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Google PageRank è il sistema con cui il motore di ricerca attribuisce un punteggio alle pagine web in base a qualità e quantità dei link in ingresso. Si tratta di un valore fondamentale per stabilire la rilevanza di una pagina web in rete.
Tempo fa questo valore era esplicito, nel senso che era lo stesso Google a mostrarlo agli utenti. Oggi, invece, il PageRank è confluito tra le centinaia di fattori di posizionamento previsti da Google, pur rimanendo uno dei più rilevanti per la SEO.
Cos’è Google Page Rank?
PageRank, inizialmente, era un algoritmo che serviva a classificare le pagine web attraverso il numero e la qualità di link che puntano ad esse. “Rank” o “ranking” sono termini che, ormai, sono entrati a far parte del nostro linguaggio in numerosi ambiti, dal calcio alla politica, passando anche per la SEO.
Rank si riferisce ad un rango, ad un livello raggiunto o ad un grado all’interno di una classifica. Il ranking di un Paese, per esempio, può far riferimento al suo livello di sviluppo economico, così come quello di una squadra di calcio riguarda la sua posizione nella classifica di campionato.
Quando parliamo di Google PageRank, dunque, ci stiamo riferendo ad un particolare valore grazie al quale i siti web si posizionano tra i risultati di ricerca mostrati agli utenti.
Come funziona il PageRank di Google?
Google Page Rank nasce come indicatore di notorietà dei siti web, un valore che veniva determinato dal numero di “backlink ricevuti”.
Un backlink è un collegamento in entrata sul nostro sito web, cioè un link pubblicato da un altro sito web che reindirizza ad una delle nostre pagine.
È un link cliccabile che ci trasporta da un sito web ad un altro: quando questo accade nei confronti del nostro sito web, significa che qualcuno sta invitando gli utenti a farci visita. Quando un sito web riceveva un gran numero di backlink, dunque, Google PageRank lo interpretava come segnale di qualità e affidabilità.
Il PageRank, tra l’altro, era in grado di determinare la “qualità” dei link ricevuti, cioè l’autorevolezza dei siti web da cui provenivano i backlink. Il punto è che, con l’evoluzione della SEO e con il progressivo sviluppo globale della rete, un solo valore di posizionamento non era più sufficiente.
Ecco perché il PageRank vero e proprio non esiste più, mentre quantità/qualità dei link ricevuti da un sito web continuano ad influenzare il posizionamento sui motori di ricerca.
Perché Google PageRank “non esiste più”?
Google PageRank, così come si presentava quando è nato, non esiste più, o meglio, esistono centinaia di altri “rank” che concorrono a posizionare un sito web. Non ha cessato di esistere in senso stretto perché è cambiato nel tempo e, soprattutto, è un valore che non possiamo più vedere sulla toolbar di Google come in passato.
Conoscere perché nasce e le sue evoluzioni fino ad oggi può esserti utile a capire come e perchè un sito web si posiziona sui motori di ricerca. L’algoritmo del PageRank, come vedremo a breve, è la base su cui si fonda tutto ciò che c’è dietro “Google”.
Formula di calcolo di Google PageRank
Ci sarebbe una sorta di formula di calcolo del PageRank ma che, ad oggi, è andata decisamente in disuso. Grazie a tool e software di analisi evoluti come quelli su cui possiamo contare oggi, questo calcolo avviene in modo automatizzato e, soprattutto, con la massima precisione in tempo reale.
Ogni sito web si compone di tante pagine collegate tra loro e con l’esterno attraverso “link”, cioè collegamenti. Cliccare su un link significa passare da una pagina ad un’altra durante la navigazione, un’azione che tutti compiamo quotidianamente. I link, in particolare, sono di tre tipologie:
- quelli in entrata, backlink, cioè collegamenti che “linkano” al nostro sito web
- quelli in uscita, outbound link, cioè collegamenti che “linkano dal nostro ad altri siti web
- quelli interni, internal link, cioè collegamenti che linkano tra loro le varie pagine che compongono il nostro sito.
La formula del PageRank è interessante per capire il principio su cui si fondava Google prima del 2014 perché, di fatto, corrisponde al rapporto tra:
- Il valore di PageRank di ciascuna delle pagine che contengono un link verso la pagina “X”
- Il numero di link contenuto in ogni pagina che si collega alla pagina “X”
Ecco la formula (calcolo del PageRank di Google):

- PR[A] corrisponde a quanto ammonta il PageRank della pagina “A”
- N è il numero di pagine note al motore di ricerca
- Pk rappresenta ogni pagina che contiene almeno un link verso “A”, cioè la pagina web su cui eseguiamo l’analisi
- n è il totale di pagine in rete che contengono almeno un link verso “A”
- PR[Pk] corrisponde a quanto ammonta il PageRank per ogni pagina Pk
- C[Pk] numero di link presenti su ogni pagina Pk, sia quelli che linkano ad A che ad altre destinazioni
- d, cioè damping factor, è un valore leggermente variabile, pari a 0,85.
Il PageRank, quindi, dipende anche dal numero di link presenti sulle pagine dei siti web che linkano verso di noi e non solo da quelli indirizzati al nostro sito.
Strategie di posizionamento tramite Google PageRank
Tra le strategie che, più tra tutte hanno influenzato il posizionamento dei siti web attraverso il PageRank, vi è quella della “Link Juice”, ovvero “succo di link.
Questa teoria ritiene che il sito web funzioni come un acquedotto suddiviso in tanti serbatoi collegati tra loro. I serbatoi sarebbero le pagine del sito web mentre i tubi di collegamento sarebbero i link.
