utente verrà reindirizzato. Di conseguenza se inserisco un link in una anchor text tipo “tutti i miei articoli del blog”, l’utente si aspetterà di atterrare sul mio blog. 

Il web è pieno zeppo di questo genere di collegamenti a cui, grossomodo, tutti noi siamo piuttosto abituati. Pur non avendo competenze tecniche o informatiche, possiamo affermare di essere piuttosto ferrati nel cliccare, condividere o avere a che fare con dei “link”. 

Proprio per questo la parola o la frase di ancoraggio, soprattutto in ambito SEO, ricopre un ruolo di grande valore. Scegliere l’anchor text giusto, spesso e volentieri, significa non solo invogliare gli utenti ad andare più a fondo nella navigazione ma anche garantire trasparenza e correttezza agli occhi dei motori di ricerca. 

Perché i Testi di Ancoraggio sono Importanti nella SEO

Gli anchor text sono importanti per diverse ragioni. Per prima cosa informano i motori di ricerca, cioè forniscono indicazioni riguardo l’argomento della pagina collegata. In secondo luogo contribuiscono al “trasferimento di valore”, cioè di Link Juice. I backlink con anchor text ottimizzati, quindi, possono aumentare la reputazione della pagina linkata agli occhi dei motori di ricerca.

Inoltre servono a dare forma alla struttura del sito web, in quanto aiutano i motori di ricerca a comprendere la gerarchia delle pagine che lo compongono: operazione che facilita l’indicizzazione e ne migliora la visibilità.

Infine le parole e le frasi di ancoraggio sono alla base della link building e, quindi, devono essere scelte con cura per creare collegamenti rilevanti, utili e spontanei in modo tale da ricevere indietro un profilo di backlink bilanciato ed autorevole. 

I tipi di anchor text

Esistono diverse tipologie di anchor text a seconda delle parole che decideremo di utilizzare. La scelta delle parole entro le quali racchiudere un link dipende molto dal tipo di strategia SEO che intendiamo perseguire, dalla pagina di destinazione che andremo a linkare e così via… Qui di seguito ti spiego quali sono le principali tipologie di anchor text. 

Brandizzati

Contengono il nome esatto del brand o del sito come anchor text. Sono naturali e non comportano rischi di penalizzazione. Ad esempio: “Amazon”, “Apple”, “Google”.

Generici o Navigazionali

Utilizzano termini generici o espressioni slegate dal contenuto della pagina collegata. Sono meno rilevanti dal punto di vista SEO ma possono essere utili per migliorare l’usabilità del sito. Ad esempio: “sito web”, “clicca qui”, “questo blog”.

Exact Match (Corrispondenza Esatta)

Contengono le parole chiave di interesse come anchor text. Sono potenti dal punto di vista SEO ma devono essere utilizzati con cautela per evitare penalizzazioni. Ad esempio: “corso di web marketing”, “servizi SEO“, “web agency”.

Partial Match (Corrispondenza Parziale)

Combinano parole chiave di interesse con termini diluenti per evitare un’ottimizzazione eccessiva. Rappresentano un compromesso tra exact match e anchor text generici. Ad esempio: “questa guida per aumentare le visite al blog”, “la mia nuova guida sulla Link Building aggiornata al 2023”.

Correlati

Utilizzano varianti delle parole chiave di interesse per aggiungere varietà agli anchor text. Possono includere sinonimi o termini semanticamente correlati. Ad esempio: “tutto quello che devi sapere per migliorare le visite sul tuo sito web” in alternativa a “il mio blog sulla SEO”. 

Casuali

Contengono testi generici e non ottimizzati. Appaiono spontanei e non seguono una strategia di link building mirata. Ad esempio: “nuovo articolo”, “cerca qui” e così via…

Naked (URL Assoluto)

Utilizzano l’URL completo come anchor text, senza testo aggiuntivo. Sono utili per portare traffico diretto al link. Ad esempio: “https://www.gabrielerispoli.it”.

Brand + Keyword

Combinano il nome del brand con parole chiave pertinenti. Sono utili per aumentare la rilevanza del brand per determinati argomenti. Ad esempio: “Creare annunci pubblicitari mirati con Google Ads”.

Long Tail (Coda Lunga)

Comprendono quattro o più parole, spesso con parole chiave specifiche. Sono utili per comunicare informazioni dettagliate. Ad esempio: “tutte le motivazioni sul perché manipolare i motori di ricerca è rischioso per il tuo sito web”.

Follow o Nofollow?

Un altro aspetto importante di cui tener conto riguarda l’attribuzione dei link come “follow” o “nofollow”. I link “follow” sono quelli che trasmettono il cosiddetto “link juice“, ovvero l’autorità e il valore SEO dalla pagina di origine alla pagina di destinazione. Al contrario, i link “nofollow” sono utilizzati per indicare ai motori di ricerca di non seguire il link e quindi non trasmettere autorità.

L’obiettivo a cui ambire per posizionare in sito web è quello di trovare il giusto equilibrio tra link “follow” e “no-follow”, considerando che i primi sono preziosi per aumentare l’autorità e la visibilità del sito, mentre i secondi servono a garantire un aspetto naturale e autentico del profilo di link.

Ricorda anche che l’uso eccessivo di link “follow” ottimizzati con corrispondenza esatta potrebbe sollevare sospetti di manipolazione da parte dei motori di ricerca, ragione per cui la scelta e l’uso degli anchor text, come già spiegato in precedenza, deve sempre tener conto degli obiettivi di crescita e della strategia che stiamo perseguendo. 

Come ottimizzare l’anchor text per la seo

La scelta degli anchor text per la SEO è questione di strategia. Di norma richiede una valutazione attenta da parte di un esperto che terrà conto di una serie di variabili specifiche che riguardano il sito web da ottimizzare. Di conseguenza non esiste una formula unica e universale ma, semplicemente, delle buone pratiche a cui attenersi e la strategia che intendiamo perseguire. 

Qualità, varietà e particolarità degli anchor text sono i valori fondamentali grazie ai quali l’esperto SEO lavorerà per ottenere un profilo backlink equilibrato e autorevole agli occhi dei motori di ricerca. Nel farlo, tuttavia, dovrà pensare anche alla qualità informativa al servizio degli utenti e, quindi, bilanciare l’esperienza di navigazione con gli standard dei motori di ricerca per ottenere un miglior posizionamento. 

D’altra parte è importante ricordare anche che l’uso eccessivo di anchor text ottimizzati, soprattutto quelli basati su corrispondenza esatta, può essere interpretato dai motori di ricerca come un tentativo di manipolare il posizionamento. Per evitare penalizzazioni, quindi, suggerisco sempre di bilanciare gli anchor text ottimizzati con quelli naturali, cioè creare un profilo equilibrato e, soprattutto, che garantisca la massima trasparenza durante la navigazione. 

Anchor text e user experience: consigli e buone pratiche

Quando navighiamo in rete, spesso ci imbattiamo in link cliccabili all’interno dei contenuti. Potremmo non farci troppo caso, ma in realtà, questi piccoli testi giocano un ruolo fondamentale nell’esperienza degli utenti e nell’ottimizzazione dei siti web.

Immagina di leggere un articolo interessante e di trovare un link con l’anchor text “clicca qui”. Potresti essere tentato di cliccarci, ma cosa ti aspetti di trovare dalla parte dell’altro? Non è affatto chiaro. Ora, invece, immagina un link con l’anchor text “Migliori consigli per la SEO“. Qui, è immediatamente chiaro che il link porterà a una pagina con consigli utili sulla SEO. Questa è la magia di un buon anchor text!

Per offrire una navigazione di qualità, quindi, è fondamentale seguire scegliere anchor text descrittivi e pertinenti. Evita quelli generici come “clicca qui” o “scopri di più”. Piuttosto sforzati di utilizzare parole o frasi che si riferiscano direttamente al contenuto della pagina di destinazione.