Ebbene quando nell’acquedotto viene introdotto un liquido, questo andrà a riempire tutti i serbatoi, passando attraverso i tubi e livellandosi naturalmente. Tale principio, preso in prestito dalla fisica, varrebbe anche per i siti web perché il pagerank di una sua pagina sarebbe in grado di influenzare il posizionamento di tutte le pagine che lo compongono.
Per questo si ritiene che sia preferibile scegliere link “importanti”, come la homepage, a cui mirare una campagna di link building: in questo modo, infatti, la portata del link juice avrebbe effetti positivi su tutto il sito web.
Il succo di link, in parole povere, è proprio quel liquido che riempie tutte le pagine di un sito web come se fossero serbatoi comunicanti tra loro. Tuttavia se lo stesso sito web dovesse inserire link che collegano ad altre pagine esterne ad esso, il succo fuoriuscirebbe disperdendosi all’esterno.
Come gestire link in entrata e in uscita?
La prassi prevede una gestione molto attenta dei link in entrata e in uscita di un sito web. Nello specifico i primi, cioè i backlink, dovrebbero essere maggiori di quelli uscenti, ritenuti la causa della dispersione del succo. Minore è il numero di link in uscita, maggiore sarà la capacità del sito web di “trattenere” il “succo”.
Ovviamente questa è solo una delle tante teorie relative che riguardano gli effetti dei backlink sul posizionamento di un sito web. Per questo non è da considerare come efficace al 100%, né tantomeno valida per qualunque sito da posizionare.
Tra l’altro aggiungo anche che non bisogna pensare alla link building solamente dal punto di vista “esterno”, dal momento che Google considera anche la qualità di link interni presenti in un sito web.
I link interni, per chi non lo sapesse, sono quelli che collegano tra loro pagine dello stesso sito web e sono importanti tanto quelli in entrata e in uscita. Ognuno di essi rappresenta un collegamento che il bot di Google sarà certamente motivato ad “apprezzare”.
Altre strategie utili da conoscere
Per capire come “maneggiare” il PageRank di Google è necessario compiere qualche passo indietro, verso gli anni in cui si diffonde il cosiddetto “nofollow”, un quinquennio prima del 2010.
A quei tempi alcuni esperti SEO notarono che grazie all’aggiunta di un attributo HTML, noto come rel=nofollow, era possibile togliere “influenza SEO” ad un link presente in una pagina. L’obiettivo era quello di focalizzare attenzione e risorse del bot su un unico link, a prescindere dagli eventuali altri presenti nella medesima pagina.
Il rel=nofollow, in pratica, era una sorta di cartello stradale per i bot ai quali si indicava di non dare peso al contenuto contrassegnato con tale attributo. Per questo si diffuse la pratica di dare rilevanza ad uno solo dei link presenti su una pagina, lasciandolo “in chiaro” ai motori di ricerca e “oscurando gli altri”.
La strategia appena descritta prende il nome di “link sculpting”, cioè la pratica di dare forma al percorso dei bot di scansione dei motori di ricerca influenzandoli tramite l’attributo. Nel giro di breve tempo, tuttavia, Google cambiò le carte in tavola variando la formula originale del PageRank per adattarla a questa pratica un po’ al limite.
Cosa rimane di Google PageRank oggi?
Il PageRank era un numero, cioè un valore compreso da 0 a 10 visibile ai gestori dei siti web. Verso la fine del 2014 fu abbandonato da Google (chiusura di Google Toolbar) perché il posizionamento sui motori di ricerca doveva tener conto anche di altri “valori”, soprattutto perché già in quegli anni i siti web si moltiplicavano in modo esponenziale, giorno dopo giorno.
Ciò che rimane di Google Page Rank è la sua validità agli occhi dei bot del motore di ricerca. In pratica il numero di backlink continua ad influire sul buon posizionamento di un sito web ma non è più un valore “esclusivo”. Assieme ad esso, come sappiamo, si associano la qualità tecnica del sito web, l’originalità e l’affidabilità dei contenuti, la presenza di strumenti di tutela e di trasparenza verso gli utenti e così via…
Ecco perché, nel mio settore, siamo abbastanza concordi nel ritenere PageRank la “genesi” della SEO, o meglio, la prima pietra miliare che ha dato vita al complesso mondo di tecniche, competenze e strategie così come lo conosciamo oggi. Difatti è ancora valida la considerazione per la quale un sito web che riceve tante menzioni da altri siti web è considerato affidabile e popolare in rete.
Arrivati a questo punto vorrei riassumere gli argomenti principali trattati per esser certo che sia tutto chiaro, dunque:
- Ho spiegato che Google PageRank è la formula di un algoritmo capace di stabilire il ranking delle pagine che compongono il web attraverso il numero di link che le menziona.
- Ti ho spiegato che il valore è cambiato negli anni e che è confluito tra la grande varietà di fattori di posizionamento ma che, rispetto a questi, ha un ruolo di rilievo per la SEO ancora oggi,
- Ho parlato del perché i link interni, esterni e in uscita sono importanti per l’ottimizzazione di un sito web e per migliorare il posizionamento sui motori di ricerca,
- Infine ti ho parlato di link juice e di link sculpting per passare dalla teoria alla pratica e mostrarti su quali ragionamenti si fondano le strategie SEO.
Sicuramente è un argomento su cui ci sarebbe molto altro da dire ma, per il momento, mi fermo qui. Se hai dubbi da sciogliere o domande sull’argomento, sarà felice di aiutarti.
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