Anche la coerenza è un altro elemento chiave. L’anchor text deve essere perfettamente integrato nel contesto circostante, in modo che gli utenti possano capire immediatamente dove li porterà il link. Un link inserito casualmente o fuori tema potrebbe solo confondere gli utenti e distrarli dal contenuto principale. Infine, non dimenticare l’accessibilità! Gli anchor text dovrebbero essere chiari e facilmente distinguibili dal resto del contenuto, anche per gli utenti con disabilità visive o che utilizzano screen reader. Questo aiuterà a garantire un’esperienza di navigazione inclusiva per tutti e, quindi, ad essere apprezzata sia dalle persone che dai bot dei motori di ricerca.

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Negative SEO: cos’è, principali tecniche e come difendersi

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 26 Giugno 2023 - Aggiornato il 26 Giugno 2023

La negative SEO è l’insieme di tecniche che servono a sabotare il posizionamento di un altro sito web, generalmente di un concorrente. Si tratta di una pratica scorretta e che, nonostante l’innovazione raggiunta dai motori di ricerca, continua ad aggirarsi sul web e, purtroppo, anche tra i colleghi di settore.

In questa guida approfondita spiegherò cos’è la negative SEO e in che modo difendersi da eventuali “attacchi” mirati a peggiorare il posizionamento del nostro sito web.

Cos’è la Negative SEO e quali sono le principali tecniche?

La negative SEO è l’insieme di attività messe in atto per peggiorare il posizionamento di un sito web competitor. Consiste nel mettere in cattiva luce un sito web agli occhi dei motori di ricerca attraverso hackeraggio, manipolazione dei backlink, duplicazione dei contenuti e persino recensioni negative.

Sono attività che possono essere avviate da chiunque abbia una conoscenza media della SEO, motivo per cui, purtroppo, sono vendute online come veri e propri servizi professionali. Il mio consiglio è di non credere a certe promesse troppo “entusiaste”, soprattutto da parte di chi ritiene di poter posizionare il tuo sito web in un colpo di bacchetta magica.

La ragione è semplice: Google, oggi, è in grado di prevedere e anticipare le nostre mosse. Quando si verifica un comportamento lesivo o scorretto le penalizzazioni non tardano ad arrivare e, nei casi più gravi di negative SEO, le conseguenze possono essere piuttosto spinose da recuperare. A tale proposito vediamo quali sono le principali tecniche ancora oggi utilizzate e, ovviamente, i rischi correlati.

Attacchi DOS e hackeraggio del sito web

L’attacco DOS (Denial of Service) mira a sovraccaricare il sito web con un’elevata quantità di traffico, rendendolo inaccessibile agli utenti. Gli aggressori sfruttano la vulnerabilità del sito per inviare una grande quantità di richieste di connessione contemporaneamente, saturando le risorse del server e provocando un crollo del sistema.

Gli aggressori, talvolta, cercano di infiltrarsi nel sistema del sito web sfruttando le vulnerabilità come password deboli o plugin non aggiornati. Una volta ottenuto l’accesso non autorizzato gli hacker possono apportare modifiche indesiderate al sito web. 

Il malintenzionato, per esempio, può inserire link spam, manipolare codice e contenuti e apportare cambiamenti che, a primo impatto, non sono percepibili. Purtroppo però il gestore del sito web va incontro a:

  • le sanzioni stabilite dai motori di ricerca,
  • la perdita del controllo dei dati sensibili in suo possesso,
  • i danni in termini di credibilità e autorevolezza agli occhi degli utenti.

Effetto: questo tipo di attacco può causare gravi problemi di prestazioni al sito vittima che, in breve tempo, condurranno ad un peggioramento del posizionamento. Quando un sito risulta spesso inaccessibile o ha tempi di risposta lenti, potrebbe essere penalizzato dai motori di ricerca

Rischio: inviare un attacco DOS o infettare un sito web sono attività illecite che richiedono il possesso di elevate competenze informatiche. Un tentativo amatoriale potrebbe comportare gravi conseguenze e errori da manuale. Meglio evitare. 

Generazione di link negativi – Google Bowling

Google Bowling è una pratica di negative SEO che mira a danneggiare il posizionamento di un sito web manipolando il suo profilo di backlink. Invece di concentrarsi sulla costruzione di link di qualità per migliorare la visibilità del sito web, gli aggressori utilizzano questa tecnica per generare un gran numero di link di bassa qualità o spam da siti web considerati non affidabili o penalizzati.

Google Bowling, in pratica, è una forma particolare di generazione di link negativi che si concentra sul danneggiare il posizionamento di un sito web nella SERP (Search Engine Results Page) di Google. Gli aggressori utilizzano una serie di strategie per creare un profilo di backlink dannoso, tra cui l’acquisto di link spam, l’inserimento di link da siti web considerati “cattivi vicini” o l’utilizzo di reti di siti web penalizzati. 

Effetto: I link negativi vengono puntati verso il sito vittima con l’intento di farlo scivolare nelle posizioni dei risultati di ricerca o, addirittura, escluderlo completamente dai risultati. Oscurarlo. 

Rischio: Queste pratiche possono rivelarsi un boomerang per chi le mette in atto, soprattutto quando ha a che fare con venditori di link spam di dubbia provenienza. Si tratta di uno spreco di forze non necessario, forze che sarebbero potute essere destinate a scrivere buoni contenuti o a ottimizzare il proprio sito web. 

Scraping, tattling e duplicazione del sito web

Lo scraping è il processo di estrazione automatica di contenuti da un sito web utilizzando programmi o bot per copiare interi siti web o parti di essi. L’obiettivo è quello di creare pagine duplicate (notoriamente penalizzate dai motori di ricerca) che verranno utilizzate per celare attività illecite o danneggiare l’originale. Il tattling, similmente, consiste nella segnalazione fraudolenta di siti web a Google, cioè l’invio di accuse false mirate a screditare. 

Effetto: il sito web copiato può essere penalizzato quando i contenuti duplicati dell’aggressore si posizionano meglio degli originali. Inoltre le segnalazioni massiccia da parte di profili “fake” può comportare ban e oscuramenti dai quali è difficile venirne fuori. 

Rischio: anche in questo caso si tratta di un’iniziativa “boomerang” perché se da un lato non garantisce la sua efficacia nell’abbattere il concorrente, dall’altro può ritorcersi contro chi l’ha avviata. 

Shitstorm di recensioni negative

Questa tattica si basa sull’influenzare negativamente le opinioni degli utenti e le valutazioni delle aziende, creando un’ondata di feedback sfavorevoli e diffamatori. Per farlo basta utilizzare account falsi o anonimi con i quali pubblicare recensioni negative su diverse piattaforme, come Google, Yelp o TripAdvisor. 

Le recensioni negative possono avere un impatto significativo sui motori di ricerca, poiché le piattaforme come Google possono tener conto delle valutazioni e delle opinioni degli utenti nel determinare il posizionamento di un sito web nelle SERP.  

Effetto: un basso livello di apprezzamento, anche se falso o diffamatorio, può influire negativamente sul posizionamento di un sito web. In questi casi, oltre a difendere la propria reputazione con un avvocato, la vittima dovrà intercedere con le piattaforme che hanno ospitato le recensioni per chiederne la rimozione. Un bel danno. 

Rischio: questa tecnica, subdola e scorretta, poteva funzionare qualche hanno fa, quando il controllo delle piattaforme di recensioni era molto più elastico rispetto ad oggi. Una finta recensione equivale ad una diffamazione che, nelle opportune sedi legali, può causare conseguenze spiacevoli e costose. 

A cosa serve fare negative SEO?

Il modo migliore di conoscere un argomento è quello di studiarne tutti gli aspetti, lasciando i giudizi alla fine del nostro percorso di scoperta. L’obiettivo è quello di offrire una panoramica realistica sulle pratiche “black” o oscure della SEO e creare consapevolezza sui rischi reali che si corrono facendone uso. Per comprendere appieno la negative SEO, dopo aver esplorato gli aspetti tecnici, dobbiamo passare ora a quelli più teorici. In pratica cercheremo di rispondere ad una precisa domanda: perchè le persone spendono soldi per screditare la concorrenza attraverso la negative SEO? 

  • Competizione sleale: spesso denominata “SERP Bubbling”, viene utilizzata per superare i rivali e ottenere una maggiore esposizione online.
  • Reputazione e popolarità: pratica conosciuta come Search Engine Reputation Management (Gestione della reputazione online sui motori di ricerca). Personaggi famosi, aziende o marchi possono rivolgersi agli esperti di Negative SEO per ridurre la visibilità di contenuti negativi che possono influenzare la loro immagine pubblica.
  • Etica, politica, principi: lobby, partiti, gruppi o attivisti che condividono una determinata causa possono adottare la Negative SEO come mezzo per danneggiare i siti web di aziende o istituzioni che si oppongono ai loro valori o pratiche. 

Perché parliamo ancora oggi di negative SEO?

In passato, quando il funzionamento del motore di ricerca era ancora agli albori, le tecniche di negative SEO o di manipolazione del posizionamento dei siti web avevano un’efficacia maggiore. Oggi i motori di ricerca sono diventati sempre più avanzati ed è per questo che, nella stragrande maggioranza dei casi, barare attraverso le tecniche di negative SEO non ha la stessa efficacia di qualche anno fa. Questo non significa che la negative SEO sia “sparita dal radar” ma che per ottenere reali risultati è necessario fare investimenti rischiosi e, soprattutto, che non hanno nulla a che vedere con etica e professionalità. Dopotutto migliorare il posizionamento del nostro sito web sabotandone un altro, non rientra tra le strategie di crescita e di proattività che guardano al futuro. Piuttosto lo considero un modo subdolo di raggiungere il successo e che, tra l’altro, offre risultati non durevoli e sempre soggetti a rischi troppo elevati.

Temi di aver subìto una negative SEO? Il tuo sito ha perso traffico e posizionamento su Google? Scopri il mio servizio di depenalizzazione SEO a questa pagina, pensato per imprese e professionisti che hanno subìto un brusco calo di visibilità del proprio sito web nei risultati di ricerca.

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Link Juice: cos’è, a cosa serve e come ottimizzarlo per migliorare la SEO del tuo sito

Di Gabriele Rispoli | Pubblicato il 26 Giugno 2023 - Aggiornato il 26 Giugno 2023

Link Juice è il valore o l’autorità che un link può trasferire da una pagina web all’altra. Quando un sito web riceve un backlink, cioè un link proveniente da un altro sito, parte della sua autorità viene trasmessa attraverso quel link, contribuendo ad aumentare la fiducia e l’autorevolezza del sito di destinazione.

Cosa significa Link Juice?

Il termine “Link Juice” (letteralmente “succo di link”) è stato coniato per descrivere metaforicamente il flusso di potenza o valore che può essere trasmesso attraverso i link ipertestuali. Si basa sull’idea che i motori di ricerca considerino i link come voti o segnali di approvazione: più voti (backlink) riceve un sito web, maggiori sono le possibilità di ottenere una buona classifica nei risultati di ricerca.

Possiamo immaginarlo come un nettare prezioso che irradia valore in un sito web e che sgorga tramite i link interni ed esterni che lo compongono. Per comprendere appieno il concetto di Link Juice, è importante considerare due aspetti: l’autorità di pagina e l’autorità di dominio. La prima si riferisce alla forza o all’autorità di una specifica pagina web all’interno di un sito, mentre l’autorità di dominio rappresenta la forza o l’autorità complessiva di un intero dominio.

L’autorità di pagina viene influenzata dai backlink che puntano a quella pagina specifica, mentre l’autorità di dominio tiene conto dei backlink che puntano all’intero dominio. In altre parole l’autorità di pagina può trasferire parte del suo Link Juice ad altre pagine interne attraverso i link interni, mentre l’autorità di dominio può influenzare positivamente l’intero sito web.

È per questo che i più autorevoli esperti in materia amano paragonare il funzionamento del link juice a quello di un sistema idraulico ( il sito web) composto da tanti serbatoi (le pagine web) comunicanti tramite tubi (i link). In alcuni casi il link juice si diffonde in modo equo e strategico in tutto il sito web mentre, in altri, il succo può disperdersi a causa di una gestione errata dei collegamenti in entrata e in uscita.

Il ruolo dei backlink nel trasferimento del Link Juice

I backlink sono il principale veicolo attraverso il quale il Link Juice viene trasferito da una pagina all’altra. Quando un sito web riceve un backlink da un’altra fonte, parte dell’autorità di quella fonte viene trasferita al sito di destinazione. I backlink possono provenire da una varietà di fonti, come blog, siti di notizie, forum o siti web di settore.

Chiaramente non tutti i backlink sono uguali in termini di valore o autorità. I motori di ricerca, infatti, attribuiscono maggior valore ai backlink provenienti da siti autorevoli, correlati al tema del sito di destinazione e con una buona reputazione online. I backlink da siti di alta qualità tendono a trasferire più Link Juice rispetto a quelli provenienti da siti di bassa qualità o poco rilevanti.

Per le medesime ragioni ricevere backlink di scarsa qualità o con anchor text manipolative e volte ad aggirare i criteri del posizionamento sui motori di ricerca può far perdere link juice al sito web.

Link Juice e fattori di posizionamento sui motori di ricerca

I motori di ricerca, come sappiamo, utilizzano algoritmi complessi per valutare e classificare i siti web in base a diversi fattori, tra cui figurano l’autorità e la qualità dei backlink che un sito riceve.

Sappiamo anche che i backlink di alta qualità possono aiutare a migliorare il posizionamento, poiché indicano che il tuo sito è affidabile, autorevole e meritevole di essere mostrato agli utenti. Questo è vero in teoria ma, nella pratica, come si ottengono miglioramenti prendendosi cura del link juice? Prendendosi cura dei seguenti aspetti:

  • qualità del link sorgente;
  • rilevanza del contenuto;
  • posizione del link nella pagina
  • anchor text e ottimizzazione dei link;
  • link interni ed esterni.

Qualità del link sorgente

I link provenienti da siti autorevoli, affidabili e con una buona reputazione online avranno un impatto maggiore sul Link Juice del tuo sito. Al contrario i link provenienti da siti di bassa qualità o spam possono avere un effetto negativo sul tuo Link Juice e persino danneggiare la tua reputazione online.

Rilevanza del contenuto

Generalmente i link provenienti da pagine web con contenuti correlati al tuo sito avranno un impatto migliore perché i motori di ricerca valutano la coerenza tra i contenuti delle pagine collegate per determinarne l’autorità. Per questo è necessario ottenere backlink da siti che trattano temi simili o correlati al tuo settore.

Posizione del link nella pagina

La posizione del link all’interno di una pagina può influenzare l’efficacia del trasferimento del Link Juice. Si ritiene che i link posti all’inizio di un articolo o all’interno del contenuto principale tendono a trasferire più Link Juice rispetto a quelli posizionati in aree meno visibili. Anche in questo caso c’è una bella differenza tra teoria e pratica perché la posizione del link in una pagina può essere determinante oppure assolutamente inefficace. Tutto dipende dalla strategia in atto, dal livello di partenza del sito web da ottimizzare e, quindi, dal caso specifico.

Anchor text e ottimizzazione dei link

L’anchor text, ovvero il testo cliccabile di un link ipertestuale può aiutare i motori di ricerca a comprendere il contesto a migliorare la correlazione tra le pagine collegate. Per una miglior gestione del Link Juice la prassi prevede una scelta accorta delle parole nelle quali andremo ad inserire il link, cercando di ottenere un effetto naturale che agevoli la lettura e la comprensione.

Link interni ed esterni

I link interni, ovvero quelli che puntano a pagine del tuo stesso sito web, possono aiutare a distribuire il Link Juice, aumentando l’autorità di altre pagine. I link esterni, ovvero i backlink, servono a far “entrare” il Link Juice nel sito web e ad aumentarlo.

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Come migliorare il Link Juice del tuo sito web?

Per migliorare la Link Juice di un sito web, in genere, si inizia sempre dalla creazione di contenuti di qualità, perché senza di essi non potremmo creare link e collegamenti tra le pagine che lo compongono.

La creazione di contenuti rilevanti è fondamentale anche per attirare backlink di qualità, soprattutto perché sono quelli che favoriscono condivisioni, letture e menzioni da altri siti web. Dopo aver investito energie e risorse nella creazione di contenuti impeccabili, sarà possibile passare all’azione attraverso strategie mirate di SEO On Page e SEO Off Page:

  • Strategie per ottenere backlink da fonti autorevoli (es: link building, digital PR, guest blogging)
  • Utilizzo di anchor text ottimizzati e naturali
  • Implementazione di una struttura di navigazione interna ben organizzata
  • Monitoraggio e rimozione dei link dannosi o non rilevanti

Nofollow e Dofollow: differenze e implicazioni

I link nofollow e dofollow servono ad indicare se un collegamento debba trasferire o meno il Link Juice. In particolare:

  • i link DO Follow trasmettono il Link Juice
  • i link NO Follow non lo fanno.

Chiaramente bisogna sapere perché “chiudere” un link e quali sono i benefici o le conseguenze a cui si va incontro. Inoltre mi preme ricordare che inserire un link “nofollow” equivale ad una raccomandazione che il motore di ricerca può tranquillamente non ascoltare.

Canonical tag e gestione dei contenuti duplicati

Il tag canonico (canonical tag) viene utilizzato per indicare ai motori di ricerca la versione preferita o originale di una pagina, specialmente quando ci sono contenuti duplicati o simili presenti su più URL.

Link Juice e link acquistati: rischi e conseguenze

L’acquisto di link, soprattutto da fonti di bassa qualità, può comportare rischi significativi per il tuo sito web. È per questo che prima di avviare una campagna di link building suggerisco sempre di andare a leggere le linee guida di Google in materia e, soprattutto, di affidarsi ad un esperto che conosca il settore, le pratiche lecite e le strategie più efficaci.

Strumenti utili per analizzare il Link Juice

Analizzare il Link Juice di un sito web significa ottenere una panoramica del sito web, fotografandolo a partire dalla sua struttura interna per poi esplorare la sua autorità esterna. Per farlo è necessario affidarsi a strumenti di lavoro specifici con i quali teniamo sotto controllo l’andamento del sito web, la gestione dei link, l’indicizzazione delle pagine e così via. Ecco una lista dei principali tool di analisi del link juice di un sito web.

  • Google Search Console: offre una scrivania completa per analizzare l’autorità del tuo sito web, inclusi i link in ingresso e i dati sul traffico organico. Serve anche a monitorare i backlink, identificare eventuali problemi e ottenere informazioni sul posizionamento del tuo sito nei risultati di ricerca di Google.
  • Moz Link Explorer: fornisce informazioni dettagliate sugli anchor text, sull’autorità dei domini, sulla qualità dei link e molto altro. Puoi anche utilizzarlo per ottenere una panoramica completa dei tuoi backlink e delle opportunità di miglioramento.
  • Ahrefs: ci offre una vasta gamma di metriche e report, inclusi dati sul profilo dei backlink, l’autorità dei domini, le parole chiave posizionate e molto altro. Permette anche di identificare le fonti di backlink di alta qualità e monitorare la salute generale del tuo profilo dei link.
  • Majestic SEO: elabora informazioni approfondite sull’autorità dei domini, sull’andamento dei link e sul profilo dei backlink. In genere è ritenuto il tool più interessante per chi desidera analizzare il valore dei backlink e individuare opportunità di miglioramento.

Gli strumenti SEO sono importanti ma solo se sappiamo come utilizzarli. Non esiste un valore numerico o una formula per calcolare il Link Juice ma una serie di valori e considerazioni che possiamo trarre osservando i dati elaborati dai software. Per questo il mio consiglio è quello di concentrarsi sulla creazione di contenuti di valore e di un sito web con una struttura pulita, fluida nella navigazione e curata in ogni dettaglio.

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